SUPPLEMENTO SPECIALE N.112 DEL 24.06.2016

Relazione

Premessa

La presentazione del progetto di legge di assestamento e seconda variazione generale al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2016-2018 segue quella del progetto di legge di approvazione del Rendiconto generale per l’esercizio 2015 e la consistenza dei residui attivi e passivi, del fondo pluriennale vincolato e del fondo crediti di dubbia esigibilità, sono basati sui dati accertati in sede di rendiconto.

Nel progetto di assestamento si prende atto della consistenza dei residui attivi e passivi risultanti dal riaccertamento ordinario dei residui accertata in sede di rendiconto generale e delle variazioni ai residui attivi e passivi presunti indicati nel bilancio di previsione. Sulla base del risultato derivante dal Rendiconto 2015 si procede all’adeguamento del fondo finale di cassa e del disavanzo derivante da mutui autorizzati e non contratti.

Nel presente progetto di legge, poiché l'assestamento del bilancio rappresenta anche un momento di valutazione complessiva delle dinamiche delle risorse e delle spese intervenute nella prima parte dell’anno e di rinnovata attenzione alla gestione del bilancio, mediante la quale vengono perseguiti gli obiettivi di governo prefissati, si effettuano ulteriori variazioni in relazione all’andamento della gestione, nel rispetto dei vincoli di equilibrio che presiedono alla formazione del bilancio di previsione.

In tale contesto l’assestamento esplica, di conseguenza, anche una funzione di adeguamento nel corso della gestione e si pone come componente della manovra di bilancio, essendo chiamato a svolgere una funzione ricognitiva delle tendenze in atto.

La situazione dell’economia regionale

Secondo il rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia della Regione Emilia-Romagna (giugno 2016), nel 2015 si è avuto un aumento del prodotto regionale (+1,0 per cento) dopo la contrazione del triennio 2012-2014. Questa crescita è stata determinata dal trend positivo delle esportazioni, dei consumi e degli investimenti. È significativo notare che consumi ed investimenti hanno avuto nel 2015 il primo aumento dal 2008.

La ripresa è imputabile principalmente ad una fase espansiva dell’industria e dei servizi, mentre risultano ancora bassi i livelli di attività nel settore delle costruzioni. In particolare nell’industria vi è stato un aumento delle vendite che si è evidenziato maggiormente per le imprese più orientate al mercato estero, soprattutto quello degli Stati Uniti mentre sono diminuite quelle verso i paesi emergenti. È aumentato il fatturato dei servizi privati non finanziari, delle vendite nel commercio, delle presenze turistiche soprattutto italiane.

Per quanto concerne il mercato del lavoro il numero di occupati è aumentato dello 0,4 per cento rispetto all’anno precedente, tuttavia non raggiunge il livello del 2008. Tale aumento è dovuto all’espansione della componente femminile, mentre risulta in stasi quella maschile. Rispetto al dato di crescita dell’occupazione si riscontra una certa disomogeneità anche tra i vari settori (industria +3,6 per cento, servizi stabili, costruzioni -10,3 per cento). È proseguita la riduzione del numero dei lavoratori autonomi, mentre è aumentato il numero degli occupati dipendenti soprattutto a tempo indeterminato in seguito ai provvedimenti di riforma del mercato del lavoro e dell’introduzione degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni. Il numero di ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni si è ridotto di circa il 35 per cento rispetto all’anno precedente. Per il 2016 le prime rilevazioni sull’andamento dell’occupazione fanno emergere segnali positivi anche se sempre con differenze di settore, ossia un aumento di occupati nell’industria e nei servizi e un ulteriore calo nelle costruzioni. Nel 2015 il tasso di disoccupazione è stato del 7,7 per cento a fronte dell’8,3 per cento nel 2014. Il tasso di disoccupazione di lunga durata (oltre un anno) si è ridotto di mezzo punto percentuale rispetto allo scorso anno. E’ però importante sottolineare che nel 2015 le persone di 15-34 anni in condizione di neet (ossia che non lavorano, non studiano e non sono inserite in corsi di formazione) sono state il 3,5 per cento in meno dell’anno precedente, ma la loro incidenza sulla corrispondente fascia di popolazione è stata del 19,3 per cento, superiore di quasi 10 punti percentuali a quella del 2007.

Negli anni della crisi si è registrato un calo del reddito disponibile pro capite e dei consumi complessivi delle famiglie. Tali diminuzioni nella nostra Regione sono state più contenute rispetto alla media nazionale, ma comunque sono sempre piuttosto consistenti rispetto agli anni pre-crisi. Sono tornati a crescere i prestiti alle famiglie, sia i mutui per l’acquisto di abitazioni, sia il credito al consumo per gli acquisti di beni durevoli. Per quanto riguarda il prestito alle imprese nel 2015 vi è stata una leggera ripresa anche se con differenze a seconda dei settori, ossia aumento in quello manifatturiero e diminuzione in quello dei servizi e delle costruzioni. Le condizioni di accesso al credito sono migliorate e i tassi di interesse sono diminuiti beneficiando delle misure di politica monetaria della BCE.

Il rapporto di Banca d’Italia sottolinea che gli effetti della crisi e l’intensità della ripresa sono stati differenziati sul territorio regionale e tra settori. La ripresa dovrebbe consolidarsi nel 2016 e riguardare anche il settore delle costruzioni pesantemente colpito dalla crisi. Tuttavia, si stima che la crescita sarà moderata, a causa delle incertezze sull’evoluzione del commercio mondiale e sull’intensità della ripresa della domanda interna. Anche Unioncamere Emilia-Romagna nel suo “Scenario Emilia-Romagna” di aprile 2016 evidenzia questa fase di leggera crescita dell’economia regionale, rimarcando però le evidenze lasciate sul sistema produttivo regionale dalla crisi. In particolare, la quota di valore aggiunto derivante dalle costruzioni si è ampiamente ridotta, mentre la riduzione della quota del valore aggiunto industriale è divenuta in gran parte permanente.

Le norme finanziarie dello Stato per il 2016: le disposizioni di maggior rilievo per la finanza regionale

Il bilancio di previsione dell’esercizio 2016, approvato con la legge regionale n. 24 del 29 dicembre 2015, è stato predisposto sulla base della situazione a legislazione vigente a tale data; ciò rende necessaria una ricognizione degli accadimenti legislativi e finanziari intervenuti successivamente. Ci si riferisce, in particolare, a quelle recate dalla Legge di stabilità (Legge n.208 del 2015).

Il comma 682 dell’articolo 1 prevede il concorso delle regioni a statuto ordinario agli obiettivi di finanza pubblica, al netto del contenimento della spesa sanitaria, per complessivi 2.202 milioni di euro per l’anno 2016. Al predetto contributo si aggiunge quanto previsto dal successivo comma 688, portando complessivamente il contributo delle regioni a statuto ordinario a 2.208,60 milioni di euro. Le modalità di riparto di tale concorso sono stabilite mediante intesa sancita dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.

L’11 febbraio 2016 è stata sottoscritta l’intesa sopra richiamata nella quale sono state definite le modalità per il raggiungimento dei predetti obiettivi di finanza, per l’anno 2016, attraverso:

1) la riduzione del contributo di cui all’articolo 1 comma 683, della Legge 208/2015 per 1.900 milioni di euro (per la Regione Emilia-Romagna 161,625 milioni di euro);

2) la riduzione del contributo di cui all’articolo 1, comma 541, della Legge 190/2014 per 100 milioni di euro;

3) la riduzione delle risorse per gli interventi di edilizia sanitaria per 208,60 milioni di euro.

Le Regioni, al fine di garantire i necessari effetti anche sull’indebitamento netto a seguito della riduzione di cui al punto 1) si sono impegnate a conseguire un risultato positivo dei saldi di competenza (saldo sul pareggio di bilancio) per i medesimi importi.

Le Regioni inoltre hanno presentato alcuni emendamenti che hanno trovato accoglimento nel Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 giugno 2016. In particolare per l’anno 2016, il saldo di competenza deve essere conseguito solo in sede di rendiconto.

L’assestamento al bilancio regionale per l’esercizio 2016

Il progetto di legge di assestamento e variazione del bilancio per l’esercizio 2016-2018 conferma la rigorosa impostazione tenuta nella predisposizione del bilancio di previsione. Inoltre, essendo strumento della programmazione finanziaria, è chiamato a svolgere anche una funzione propositiva attenta e allineata con tutte le disposizioni in materia finanziaria.

Alla luce delle risultanze contabili dell’esercizio 2015, approvate con il rendiconto generale, si evidenziano i seguenti risultati:

· i residui attivi, previsti nel bilancio di previsione 2016 in euro 5.352.742.873,40 sono stati rideterminati in euro 5.672.149.328,38 con un aumento di euro 319.406.454,98;

· i residui passivi, previsti nel bilancio di previsione 2016 in euro 6.056.153.219,90 sono stati rideterminati in euro 5.862.727.287,28 con una diminuzione di euro 193.425.932,62;

· il fondo iniziale di cassa stimato in euro 573.365.540,07 risulta di Euro 455.339.735,63;

· il disavanzo da mutui autorizzati e non contratti previsto nel bilancio di previsione 2016 in euro 1.900.707.362,39 è stato rideterminato in euro 1.780.993.990,48, con una riduzione di euro 119.713.371,91.

L’assestamento, da non considerare solamente come mero fatto tecnico di aggiornamento dei dati derivanti dalle chiusure dell’esercizio precedente, rappresenta anche un momento di valutazione complessiva delle dinamiche delle risorse e delle spese intervenute nella prima parte dell’anno e di rinnovata attenzione alla gestione del bilancio mediante la quale vengono perseguiti gli obiettivi di governo prefissati. Attraverso l’assestamento, quindi, debbono essere operate quelle rettifiche e quelle integrazioni alle previsioni delle entrate e delle spese, con riferimento sia alla competenza sia alla cassa, necessarie al fine di aderire alle esigenze emerse nel corso della gestione, aggiornando i profili finanziari delle politiche da perseguire, in coerenza con i mutamenti del quadro delle risorse disponibili.

In sede di assestamento si è provveduto ad iscrivere in entrata, e parallelamente a stanziare in spesa, assegnazioni a destinazione vincolata di provenienza statale, comunitaria o di altri soggetti per le quali non si disponeva all’atto della predisposizione del bilancio di previsione della quantificazione, dei riparti o di altri elementi necessari per l’iscrizione stessa. Le principali riguardano quote a destinazione vincolata del Fondo Sanitario Nazionale e per gli indennizzi agli emotrasfusi nonché i contributi esonerativi dovuti dalle imprese per la mancata assunzione dei disabili. Inoltre sono state rimodulate nel triennio le risorse afferenti alla programmazione del Programma operativo finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), per corrispondere ai cronoprogrammi delle attività.

Le previsioni delle entrate, con riferimento sia alla competenza sia alla cassa, sono state aggiornate in relazione all’andamento degli accertamenti e delle riscossioni e all’evoluzione delle grandezze economiche rilevanti ai fini della quantificazione delle entrate regionali.

Per quanto riguarda le risorse autonome regionali, si è proceduto ad una riallocazione delle risorse al fine di aggiornare i profili finanziari delle politiche da perseguire mediante variazioni di carattere compensativo nella parte spesa.

Minori spese derivano principalmente dalla riduzione delle previsioni per interessi passivi sull’anticipazione di cassa (mai attivata negli ultimi anni e presumibilmente da non attivare stante la disponibilità dell’ente) e all'aggiornamento delle risorse destinate alla copertura degli oneri di ammortamento conseguente alla riduzione del saldo negativo dell’esercizio precedente derivante dalla mancata contrazione di mutui e prestiti a fronte di spese di investimento autorizzate negli esercizi precedenti e finanziate con risparmio pubblico.

Per effetto di rimodulazion i e riduzioni di spese è stato possibile finanziare ulteriori interventi, i principali riguardano:

- 1,3 milioni di euro per interventi riferiti all'esecuzione di lavori d'urgenza e di somma urgenza finalizzati a rimuovere lo stato di pregiudizio in caso di pubblica calamità, in materia di difesa del suolo e della costa di competenza regionale;

- 3 milioni di euro per ognuno degli esercizi 2016, 2017 e 2018 per aiuti di Stato aggiuntivi sul Programma di Sviluppo Rurale per l’attuazione di operazioni nell’ambito della Misura “Pagamenti agro-climatico-ambientali”, Priorità “Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalla silvicoltura”;

- 1 milione di euro ad integrazione delle risorse destinate alla promozione e per il conseguimento delle pari opportunità e per il contrasto alle discriminazioni di genere in attuazione della legge regionale n. 6 del 2014 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”;

- 0,5 milioni di euro per contributi i a enti delle amministrazioni locali il recupero ed il restauro di immobili di particolare valore storico e culturale;

- 1,7 milioni di euro per servizi e interventi di manutenzione nel settore ferroviario;

- 2,5 milioni di euro per le attività e il funzionamento dell'Agenzia regionale per il lavoro;

- 1,75 milioni di euro per sviluppo e valorizzazione del turismo, qualificazione delle stazioni invernali e riqualificazione del sistema portuale.

Le previsioni di cassa, per la parte spesa, sono state adeguate in relazione alle variazioni intervenute sugli stanziamenti di competenza, mentre si è già provveduto in sede di variazione conseguente al riaccertamento dei residui al necessario adeguamento.

Come previsto dal principio contabile applicato concernete la contabilità finanziaria (ed in particolare dall’esempio 5), in sede di assestamento di bilancio si è provveduto a verificare la congruità del fondo crediti di dubbia esigibilità accantonato nel bilancio di previsione. L’analisi è stata effettuata al medesimo livello di dettaglio adottato in sede di predisposizione del bilancio di previsione.

 In sede di assestamento di bilancio si è provveduto inoltre a verificare la quantificazione dell’accantonamento previsto dal bilancio di previsione sulla base della normativa vigente (Legge 147 del 2013) che prevede, con riferimento a tutte le partecipazioni detenute dall’ente, l’obbligo di effettuare, a partire dal 2015, un accantonamento sul bilancio di previsione commisurato alle perdite registrate dalle società partecipate negli anni precedenti e all’entità della partecipazione in esse posseduta. Il fondo di accantonamento è stato adeguato prendendo a riferimento l’ultimo risultato da bilancio societario approvato per le società che risultano partecipate al 31/12/2015.

Per effetto delle variazioni precedentemente illustrate le previsioni dell’esercizio 2016 delle entrate e delle spese risultano aumentate di euro 66.870.917,70, quanto alla competenza, di euro 142.406.887,64, quanto alla cassa. Le previsioni di competenza dello stato di previsione delle entrate e delle spese risultano aumentat e di Euro 101.570.318,35 per l’esercizio 2017 e di euro 40.163.970,84 per l’esercizio 2018.

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