n.211 del 28.07.2023 (Parte Prima)
Oggetto n. 7207 - Ordine del giorno n. 14 collegato all'oggetto 6990 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". A firma dei Consiglieri: Mumolo, Amico, Costi, Soncini, Maletti, Bondavalli, Molinari
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
la legge regionale n. 24/2001, agli articoli 38 e 39, ha istituito il Fondo regionale per l'accesso all'abitazione in locazione, per favorire l'accesso al mercato delle locazioni dei nuclei familiari meno abbienti. Le disponibilità del fondo sono utilizzate soprattutto per la concessione di contributi per il pagamento dei canoni di locazione.
II fondo è finanziato con le assegnazioni attribuite alla Regione in sede di ripartizione del fondo nazionale, di cui all' art. 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431, e con risorse regionali. I Comuni integrano con risorse proprie le disponibilità finanziarie loro assegnate.
La Regione definisce ogni anno con una delibera di Giunta regionale i criteri di riparto tra i Comuni, le modalità di individuazione dei beneficiari e le forme di utilizzazione delle risorse disponibili. I Comuni provvedono alla gestione del fondo, ad attivare le procedure di individuazione dei soggetti beneficiari, nonché a quantificare ed erogare i contributi.
Nel 2022 dell'intero pacchetto di risorse che hanno finanziato il Fondo regionale per l'accesso all'abitazione in locazione, esattamente 40.070.965 euro, 34.270.965 euro sono la quota dello specifico Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione assegnata all'Emilia-Romagna e 5 milioni e 800 mila euro sono i fondi stanziati dal bilancio della Regione e anch'essi destinati all'erogazione di contributi alle persone e nuclei familiari in difficoltà economica.
Premesso inoltre che
il 'Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione" è stato creato con la Legge n. 431/1998 e destinato alla concessione di contributi a sostegno, totale o parziale, del pagamento dei canoni di locazione sostenuti dalle famiglie in condizioni di disagio economico. Il fondo deve essere rifinanziato dal Governo ogni anno con la Legge di Bilancio e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti deve poi approvare entro il 31 marzo un decreto per distribuire alle Regioni le risorse del fondo, che vengono assegnate ai beneficiari attraverso bandi specifici attivati dai Comuni.
Con la Legge di Bilancio per il 2022, il governo Draghi ha stanziato per il fondo 230 milioni di euro, che ha poi aumentato a 330 milioni con un decreto del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili a luglio 2022 a seguito dell'intesa con la Conferenza Unificata.
Quest'anno invece, con la Legge di Bilancio per il 2023, il governo Meloni non ha stanziato alcuna risorsa per il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, non ottemperando ad una legge dello Stato, caricando su regione e comuni il problema crescente delle famiglie con bilanci sempre più assottigliati dall'inflazione e dal caro affitto.
Oltre a non stanziare risorse per il Fondo Affitto il Governo manca di qualsiasi proposta politica di natura strutturale al fine di regolare il mercato degli affitti residenziali e di provvedere a piani straordinari di edilizia residenziale pubblica: le politiche per la casa giocano un ruolo fondamentale nelle politiche per le famiglie, per le nuove generazioni e anche per la natalità.
L'abitazione è un bene essenziale per la persona, che la Costituzione protegge come diritto fondamentale, motivo per il quale Io Stato è tenuto a intervenire per aiutare coloro che non hanno una casa propria e vivono in povertà, offrendo servizi sociali come il sostegno agli affitti.
Rilevato che
il fondo per i contributi per l'affitto è indirizzato principalmente ai lavoratori poveri, cioè coloro che, nonostante un contratto di lavoro e un'attività occupazionale, non possono sostenere completamente il canone di locazione, spesso superiore al 50% del loro reddito famigliare; nel corso degli anni, il contributo affitto e i fondi per la morosità incolpevole sono stati un utile strumento per alleviare il disagio abitativo, evitando o ritardando gli sfratti e permettendo alle famiglie in difficoltà di trovare un'altra soluzione abitativa.
Questi contributi hanno anche contribuito a stabilizzare i costi degli affitti, facilitando la negoziazione tra inquilini a basso reddito e proprietari. Inoltre, poiché i proprietari possono contare sulla periodicità dell'assistenza, i contributi pubblici hanno maggiormente incentivato la registrazione regolare dei contratti di locazione, riducendo così l'evasione fiscale.
Rilevato inoltre che
la decisione del Governo di non finanziare il fondo affitti sta producendo un impatto devastante sulla già grave situazione abitativa del Paese, in un momento storico caratterizzato da aumento dei prezzi dell'energia, inflazione a livelli alti e in continuo aumento e crescita delle esecuzioni degli sfratti. ln queste condizioni, molte famiglie si trovano a dover affrontare situazioni letteralmente insostenibili nel mercato privato delle case, senza l'aiuto pubblico.
Il mancato finanziamento avviene in un contesto in cui gli affitti continuano a crescere a causa dell'inflazione galoppante a due cifre, mentre i salari e le pensioni perdono potere di acquisto; allo stesso tempo, gli interessi per l'apertura di nuovi mutui per l'acquisto di abitazioni sono notevolmente aumentati.
La mancanza di supporto statale per garantire il diritto alla casa per i meno abbienti rende difficile, se non impossibile, per le Regioni e i Comuni trovare le risorse necessarie per compensare il taglio del fondo, in un contesto in cui si sono dovuti accollare anche altri costi che in passato erano sostenuti dallo Stato.
Considerato che
il fondo affitto raccoglie sempre numerose domande di contributo: nel 2022, in Emilia-Romagna, sono state raccolte complessivamente circa 70 mila domande, circa un terzo in più rispetto a quelle raccolte nel 2021, in un trend di continuo aumento del fabbisogno che richiede la disponibilità di risorse adeguate.
Con la presente manovra di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025, si intendono finanziare ulteriori interventi e uno dei principali riguarda l'incremento di 7 milioni di euro per il Fondo regionale per l'accesso all'abitazione in locazione che, con i 2 milioni già stanziati, arriva a 9 milioni di euro.
Tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta regionale
a continuare ad agire in sede di Conferenze Stato-Regioni ed a sollecitare il Governo e il Parlamento affinché vengano ripristinate ed aumentare adeguatamente la dotazione finanziaria, almeno su base triennale, del fondo sociale per l'affitto, di cui alla legge n. 431/1998 e del fondo per la morosità incolpevole, di cui al D.L. n. 102/2013 convertito da L. n. 124/2013.
Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 25 luglio 2023