n.125 del 04.05.2016 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2477 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinché continui il confronto con l’Unione Europea per raggiungere una soluzione che possa condurre al ristoro degli obbligazionisti delle banche coinvolte dal decreto n. 183 del 22 novembre 2015 “Salva Banche” e per promuovere un'azione di sensibilizzazione verso le nuove banche che riconosca agli ex azionisti nuovi warrant. A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Caliandro, Montalti, Serri, Bagnari
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
nel 2009 un'ispezione della Banca d'Italia rilevava problematiche relative al credito per la Carife Spa, ed in particolare una posizione debitoria su Milano (Siano) che presentava significative difficoltà.
Nel settembre 2009, data la delicata situazione, l'allora Direttore generale, dottor Gennaro Murolo, veniva sostituito dal dottor Giuseppe Grassano; quest'ultimo, in più occasioni ufficiali prospettava un rapido risanamento e rilancio della banca; nell'aprile 2010, con la nomina del nuovo Consiglio e l'approvazione del primo bilancio in passivo della propria storia, la banca proseguì nell'opera di risanamento, sotto l'assiduo controllo della Banca d'Italia, che aveva disposto per Carife la vigilanza rafforzata.
Tra il mese di dicembre 2010 e aprile 2011, Carife ha definito il progetto di aumento di capitale mediante ricorso principalmente all'azionariato diffuso, cioè piccoli risparmiatori, famiglie e imprese. L'aumento di capitale per un importo di 150 milioni di euro, è stato sottoscritto in larghissima parte da famiglie e imprese del territorio ferrarese e completato con successo, portando il totale azionisti a più di 29.000, quindi con almeno 5.000 nuovi sottoscrittori, rispetto ai 24.000 che erano soci già da prima.
Nel settembre 2012 una nuova ispezione di Bankitalia ha portato ad ulteriori pesantissime svalutazioni dei crediti. Il bilancio 2012 è stato approvato, ad aprile 2013, con una perdita di quasi 105 milioni di euro.
Considerato che
nel frattempo Banca d'Italia aveva chiesto a Fondazione Carife di ricercare un partner industriale e, a quanto risulta, la fondazione aveva preso contatti con possibili interessati.
La Cassa di Risparmio di Ferrara è stata posta in regime di amministrazione straordinaria con decreto n. 151 del 27 maggio 2013 del Ministero delle finanze; tale regime è stato confermato dal Ministro dell'economia e delle finanze, con decreto del 26 maggio 2014, su proposta della Banca d'Italia, che ha disposto la proroga della procedura di amministrazione straordinaria della Cassa di Risparmio di Ferrara, capogruppo dell'omonimo gruppo bancario.
Nei mesi successivi i Commissari, in stretto coordinamento con Banca d'Italia, hanno operato una serie di dismissioni di banche controllate e di filiali, riducendo il perimetro di Carife al territorio originario. Contemporaneamente i sindacati aziendali hanno aderito ad un importante accordo di prepensionamenti, con oneri economici a carico dei dipendenti rimasti in servizio e consistenti effetti in diminuzione dell'organico e del costo del lavoro.
Nel periodo di commissariamento diversi Istituti hanno valutato l'acquisizione di Carife, ma che nessuna di queste possibili soluzioni ha dato i risultati sperati.
Evidenziato che
con decreto legge n. 183 del 22 novembre 2015, cosiddetto “salva banche”, il Governo Renzi ha individuato un sistema di salvataggio, che trovava immediata applicazione per quattro banche (Banca Marche, Carife, Carichieti, Banca Etruria) e per i loro amministratori uscenti, che si sostanzia nella creazione per ciascuno dei quattro istituti di una good bank cui affidare la prosecuzione delle relative attività bancarie e di una bad bank comune in cui lasciare tutti i crediti non riscossi cosiddetti «sofferenze» e che di fatto ha implicato il sacrificio degli azionisti e degli obbligazionisti subordinati con conseguenti effetti sui risparmi di 32.000 ferraresi e sull'intera economia provinciale.
Il territorio regionale è interessato dagli esiti della crisi di più banche investite dal richiamato decreto.
Impegna la Giunta
alla luce di quanto esposto in premessa, ad attivarsi nei confronti del Governo affinché continui il confronto con l’UE per raggiungere una soluzione che possa condurre al ristoro di tutti gli obbligazionisti;
ad attivarsi presso il Governo affinché venga promossa un'azione di sensibilizzazione verso le nuove banche e chi le acquisirà, per riconoscere agli ex azionisti nuovi warrant;
ad ipotizzare per i territori colpiti dalle crisi bancarie, in accordo con il Governo, nuovi strumenti di sviluppo per superare gli effetti di shock che queste crisi hanno creato.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 12 aprile 2016