n.362 del 13.11.2019 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 8981 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad affiancare il Comune di Marzabotto e il Comitato delle Celebrazioni nella realizzazione della proposta del Presidente del Parlamento Europeo sui temi della memoria del Novecento, nel proseguimento del sostegno alla promozione delle iniziative sui temi legati alla memoria e alla commemorazione storica nonché a trasmettere la presente risoluzione al Governo, ai Presidenti di Senato e Camera e al Presidente del Parlamento Europeo. A firma dei Consiglieri: Campedelli, Prodi, Tarasconi, Caliandro, Bagnari, Torri, Rossi, Taruffi, Serri, Poli, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Montalti, Rontini, Marchetti Francesca
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
la Regione Emilia-Romagna, come recita il Preambolo dello Statuto, si fonda sui valori della Resistenza al nazismo e al fascismo e sugli ideali di libertà e unità nazionale del Risorgimento e si basa sui principi e i diritti sanciti dalla Costituzione italiana e dall'Unione europea; consapevole del proprio patrimonio culturale, umanistico, ideale e religioso e dei principi di pluralismo e laicità delle istituzioni, opera per affermare:
a) i valori universali di libertà, eguaglianza, democrazia, rifiuto del totalitarismo, giustizia sociale e solidarietà con gli altri popoli del mondo e con le future generazioni;
b) il riconoscimento della pari dignità sociale della persona, senza alcuna discriminazione per ragioni di genere, di condizioni economiche, sociali e personali, di età, di etnia, di cultura, di religione, di opinioni politiche, di orientamento sessuale;
c) la pace e il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Visti
la legge 13/2005 della Regione Emilia-Romagna (Statuto);
la Costituzione della Repubblica italiana;
i principi universali dei diritti umani e i principi fondamentali dell'Unione europea in quanto comunità basata su valori comuni;
la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.
Considerato che
in Europa, nel corso del XX secolo, milioni di persone sono state deportate, incarcerate, torturate e assassinate da regimi totalitari e autoritari;
non deve essere mai dimenticata l'unicità dell'Olocausto perpetrato dal regime nazista;
la memoria delle vittime dei regimi totalitari e autoritari, così come il riconoscimento e la consapevolezza del retaggio comune europeo dei crimini commessi dalla dittatura stalinista, nazista e fascista, è di vitale importanza per l'unità dell'Europa e dei suoi cittadini;
i gruppi e i partiti politici apertamente neofascisti, neonazisti, razzisti e xenofobi incitano all'odio e alla violenza nella società;
la diffusione della retorica dell'odio online spesso conduce a un aumento della violenza, anche da parte di gruppi neofascisti;
la Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari, celebrata ogni anno il 23 agosto, ci ricorda che non dobbiamo dare per scontati la dignità, la libertà, la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani, e che la pace, la democrazia e i diritti fondamentali non sono un fatto acquisito.
Preso atto che
giovedì 19 settembre il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione intitolata “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, un documento presentato congiuntamente da esponenti dei principali gruppi per commemorare l’anniversario degli 80 anni dallo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Considerato inoltre che
la formula definitiva del testo, nato dalla sintesi di risoluzioni di diversi gruppi del Parlamento europeo, nonostante il condivisibile obiettivo di condannare ogni forma di totalitarismo, propone una lettura semplicistica, confusa e contradditoria di quanto avvenuto nel corso del Novecento:
- in primo luogo per quanto riguarda la sua aderenza storica, in particolar modo nel passaggio in cui si fa riferimento al famigerato patto Molotov-Ribbentrop come direttamente responsabile dello scoppio della Seconda guerra mondiale: una visione semplificata e di per sé non storicamente veritiera, dal momento che, come noto, lo stesso trattato di non aggressione tra Reich e Unione sovietica fu la diretta conseguenza delle mire espansionistiche di Hitler e della politica di “appeasement”, o accomodamento, voluta dal Regno Unito negli anni Trenta nella vana speranza di placare l’espansionismo tedesco (politica che culminò nel sostanziale avallo dato ad essa col Patto di Monaco nel 1938, dopo l’annessione dell’Austria, che sostanzialmente accoglieva quasi alla lettera le richieste tedesche per l'occupazione del territorio cecoslovacco dei sudeti);
- in secondo luogo perché, come altrettanto noto, la sconfitta del nazifascismo è stata possibile proprio dall’alleanza sul piano internazionale delle grandi potenze (in particolare USA, Regno Unito e Urss) e dal sacrificio delle forze partigiane e antifasciste nei territori occupati dai tedeschi e governati dai regimi fantoccio agli ordini del Reich, come la Repubblica sociale di Mussolini.
Condivide
l’intervento che il presidente del Parlamento europeo, on. David Sassoli, ha svolto a Marzabotto nella ricorrenza dell’eccidio il 6 ottobre 2019 – nel quale ha sottolineato l’esigenza di non “alimentare confusione fra chi fu vittima e chi fu carnefice” e la necessità di “evitare equivoci, alimentare revisionismi, pronunciare giudizi superficiali” e ha ricordato che “Equiparazioni improprie minano la nostra identità; revisionismi superficiali o interessati a giustificare quello che non può essere giustificato, provocano la perdita della nostra identità e non rendono giustizia, ad esempio, a quanti nelle formazioni partigiane comuniste e nel Partito comunista italiano hanno lottato insieme ad altri democratici per la nostra libertà, e hanno contribuito alla nascita della nostra Repubblica, sono stati fra i protagonisti alla Costituente e non hanno mai smesso di impegnarsi per rafforzare il nostro sistema democratico.”, impegnandosi ad avviare “un confronto fra il Comune di Marzabotto e il Comitato, insieme ai gruppi parlamentari al Parlamento europeo che hanno condiviso quella risoluzione” col fine di riaffermare la necessità di “Dire mai più totalitarismi in Europa, in un momento in cui le forze estremiste e neofasciste nei nostri paesi hanno ripreso fiato”.
Condanna
ogni forma di totalitarismo, a qualsiasi ideologia faccia riferimento, e ogni esperienza totalitaria e antidemocratica che ha segnato il Novecento europeo (sia in URSS con la dittatura stalinista e il cosiddetto socialismo reale, sia in Italia col fascismo di Mussolini, sia in Germania col nazismo di Hitler).
Riafferma
i valori di democrazia, solidarietà e libertà alla base della nostra Costituzione e delle radici dell’Unione Europea.
Rende omaggio
a tutte le vittime del nazismo, dello stalinismo e di altri regimi totalitari e autoritari come il fascismo.
Ribadisce
che nel XX secolo i regimi nazista, stalinista e fascista hanno privato della libertà milioni di persone, causato omicidi di massa, genocidi, deportazioni, ingiustizie e perdite di vite umane e di libertà a un livello mai sperimentato sinora nella storia dell'umanità.
Impegna la Giunta, il suo Presidente e la Presidente dell’Assemblea legislativa
ad affiancare il Comune di Marzabotto e il Comitato delle Celebrazioni nella realizzazione della proposta del Presidente del Parlamento europeo per svolgere un momento di incontro tra le delegazioni dei partiti del Parlamento europeo a Marzabotto sui temi della memoria;
a proseguire e incentivare in vista del 75esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale le sue iniziative sui temi della memoria del Novecento, continuando a fornire un sostegno effettivo ai progetti volti a promuovere la memoria e la commemorazione storica;
a trasmettere la presente risoluzione al Governo, ai Presidenti di Senato e Camera e al Presidente del Parlamento europeo.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 15 ottobre 2019