n. 38 del 03.03.2010 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 5361 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mazzotti, Salsi, Beretta, Bortolazzi e Pedulli circa le azioni da porre in essere per avviare un dialogo con tutti i soggetti interessati e per il ritiro o la modificazione del Decreto legislativo n. 169 (c.d. Decreto Romani) in materia di telecomunicazioni e reti informatiche
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
premesso che
il Decreto legislativo n. 169 sulla Tv, ribattezzato Decreto Romani, che è oggetto di discussione in questi giorni al Parlamento, se entrerà in vigore così come è formulato nella sua stesura attuale, metterà a rischio internet e le potenzialità di questo strumento di comunicazione, commercio, informazione;
il decreto, nella stesura attuale, è gravemente lesivo della libertà di informazione e di espressione che sono valori fondanti la nostra Carta Costituzionale e del vivere civile;
evidenziato che
il decreto in oggetto rischia di mettere a dura prova il sistema Internet italiano, con annessi problemi dal punto di vista della perdita dei posti di lavoro e della liquidazione di numerose aziende che con il web hanno trovato una dimensione di affari e di vitalità senza precedenti;
ritenuto che
la norma, così congegnata, imporrebbe infatti dei limiti all’attività imprenditoriale delle aziende che hanno sede nel nostro Paese incentivando di fatto la delocalizzazione verso quei Paesi ove le norme sono più favorevoli;
il decreto, nel prevedere l’autorizzazione preventiva da parte dell’Autorità per le garanzie delle Comunicazioni per trasmettere via web, introduce un elemento che limita il funzionamento di internet vanificando alcune caratteristiche che ne hanno fatto un mezzo veloce, dinamico e puntuale;
a tal proposito lo stesso Presidente dell’AGCOM nell’auspicare che si prendano provvedimenti nei confronti di chi attraverso la rete commette attività criminali, ha espresso forti perplessità su un filtro ex ante che oltre ad essere un intervento puramente burocratico, poiché non si sa se il sito delinquerà o meno, non tiene neanche conto del fatto che i siti internet sono come la testa dell’Idra, ne chiude uno e se ne apre un altro;
sottolineato che
lo schema del Decreto Romani è doppiamente censurabile: per l’eccesso di potere nell’esercizio della delega rilasciata dal Parlamento e per violazione dell’ordinamento comunitario soprastante;
valutato che
ad oggi sono necessarie alcune misure tese ad assicurare maggiori responsabilità per i provider con particolare riferimento ai contenuti pubblicati sul web che in alcuni casi ledono il diritto d’autore. Questo testo, così com’è formulato, rischia invece di essere unicamente un bavaglio per internet;
viene incomprensibilmente previsto l’obbligo del pagamento del canone RAI da parte di coloro che posseggono un collegamento ad internet;
impegna la Giunta
ad attivarsi in tutte le sedi opportune ivi compresa la Conferenza Stato-Regioni perché si avvii un dialogo con tutti i soggetti interessati ed il Decreto vada ritirato o modificato radicalmente;
ad adoperarsi perché siano lasciate intatte nel Decreto Romani le attuali disposizioni sulla tutela del prodotto audiovisivo europeo e sugli affollamenti pubblicitari e vengano stralciate le norme relative a Internet;
ad adoperarsi per una riforma dei mezzi d’informazione rispettosa del Principio di Libertà, salvaguardando la rete da attacchi strumentali e poco orientati alla riaffermazione della legalità;
a favorire un approccio più ampio al tema della disciplina della rete con l’applicazione di quelle linee guida condivise che stanno emergendo dai colloqui che si stanno ponendo in essere tra Unione Europea, Stati Uniti e Giappone.
Approvata a maggioranza nella seduta antimeridiana del 9 febbraio 2010 ><p>