n.73 del 12.03.2014 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 5113 - Risoluzione proposta dalla consigliera Donini per impegnare la Giunta, in merito alla vertenza Electrolux, a farsi parte attiva nel tavolo di confronto presso il Governo, convocare i vertici aziendali dello stabilimento di Forlì ed i sindacati per tutelare i diritti dei relativi lavoratori, penalizzando inoltre la delocalizzazione delle imprese
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
già un anno fa il gruppo svedese Electrolux, uno dei maggiori produttori di elettrodomestici su scala mondiale, annunciò esuberi per più di 1000 dipendenti in Italia, adducendo la crisi del mercato europeo, mentre l’azienda negli altri continenti affermava che i risultati rimanevano di buon livello;
i dipendenti italiani sono oltre 6000, di cui quasi 1000 nella nostra regione, nello stabilimento di Forlì (cui vanno aggiunti i lavoratori dell’indotto);
a fine 2013, il Gruppo Electrolux aveva presentato una riorganizzazione delle proprie strutture produttive, con un piano che riguardava anche gli stabilimenti italiani, compreso quello di Forlì;
tale riorganizzazione si traduceva, in quella fase, nella delocalizzazione degli stabilimenti in altri Paesi: la multinazionale, infatti, dichiarava costi di produzione troppo alti in Italia, in relazione, soprattutto, alle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori e non, per esempio, ad altre tipologie di costi (energia, trasporti, ecc.);
nei giorni scorsi, l’Electrolux ha affermato la volontà (poi smentita) di chiudere lo stabilimento di Porcia (PN), mentre per gli altri tre stabilimenti, in alternativa alla delocalizzazione, la multinazionale svedese ha proposto tagli al salario;
tali proposte violano i contratti e le normative sul lavoro nel nostro paese.
Considerato che
la motivazione addotta da Electrolux, ossia che il costo del lavoro in Italia sarebbe troppo alto, è un’affermazione non corretta e non provabile, perché i salari delle lavoratrici e dei lavoratori italiani sono tra i più bassi d’Europa, mentre il numero di ore lavorate è tra i più alti, né è vero che il costo complessivo del lavoro sia superiore a quello della maggior parte dei paesi europei, perché, invece, è più basso di quello di altri paesi quali Svezia, Germania, Francia, Inghilterra;
la verità è che Electrolux vuole realizzare sovraprofitti a spese delle lavoratrici e dei lavoratori facendo tornare il lavoro ad una condizione di miseria e schiavitù, pur continuando con le stesse politiche che hanno prodotto la crisi: i prodotti, infatti, non si vendono a causa della difficoltà di spendere causata dai bassi salari, mentre i sovraprofitti delle multinazionali finiscono nel circuito della speculazione finanziaria;
si richiede da tempo una legge nazionale contro le delocalizzazioni produttive che pretenda la restituzione di tutti i contributi e le agevolazioni pubbliche ricevute dalle imprese che vogliano delocalizzare; a questo proposito, è stata anche depositata una proposta di legge regionale.
Ritenuto che
la strategia della Electrolux vada fermata, perché se passa, quello stesso modello sarà imposto a tutte le lavoratrici e i lavoratori italiani: si ricordi che già in passato, proprio in quegli stabilimenti, si sono tentate operazioni in violazione dei diritti dei lavoratori e dei contratti (es. il lavoro a chiamata);
difficilmente, proposte del genere sarebbero avanzate ad esempio in Svezia, paese in cui ha sede legale la Electrolux, e che le forti restrizioni immaginate per il mercato del lavoro in Italia e per i livelli salariali sono fuori da ogni logica anche di natura europea;
la presenza della Electrolux sul territorio emiliano-romagnolo chiede anche da parte della Regione Emilia-Romagna un impegno per trovare una soluzione rispetto alla condizione dei lavoratori dello stabilimento di Forlì.
Impegna la Giunta regionale
a continuare a seguire e a farsi parte attiva nel tavolo di confronto presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, cui partecipano anche rappresentanti delle Regioni coinvolte (oltre all’Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Veneto e Lombardia);
a convocare i vertici aziendali dello stabilimento forlivese Electrolux e i sindacati per manifestare formalmente la contrarietà della Regione a soluzioni che cancellano diritti e tutele delle lavoratrici e dei lavoratori;
ad attuare provvedimenti che penalizzino le imprese che decidano di delocalizzare la produzione.
Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana dell'11 febbraio 2014