n. 147 del 27.10.2010 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 561 - Risoluzione proposta dai consiglieri Luciano Vecchi, Costi, Monari, Pariani, Donini, Barbati, Naldi, Montanari, Bonaccini, Garbi, Zoffoli, Pagani, Alessandrini, Mori, Ferrari, Carini, Riva, Meo, Grillini, Mumolo, Moriconi, Casadei, Marani e Cevenini sulla tragedia consumata a Novi di Modena
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
a Novi di Modena, alcuni giorni fa si è consumata una tragedia che ha visto vittima Nosheen Butt, giovane di 20 anni - la quale si è ribellata ad un matrimonio combinato dal padre, Butt Hamad Kahn - e la madre che, dopo aver appoggiato le rimostranze della ragazza, è stata uccisa dal marito;
la ragazza che ora versa in gravissime condizioni all’ospedale di Baggiovara invece è stata tramortita a sprangate dal padre e dal fratello Humair Butt di 19 anni;
la ministra per le pari opportunità ha dichiarato che si costituirà parte civile nel procedimento penale avverso i signori Butt Hamad Kahn e Humair Butt, rispettivamente padre e fratello di Nosheen;
tale drammatico episodio ha suscitato sgomento nella comunità novese e a livello nazionale.
Considerato che
circa il 70% delle vittime di omicidi compiuti tra le mura domestiche sono donne e la violenza in famiglia resta la prima causa di morte violenta delle donne tra i 16 e i 44 anni;
la violenza sulle donne rappresenta un’emergenza costante nel mondo e un fenomeno drammatico anche nel nostro Paese e nella nostra regione, sia per le collettività immigrate che per il 31,9% delle donne italiane, le quali, secondo i dati ISTAT, hanno subito violenza nel corso della vita e nella maggior parte dei casi da parte dei propri partner;
questa situazione, che attiene alla garanzia di libertà e diritti fondamentali, richiede un’attenzione particolare e rinnovata da parte delle Istituzioni, con iniziative capaci anche di incidere sul retroterra culturale e valoriale che la genera.
Valutato che
siamo di nuovo di fronte alla uccisione di una donna e al grave ferimento di un’altra per mano di un familiare e in questo come in altri casi una madre ha cercato di sostenere le ragioni di libertà di sua figlia, ribellandosi all’oppressione familiare;
moltissime donne migranti guardano alle libertà femminili, conquistate con lotte durissime, con speranza e come ad una grande opportunità: le giovani, ma non solo, sperano e sognano di poter studiare, lavorare, non sottostare alle violenze patriarcali, di scegliere liberamente se e quando diventare mogli e madri;
per molte di loro vivere in Italia sotto una pesante oppressione familiare significa rischiare di perdere quei diritti che in alcuni dei loro Paesi di origine sono ormai legge.
Sottolineato che
il caso in oggetto rappresenta la dimostrazione che è in atto un veloce processo di integrazione che coinvolge prima di tutto i giovani e le donne che colgono nella vita delle nostre città un’opportunità di crescita personale, culturale e sociale, per loro e per i figli;
pertanto, bisogna attivarsi per garantire a tutti la possibilità di vivere in un Paese, capace di aiutare chi è più vulnerabile ad affermare le proprie aspirazioni e la propria personalità;
solo attraverso l’affermazione dei diritti e dei doveri di cittadinanza è possibile contrastare ogni violenza contro le donne.
Tutto ciò premesso e considerato
l’Assemblea legislativa
condanna fermamente la riduzione in fin di vita di Nosheen Butt e l’omicidio della madre;
riafferma la propria condanna ad ogni interpretazione di religione e tradizione volta a negare gli inviolabili diritti di cui ogni persona deve giustamente fruire;
accoglie, incoraggia e promuove il rifiuto da parte delle donne dell’oppressione e della violenza.
Impegna la Giunta regionale
a valutare di costituirsi parte civile nel procedimento penale avverso i signori Butt Hamad Kahn e Humair Butt, rispettivamente padre e fratello di Nosheen, per il pieno dispiegarsi della pena;
a proseguire e rafforzare il proprio impegno, in sinergia con gli Enti locali, in azioni di prevenzione e di sensibilizzazione della società regionale, di contrasto alla violenza sulle donne e di sostegno alle vittime;
a coinvolgere soprattutto i giovani - attraverso le scuole, i consultori, le Associazioni - in iniziative di promozione di una cultura della parità fra generi e di rispetto per gli altri, nella consapevolezza che l’arma più efficace per combattere questi episodi è l’educazione.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 7 ottobre 2010