n.18 del 28.01.2015 periodico (Parte Seconda)

Parere su progetto di variante al piano stralcio per l'assetto idrogeologico del bacino dei fiumi Marecchia e Conca (PAI): integrazione e aggiornamento cartografico del dissesto dei 7 Comuni dell'Alta Val Marecchia e delle fasce di territorio di pertinenza del rio Melo, adottato con deliberazione n. 3 del 14/12/2012 del Comitato Istituzionale dell'Autorità Interregionale di Bacino Marecchia - Conca

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Visti:

  • il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante "Norme in materia ambientale";
  • la Legge Regionale 13 giugno 2008, n. 9, recante “Disposizioni transitorie in materia di valutazione ambientale strategica e norme urgenti per l’applicazione del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”;
  • il decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante “Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente”, come convertito dalla Legge 27 febbraio 2009, n. 13;

Considerato che:

  • l’art. 63, comma 1, del D.Lgs. 152/2006 istituisce le Autorità di bacino distrettuale; lo stesso articolo al comma 3 dispone la soppressione delle Autorità di bacino previste dalla Legge 18 maggio 1989, n. 183, a far data dal 30 aprile 2006 e l’esercizio delle relative funzioni alle Autorità di bacino distrettuale; al comma 2 dispone l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per il trasferimento delle funzioni e per il regolamento del periodo transitorio, che a tutt’oggi non è stato ancora emanato;
  • l’art. 170, comma 2-bis, del D.Lgs. 152/2006 dispone la proroga delle Autorità di bacino di cui alla L. 183/1989, fino alla data di entrata in vigore del D.P.C.M., di cui al comma 2 del sopracitato art. 63; al comma 11 mantiene validità ed efficacia di provvedimenti ed atti emanati in attuazione delle disposizioni di legge abrogate dall’art. 175 del medesimo D.Lgs.;
  • l’art. 68 del D.Lgs. 152/2006, relativo alle procedure di adozione dei progetti di piano stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico, di cui al comma 1 dell’art. 67 del medesimo decreto legislativo, dispone, al comma 1, che tali progetti di piano siano adottati con le modalità di cui all’art. 66 del medesimo D.Lgs. 152/2006;
  • l’art. 66 del D.Lgs. 152/2006 fa riferimento agli organi delle Autorità di Distretto di cui all’art. 63 del medesimo decreto legislativo, non ancora istituite;
  • l’art. 3 della L.R. 9/2008 dispone, al fine di garantire l’incolumità pubblica e la sicurezza territoriale, senza soluzione di continuità, il proseguimento dell’attività amministrativa delle Autorità di bacino che operano sul territorio, fino alla nomina degli organi delle Autorità di bacino distrettuali di cui all’articolo 63 del D.Lgs. n. 152 del 2006;
  • l’art. 2 del D.L. 208/2008, convertito dalla L. 13/2009, fa salvi altresì gli atti posti in essere dalle Autorità di bacino dal 30 aprile 2006;

Visti pertanto:

  • l'art. 15 della L. 183/1989, che individua i bacini di rilievo interregionale, tra i quali il Marecchia e il Conca;
  • la deliberazione del Consiglio regionale n. 587 del 23 luglio 1991, recante “Intesa Interregionale per la costituzione dell'Autorità di Bacino del Marecchia e del Conca - Legge 18 maggio 1989, n.183, art. 15”;
  • l’art. 6 “Varianti e aggiornamenti al Piano Stralcio”, comma 1, delle Norme del Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico del Bacino Interregionale Marecchia - Conca (in seguito denominato P.A.I.) adottato dal Comitato Istituzionale dell'Autorità Interregionale di Bacino Marecchia - Conca, con deliberazione n. 2 del 30 marzo 2004 e approvato, per le parti di propria competenza territoriale, con propria deliberazione n. 1703 del 6 settembre 2004, ai sensi dell'art. 19 della L. 183/1989;

Vista inoltre la legge 3 agosto 2009, n. 117, recante "Distacco dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione", per i cui effetti sono aggregati alla Regione Emilia-Romagna, nell'ambito della Provincia di Rimini dal 15/8/2009;

Premesso che l'Autorità Interregionale di Bacino Marecchia – Conca:

  • con deliberazione n. 3 del 14 dicembre 2012 del Comitato Istituzionale ha adottato il “Progetto di Variante al Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.)- (comma 1, art. 6 delle Norme P.A.I.):

a) Aggiornamento “Aree in dissesto da assoggettare a verifica” e modifica e integrazione Carta Inventario del Dissesto - Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello (Provincia di Rimini);

b) Integrazione e aggiornamento cartografico artt. 8, 9 e 10 P.A.I: “fasce di territorio di pertinenza dei corsi d’acqua” - Rio Melo (Comune di Rimini, Riccione e Comune di Coriano - Provincia di Rimini)”

successivamente indicato come Progetto di variante;

  • ha trasmesso alla Regione Emilia-Romagna, con nota prot. n. 55 del 5/2/2013, il Progetto di variante per gli adempimenti di cui al combinato disposto dell'art. 19, comma 1, e dell'art. 18, commi 6 e 9, della L. 183/1989;
  • ha dato notizia, nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna n. 20 del 30/01/2013, dell'avvenuta adozione del Progetto di variante e ha reso noto che gli atti ad esso relativi erano depositati, ai fini della consultazione, presso la sede della Autorità di Bacino medesima e presso la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Rimini e la Comunità Montana Alta Val Marecchia;

Constatato che:

  • il Progetto di variante in esame è costituito dai seguenti elaborati:
  1. Relazione;
  2. Elaborati grafici:

Tavv. 1.1,1.2,1.3, 1.4, 1.5 e 1.6 - Inventario dei dissesti (scala 1:25.000);

Tavv. 4.1,..., 4.6 - Quadro Generale del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (scala 1:25.000);

Allegato 3 - Elaborato 5.1 - Esondabilità attuale e rischio attuale Torrente Melo (scala 1:5.000);

Allegato 4 - Elaborato 5.1 - Fasce fluviali e interventi previsti Torrente Melo (scala 1:5.000);

Preso atto che:

  • entro il termine previsto sono pervenute alla Regione Emilia-Romagna le seguenti 5 osservazioni, come di seguito specificato, con indicazione dei soggetti firmatari, del protocollo assegnato e della data di arrivo:

Osservazione n. 1 - 2 - 3:

CABE S.r.l. a firma illeggibile del Delegato

Prot. n. PG.2013.104615 del 29/4/2013

Osservazione n. 4:

SERBER s.n.c. a firma del legale rappresentante Sergio Berardi

Prot. n. 150 del 14/3/2013 dell’Autorità di Bacino che l’ha trasmessa alla Regione, prot. n. PG.2013.977078 del 18/4/2013

Osservazione n. 5:

Mario Berardi

prot. n. PG.2013.103680 del 26/04/2013

  • tali osservazioni, la cui sintesi è riportata nell’Allegato A, sono state oggetto di istruttoria al fine dell’espressione regionale in merito, come riportato nell’Allegato A1;

Dato atto inoltre che:

  • il Direttore Generale all'Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa ha convocato, con nota prot. PG.2014. 263350 del 15/7/2014, le Direzioni Agricoltura, Attività produttive, Commercio e Turismo, Programmazione territoriale e negoziata, l’Agenzia regionale di Protezione Civile, nonché i propri Servizi direttamente interessati, per illustrare il Progetto di variante ed acquisire le valutazioni di rispettiva competenza necessarie alla formazione del parere regionale, da proporre alla Conferenza programmatica di cui all’art. 1-bis del D.L. 279/2000, convertito dalla L. 365/2000;
  • l’Assessore alla Sicurezza territoriale. Difesa del Suolo e della Costa. Protezione Civile, con nota Prot n. PG.2014.260014 del 11/7/2014, ha convocato la Conferenza programmatica, come previsto dal comma 3 dell’art. 1-bis del D.L. 279/2000 convertito dalla L. 365/2000;
  • il Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica ha effettuato l’istruttoria del Progetto di variante ed ha predisposto, in accordo col Servizio Tecnico di Bacino Romagna, sede di Rimini, e con l’Autorità di bacino, il parere istruttorio regionale presentato nella suddetta Conferenza programmatica; tale parere, denominato “Parere in merito al Progetto di variante al Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico del Bacino dei Fiumi Marecchia e Conca(comma 1, art. 6 delle Norme del P.A.I.):

a. Aggiornamento “Aree in dissesto da assoggettare a verifica” e modifica e integrazione Carta Inventario del Dissesto, Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello (Provincia di Rimini), scala 1:10.000 (recepimento aggiornamento, integrazione ed omogeneizzazione della cartografia del dissesto predisposta dalla Regione Emilia-Romagna)

b. Integrazione e aggiornamento cartografico artt. 8 e 9, P.A.I: “fasce di territorio di pertinenza dei corsi d’acqua” - Rio Melo Comune di Riccione e Comune di Coriano - Provincia di Rimini)”

adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità Interregionale di Bacino Marecchia - Conca, con deliberazione n. 3 del 14/12/2012”, in seguito denominato parere istruttorio regionale, è riportato nell’Allegato B alla presente deliberazione;

  • la Conferenza programmatica, che si è svolta in data 22/07/2014 ed in seduta unica ad ambito sovraprovinciale, secondo quanto disposto con propria deliberazione n. 1236 del 3/09/2013, si è espressa sul Progetto di variante; tutti gli interventi dei presenti alla Conferenza sono stati verbalizzati e il verbale, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione, è riportato nell’Allegato C;

Rilevato che il Progetto di variante:

  • relativamente al punto a), procede all’integrazione e all’aggiornamento cartografico del dissesto, per il territorio dei sette comuni dell’Alta Val Marecchia, a seguito della loro aggregazione alla Provincia di Rimini (Tavv. da 1.1 a 1.6); tale aggiornamento è stato elaborato da uno specifico Tavolo tecnico, composto da geologi dei competenti servizi regionali, della Provincia e dell’Autorità di bacino, istituito con determina del Direttore generale Ambiente, Difesa del suolo e della Costa n. 4775/2010, ed ha comportato tra l’altro che l’indice di franosità, ovvero la percentuale territorio in frana rispetto alla superficie totale del territorio, dei sette Comuni dell’Alta Val Marecchia sia sceso dal 46.4% al 38%;
  • relativamente al punto b), procede all’integrazione e all’aggiornamento cartografico delle fasce di territorio di pertinenza dei corsi d’acqua per il Rio Melo; sulla base di una nuova analisi idraulica sono state aggiornate le fasce fluviali esistenti e sono stati aggiunti circa 3 Km di nuove fasce, con un incremento di circa il 40% del tratto del Torrente Melo tutelato da fasce fluviali;
  • non prevede una specifica normativa ma ripropone integralmente le Norme del P.A.I., le cui “Prescrizioni sono applicate quali misure di salvaguardia dalla data di adozione del Progetto di variante, fino alla data di approvazione della Variante al P.A.I.;

Considerato che il Progetto di variante si inserisce adeguatamente nel percorso tracciato dal P.A.I., aggiornandone e integrandone il quadro conoscitivo e i contenuti, sulla base di adeguati e specifici nuovi rilievi, studi ed analisi;

Preso atto che la Conferenza programmatica, come risulta dal verbale (Allegato C), ha condiviso il parere istruttorio regionale (Allegato B) ed ha espresso parere favorevole sul Progetto di Variante;

Visto il disposto dell’art. 18, comma 9 della L. 183/1989 e s.m.i. in base al quale la Regione è tenuta ad esprimere le proprie valutazioni sulle osservazioni pervenute, come riportato nell’Allegato A1;

Ritenuto opportuno proporre all’Autorità di bacino di effettuare le modifiche conseguenti alle valutazioni espresse sulle osservazioni pervenute, come riportato nell’Allegato A1;

Dato atto inoltre:

  • della nota n. PG.2013.284091 del 15/11/2013 del Dirigente Responsabile del Servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia-Romagna in merito all’esito positivo della pre-Valutazione di incidenza, ai sensi della Legge Regionale Emilia-Romagna n. 7/2004 e della Direttiva approvata con propria deliberazione n. 1191 del 30 luglio 2007;
  • che l’Autorità di bacino ha dato avvio alla procedura di verifica di assoggettabilità a VAS il 29/8/2013;

Richiamate:

  • la L.R. n. 43 del 26 novembre 2001 avente ad oggetto "Testo Unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna";
  • la propria deliberazione n. 2416 del 29 dicembre 2008 concernente "Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull'esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/2008. Adeguamento e aggiornamento della delibera n. 450/2007";
  • la propria deliberazione n. 2060 del 20 dicembre 2010 concernente “Rinnovo incarichi a direttori generali della giunta regionale in scadenza al 31/12/2010";

Dato atto del parere allegato;

Su proposta dell'Assessore alla Sicurezza territoriale. Difesa del Suolo e della Costa. Protezione Civile, Paola Gazzolo,

A voti unanimi e palesi

delibera:

  1. di prendere atto delle risultanze della Conferenza programmatica tenutasi il 22/7/2014 e di trasmetterne il verbale all’Autorità Interregionale di Bacino Marecchia - Conca, riportato nell’Allegato C alla presente deliberazione, da cui si evince che la Conferenza programmatica ha sostanzialmente condiviso il parere istruttorio regionale, riportato nell’Allegato B, ed ha espresso parere favorevole sul Progetto di variante;
  2. di esprimersi sulle osservazioni pervenute, sintetizzate nell’Allegato A, nei termini di cui all’Allegato A1 e di proporre all’Autorità di bacino di effettuare le modifiche che ne conseguono;
  3. di precisare che i citati Allegati A, A1, B e C sono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
  4. di inviare copia del presente atto deliberativo, completo di tutti gli allegati, all’Autorità Interregionale di Bacino Marecchia - Conca, per gli adempimenti di competenza;
  5. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.

ALLEGATO A

SINTESI DELLE OSSERVAZIONI PERVENUTE

Osservazioni nn. 1 - 2 - 3 - CABE S.r.l.

La ditta CABE S.r.l. ha presentato tre osservazioni che hanno per oggetto l’area dell’ex miniera Buzzi – Unicem S.p.A., sottoposta ad intensa e prolungata estrazione di marne e calcari marnosi da cemento, di cui la CABE ha rilevato la proprietà ed ha assunto i connessi adempimenti di gestione sanciti da apposita convenzione col Comune di San Leo.

Osservazione n. 1

Nella prima osservazione viene chiesto lo stralcio nella cartografia del P.A.I. vigente delle perimetrazioni di pericolosità geologica da assoggettare ad approfondimento e verifica ai sensi dell’art. 17 delle norme di Piano e di non introdurre nel Progetto di variante ulteriori perimetrazioni di pericolosità geologica in adeguamento alla Carta Inventario del Dissesto essendo il contesto territoriale in esame sottoposto a regime convenzionato di controllo e manutenzione.

Osservazione n.2

Nella seconda osservazione viene chiesto lo stralcio di un’area in dissesto attivo presente nelle tavole del progetto di Variante e individuato negli allegati cartografici all’osservazione, in quanto sono stati ultimati interventi di sistemazione e consolidamento convenzionati con il Comune di San Leo e in quanto l’area in oggetto è ricompresa all’interno di una pertinenza mineraria per la quale ricorrono gli obblighi da parte del proprietario di manutenzione e ripristino dei profili di sistemazione finale. Alla osservazione è allegata documentazione cartografica e fotografica, il verbale di collaudo per la chiusura concessione mineraria, la convenzione tra Comune di San Leo e Cabe S.r.l. per opere di manutenzione e sistemazione della pertinenza ex-mineraria, una proposta di deperimetrazione.

Osservazione n. 3

Nella terza osservazione viene chiesto lo stralcio di un’area in dissesto quiescente e la riperimetrazione di un’area in dissesto attivo presenti nelle tavole del progetto di Variante, a sostegno di tale richiesta è allegata una Relazione geologica, a firma dei geologi Fabio Fabbri e Arianna Lazzerini, datata aprile 2013.

Osservazione n. 4 - SERBER s.n.c.

L’osservante chiede che l’area a rischio idraulico molto elevato in località Case Fornace in Comune di Riccione, codice P.A.I. 3ME_R4, venga riclassificata con un rischio inferiore coerente con un tempo di ritorno delle piene compreso tra 200 e 500 anni, sulla base di interventi di riduzione e contenimento del rischio idraulico realizzati dal Comune di Riccione e dal “Genio Civile”, che vengono genericamente indicati come agli atti delle Amministrazioni ma di cui non viene fornita nessuna documentazione o indicazione.

Osservazione n. 5 - Mario Berardi

L’osservante chiede che l’area a pericolosità elevata e molto elevata, codice P.A.I. 2.16, e l’area a rischio elevato e molto elevato, codice P.A.I. 2.21_R, per dissesti in atto o quiescenti, vengano modificate e ridotte, escludendo i terreni di sua proprietà che vi ricadono, in comune di Novafeltria.

A sostegno della richiesta viene allegata all’osservazione una Relazione geologica a firma del Geologo Fabio Fabbri dell’aprile 2013.

ALLEGATO A1

ESPRESSIONE REGIONALE SULLE OSSERVAZIONI PERVENUTE

Osservazioni nn. 1 - 2 - 3 - CABE S.r.l.

Osservazione n. 1

La legenda della carta del dissesto regionale comprende frane e depositi antropici tra i depositi di copertura cartografati. In particolare i depositi di frana oggetto di interventi di consolidamento, privi di evidenze di movimento in atto, rientrano tra le frane quiescenti, in quanto l’intervento antropico è soggetto a deterioramento e deve essere periodicamente mantenuto, per dare garanzie di stabilizzazione e di tenuta nel tempo.

Il P.A.I. si basa su tale cartografia per individuare le aree in dissesto (Tavv. 1.1,1.2,1.3, 1.4, 1.5 e 1.6 - Inventario dei dissesti - scala 1:25.000) che sono rappresentate nelle Tavv. 4.1, 4.2, 4.3, 4.4, 4.5 e 4.6 - Quadro generale del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (scala 1:25.000), quali aree da sottoporre alla verifica prevista dall’art. 17 delle Norme, al fine di definirne nel dettaglio la pericolosità.

In aree che sono state soggette ad attività estrattiva si possono verificare frane ed infatti anche nell’area di interesse si è verificato un dissesto opportunamente cartografato nella carta del dissesto regionale. La convenzione tra la ditta CABE e il Comune di San Leo prevede interventi di ripristino superficiale del versante e del sistema di drenaggio superficiale, che non possono dare sufficienti garanzie di stabilizzazione di un versante. Pertanto questo tipo di frane possono essere modificate solo con adeguati approfondimenti secondo i disposti dell’art. 17, come risulta anche dall’osservazione n. 2.

Inoltre, nell’area di proprietà della ditta CABE, sottoposta a convenzione di manutenzione col Comune di San Leo, sono presenti alcune frane attive o quiescenti, non connesse alla attività estrattiva in essa esercitata, che possono essere modificate solo con adeguati approfondimenti secondo i disposti dell’art. 17 delle Norme del P.A.I., come risulta anche dall’osservazione n. 3.

Osservazione non accolta.

Osservazione n. 2

La porzione inferiore della frana, oggetto di osservazione, è stata eliminata dalla cartografia in quanto è stato completamente rimosso il detrito accumulato ed è stata ripristinata la morfologia del versante. Dalle foto aeree del 2011 la nicchia di distacco sembra interessare anche il substrato e non solo la copertura detritica. La convenzione tra la ditta CABE e il Comune di San Leo prevede interventi di ripristino superficiale del versante e del sistema di drenaggio superficiale. Pertanto la porzione superiore della frana è stata mantenuta nella carta del dissesto con stato di attività quiescente, in accordo con quanto previsto dalla cartografia del dissesto della Regione, ove i corpi di frana oggetto di interventi di consolidamento, privi di evidenze di movimento in atto, rientrano tra le frane quiescenti. L’intervento antropico è infatti soggetto a deterioramento e deve essere periodicamente mantenuto, non dando garanzie di stabilizzazione e di tenuta nel tempo. La frana modificata è riportata nello stralcio cartografico di figura 1.

Osservazione parzialmente accolta.

Osservazione n. 3

Si condividono sostanzialmente le modifiche cartografiche dei dissesti proposte con alcune modifiche e integrazioni, come da cartografia riportata in figura 1.

Osservazione parzialmente accolta.

Osservazione n. 4 - SERBER s.n.c.

Le valutazioni di carattere idraulico e morfologico del corso d’acqua nel suo assetto attuale, conseguente anche agli interventi realizzati dal Comune di Riccione e agli interventi di manutenzione eseguiti dal Servizio Tecnico di Bacino Romagna, conducono a ritenere che le condizioni di esondabilità e di rischio dell’area oggetto di osservazione non sono modificabili.

Osservazione non accolta.

Osservazione n. 5 - Mario Berardi

Il Progetto di variante in esame ha come oggetto l’aggiornamento delle “Aree in dissesto da assoggettare a verifica” (art. 17 delle Norme del P.A.I.), mentre non sono oggetto del Progetto di variante le perimetrazioni delle aree a rischio e pericolosità per dissesti in atto o quiescenti (artt. 14, 15 e 16 delle Norme del P.A.I.).

Osservazione non pertinente.

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ALLEGATO B

 22 luglio 2014

Sala Marvelli della Provincia di Rimini

Via Dario Campana 64 - Rimini

Conferenza programmatica

Parere in merito al “Progetto di variante al Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico del Bacino dei Fiumi Marecchia e Conca (comma 1, art. 6 delle Norme del P.A.I.):

a) Aggiornamento “Aree in dissesto da assoggettare a verifica” e modifica e integrazione Carta Inventario del Dissesto, Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello (Provincia di Rimini), scala 1:10.000 (recepimento aggiornamento, integrazione ed omogeneizzazione della cartografia del dissesto predisposta dalla Regione Emilia-Romagna);

b) Integrazione e aggiornamento cartografico artt. 8 e 9, P.A.I: “fasce di territorio di pertinenza dei corsi d’acqua” – Rio Melo Comune di Riccione e Comune di Coriano - Provincia di Rimini)”

adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità Interregionale di Bacino Marecchia - Conca, con deliberazione n. 3 del 14/12/2012.

Premessa

Il “Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico del bacino dei fiumi Marecchia e Conca” (in seguito P.A.I.), adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino con deliberazione n. 2 del 30 marzo 2004, è stato approvato dalla Regione Emilia-Romagna con deliberazione della Giunta Regionale n. 1703 del 6 settembre 2004, dalla Regione Marche con deliberazione del Consiglio Regionale n. 139 del 14 luglio 2004, dalla Regione Toscana con deliberazione del consiglio regionale n. 115 del 21 settembre 2004.

Il Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino, con deliberazione n. 3 del 14 dicembre 2012, ha adottato il Progetto di variante al Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (ai sensi del comma 1, art. 6 delle Norme del P.A.I.), avente per oggetto:

c) Aggiornamento “Aree in dissesto da assoggettare a verifica” e modifica e integrazione Carta Inventario del Dissesto, Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello (Provincia di Rimini), scala 1:10.000 (recepimento aggiornamento, integrazione ed omogeneizzazione della cartografia del dissesto predisposta dalla Regione Emilia-Romagna);

d) Integrazione e aggiornamento cartografico artt. 8 e 9, P.A.I: “fasce di territorio di pertinenza dei corsi d’acqua” - Rio Melo Comune di Riccione e Comune di Coriano - Provincia di Rimini)”

di seguito denominato Progetto di variante.

L’iter di adozione e di approvazione del suddetto Progetto di variante deve essere inquadrato nel contesto normativo di riferimento attualmente vigente rappresentato da:

- Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante "Norme in materia ambientale”;

- Legge Regionale 13 giugno 2008, n. 9, recante “Disposizioni transitorie in materia di valutazione ambientale strategica e norme urgenti per l’applicazione del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”;

- decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante “Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente”, come convertito dalla Legge 27 febbraio 2009, n. 13.

Il D.Lgs. 152/2006, all’art. 63:

- istituisce le Autorità di bacino distrettuale (comma 1);

- sopprime le Autorità di bacino previste dalla L. 183/1989, a far data dal 30 aprile 2006, e dispone l’esercizio delle relative funzioni alle Autorità di bacino distrettuale (comma 3);

- dispone l’emanazione di un D.P.C.M. per il trasferimento delle funzioni e per la regolamentazione del periodo transitorio (commi 2 e 3).

Il comma 2-bis dell’art. 170 del medesimo decreto, così come modificato dall’art. 1 del D.L. 208/2008, dispone la proroga delle Autorità di bacino di cui alla L. 183/1989, fino alla data di entrata in vigore del D.P.C.M., di cui al comma 2 del sopracitato art. 63. Il comma 11 dello stesso articolo dispone la validità ed l’efficacia di provvedimenti ed atti emanati in attuazione delle disposizioni di legge abrogate dall’art. 175 del medesimo D.Lgs., fino all'emanazione di corrispondenti atti adottati in attuazione della parte terza del D.Lgs. 152/2006.

Il comma 1 dell’art. 68 del D.Lgs. 152/2006, relativo alle procedure di adozione dei progetti di piano stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico, di cui al comma 1 dell’art. 67 del medesimo decreto legislativo, dispone che tali progetti di piano siano adottati con le modalità di cui all’art. 66 del medesimo D.Lgs. 152/2006. Tale art. 66 fa riferimento agli organi delle Autorità di Distretto di cui all’art. 63 del medesimo decreto legislativo, non ancora istituite.

L’art. 3 della L.R. 9/2008 dispone, al fine di garantire l’incolumità pubblica e la sicurezza territoriale, senza soluzione di continuità, il proseguimento dell’attività amministrativa delle Autorità di bacino che operano sul territorio, fino alla nomina degli organi delle Autorità di bacino distrettuali di cui all’articolo 63 del D.Lgs. n. 152 del 2006.

L’art. 2 del D.L. 208/2008 fa salvi altresì gli atti posti in essere dalle Autorità di bacino dal 30 aprile 2006.

Pertanto la Regione, considerato che il D.P.C.M. di cui al comma 2-bis dell’art. 170 del D.Lgs. 152/2006 non è stato ancora emanato, sulla base della normativa sopracitata, ritiene di sottoporre il Progetto di variante all’esame della Conferenza programmatica seguendo le procedure previste dalle LL. 183/1989 e 365/2000.

Procedure relative al parere regionale sul Progetto di variante

Dell’adozione del Progetto di variante è stata data notizia nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna (Parte Seconda) n. 20 del 30 gennaio 2013.

Da questa data, il Progetto di variante è stato depositato presso le sedi dell’Autorità di bacino medesima e degli altri enti competenti, in particolare presso il Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica della Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Rimini, la Comunità Montana Alta Val Marecchia, per essere sottoposta a consultazione e ad eventuali osservazioni.

Entro i termini previsti per la presentazione di osservazioni sono pervenute alla Regione Emilia-Romagna cinque osservazioni da parte di tre soggetti privati.

In riferimento al comma 3 dell’art. 1-bis del D.L. 279/2000, convertito in L. 365/2000, ripreso dal comma 3 dell’art. 68 del D.Lgs. 152/2006, la Regione ha indetto l’odierna Conferenza programmatica, in seduta unica e per ambito sovra provinciale, come previsto dalla deliberazione di Giunta regionale n. 1236 del 3/09/2013, in quanto oltre ai comuni della Provincia di Rimini, in alcune specifiche situazioni è stato interessato anche il Comune di Sogliano al Rubicone (FC).

Sulla base dell’istruttoria effettuata dai Servizi regionali competenti in materia, la Regione ha predisposto il presente parere che viene proposto alla discussione della Conferenza.

La Giunta Regionale si esprimerà, attraverso una specifica deliberazione, sul Progetto di variante, prendendo atto delle risultanze della Conferenza programmatica e del parere espresso dalla stessa.

Contenuti del Progetto di variante

Il Progetto di variante riguarda il territorio delle Province di Rimini (marginalmente quello della Provincia di Forlì-Cesena) ed è pertanto di esclusiva competenza della Regione Emilia-Romagna.

I contenuti del Progetto di variante seguono i caratteri del P.A.I. quale “strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo” e sono schematicamente riassumibili in:

- individuazione della pericolosità connessa ai dissesti di versante rapportati alle caratteristiche morfo-evolutive degli stessi ed all’uso del suolo (aspetti conoscitivi);

- individuazione della pericolosità idraulica nelle aree inondabili per eventi di piena con tempi di ritorno fino a 200 anni e per eventuali fenomeni erosivi e/o di dissesto indotti (aspetti conoscitivi);

- individuazione delle situazioni di rischio, dovute alla presenza di infrastrutture o manufatti su parti di territorio caratterizzate da pericolosità idraulica (aspetti conoscitivi);

- definizione di strategie di gestione del territorio finalizzate alla riduzione della pericolosità (aspetto normativo);

- individuazione delle politiche per la riduzione del rischioattraverso la specificazione delle attività antropiche compatibili con lo stato di pericolosità e, dove necessario, di interventi strutturali (aspetto tecnico - operativo).

Il Progetto di variante non riguarda le Norme di Piano del P.A.I..

Dalla data di adozione del Progetto di variante, fino alla data di approvazione della Variante al P.A.I. si applicano quali misure di salvaguardia le “Prescrizioni” contenute nelle Norme del P.A.I., come previsto dalla delibera n. 3/2012 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino.

Il Progetto di variante è costituito dai seguenti elaborati:

- Relazione;

- Elaborati grafici:

  • Tavv. 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5 e 1.6 - Carta Inventario dei Dissesti (scala 1:25.000)
  • Tavv. 4.1, 4.2, 4.3, 4.4, 4.5 e 4.6 - Quadro generale del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (scala 1:25.000);
  • Allegato 3 - Atlante esondabilità attuale e rischio attuale - Elaborato 5.1 - Torrente Melo (scala 1:5.000);
  • Allegato 4 - Atlante fasce fluviali e interventi - Elaborato 5.1 - Torrente Melo Melo (scala 1:5.000):

La parte del Progetto di variante relativa all’Aggiornamento “Aree in dissesto da assoggettare a verifica” e modifica e integrazione Carta Inventario del Dissesto nei Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello (RN), scala 1:10.000 consiste nel recepimento della nuova cartografia del dissesto predisposta dalla Regione Emilia-Romagna sulla base di una specifica attività di aggiornamento, integrazione ed omogeneizzazione, nell’ambito del processo di analisi e aggiornamento di vari tematismi cartografici a seguito dell’aggregazione alla Provincia di Rimini nel 2009 dei sette comuni sopracitati.

Una prima analisi dei dati sul dissesto idrogeologico relativamente al territorio dei sette Comuni dell’alta Val Marecchia ha evidenziato una forte disomogeneità sia in termini di classificazione che di distribuzione rispetto al restante territorio regionale.

Dal momento che la cartografia del dissesto idrogeologico è uno strumento conoscitivo fondamentale che trova applicazione negli strumenti di Pianificazione territoriale e di bacino, quali il PTCP della Provincia di Rimini e il P.A.I. dell’Autorità di Bacino Interregionale Marecchia-Conca, la Regione, in accordo con Provincia e Autorità di Bacino, ha ritenuto opportuno provvedere ad una verifica e ad una omogeneizzazione di tali dati, attraverso la costituzione di un tavolo tecnico di lavoro, al fine di ottenere una cartografia del dissesto unica, condivisa, e che costituisca elemento integrante del quadro conoscitivo dei piani di bacino, territoriali e urbanistici, coerente con il resto del territorio regionale.

Il suddetto Tavolo di lavoro è stato costituito con determina n. 4775 del 07/05/2010 del Direttore Generale all’Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa della Regione, che ha per oggetto: “Costituzione del Tavolo di lavoro per l'aggiornamento, l’integrazione ed omogeneizzazione con il restante territorio regionale della cartografia del dissesto, in scala 1:10.000, relativa ai comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello” (l’attività del Tavolo è stata successivamente prorogata con determina n. 5456 del 11/5/2011).

La metodologia utilizzata per gli aggiornamenti cartografici è consistita in un’analisi geomorfologica di dettaglio e in un’analisi multi-temporale comparata delle foto aeree in stereoscopia e digitali. Queste analisi sono state integrate con esame critico di tutti gli elementi conoscitivi reperiti (quali per esempio dati di interferometria satellitare e Lidar, indagini di Microzonazione sismica, indagini geognostiche eseguite per i PRG, per aree indagate ex art. 17 delle norme P:A.I., per interventi di consolidamento). La grande maggioranza delle proposte di modifica dei dissesti è stata verificata anche con sopralluoghi.

Il tavolo di lavoro ha chiuso la propria attività nel giugno 2012. La nuova carta del dissesto è stata presentata nella seduta del 11/7/2012 del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino, che l’ha approvata quale base per l’aggiornamento della Tavola 1 - Carta Inventario dei Dissesti (scala 1:25.000)e della tavola 4 - Quadro generale del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (scala 1:25.000)del P.A.I..

Si evidenzia infine che il territorio dei comuni di Sogliano al Rubicone (FC) e Torriana (RN) non è oggetto della variante, sono state tuttavia modificate alcune aree in dissesto anche nel territorio di questi comuni in quanto porzioni di dissesti tagliati dal confine amministrativo con il comune di Novafeltria. Pertanto i suddetti comuni sono stati invitati alla Conferenza odierna.

Sono inserite nella cartografia del Progetto di variante anche alcune modifiche di dissesti che derivano da specifica procedura prevista dall’art.17 delle Norme del P:A.I.. Tali aree sono state sottoposte a verifica su richiesta dei comuni interessati e le relative istruttorie si sono concluse e sono state approvate dal Comitato tecnico dell’Autorità di bacino dopo la consegna della nuova cartografia del dissesto (11/07/2012). Queste modifiche rientrano, comunque, tra gli aggiornamenti periodici del P:A.I. previsti dall’art.6 delle Norme.

Per la parte relativa all’integrazione e all’aggiornamento cartografico degli alvei e delle fasce di territorio di pertinenza dei corsi d’acqua (artt. 8 e 9 delle Norme del P.A.I), è oggetto del Progetto di variante il tratto del Rio Melo compreso tra il ponte della strada statale SS.16 “Adriatica”, in Comune di Riccione, ed il ponte di Pedrolara in Comune di Coriano (RN), per una lunghezza complessiva di circa 8,370 Km. In tale tratto è interessato per un piccola porzione di territorio, in prossimità della SP n. 31, anche il Comune di Rimini.

In particolare sono state aggiornate le fasce fluviali, già contenute nel P.A.I., tra il ponte della strada statale SS.16 e il ponte della SP n. 31, mentre sono state introdotte ex novo le fasce dal ponte della SP n. 31 al ponte di Pedrolara.

Il Progetto di variante riguardo al Torrente Melo si basa su:

- rilievi topografici (2007) di dettaglio della geometria d’alveo e delle aree limitrofe (87 sezioni trasversali; 6 attraversamenti e 1 briglia).

- analisi dell’idrologia di piena per la determinazione del valore di portata al colmo degli eventi estremi di assegnato tempo di ritorno (50, 200 e 500 anni), già definita nel P.A.I. vigente;

- studio idraulico condotto con modello matematico in regime, a favore di sicurezza, di moto permanente per la determinazione delle aree inondabili per gli eventi di piena di assegnato tempo di ritorno (50, 200 e 500 anni).

Le aree inondabili esterne all’alveo sono definite come aree a pericolosità idraulica: esse vengono individuate e perimetrate in cartografia per i diversi tempi di ritorno di riferimento; si precisa che sono considerati i soli effetti delle esondazioni del corso d’acqua principale. Le suddette fasce fluviali sono individuate quali interventi non strutturali.

La perimetrazione delle fasce di piena con ricorrenza duecentennale è tracciata sia in riferimento allo stato attuale della rete idrografica (Allegato 3 Atlante esondabilità attuale e rischio attuale, Elaborato 5.1 scala 1:5.000) sia nella situazione post-interventi, relativamente a tutte le aree a rischio elevato e molto elevato per le quali si prevedono interventi strutturali con opere di difesa idraulica (Allegato 4 - Atlante fasce fluviali e interventi previsti, Elaborato 5.1 scala 1:5.000). Per quest’ultima fattispecie di fasce la perimetrazione si attesta sul tracciato previsto per l’assetto fluviale ad opere realizzate.

Le fasce potenzialmente interessate da eventi cinquecentennali sono state perimetrate sulla base della modellazione idraulica.

Il Progetto di variante prevede, inoltre, due interventi strutturali la cui finalità principale è la riduzione della pericolosità in corrispondenza di situazioni di rischio molto elevato o elevato che coinvolgono insediamenti abitativi e/o produttivi e che, al tempo stesso, perseguono strategie a scala di bacino. Il quadro complessivo degli interventi necessari per la mitigazione del rischio, con i relativi fabbisogni finanziari derivati da valutazioni economiche di larga massima, è riportato in un’apposita tabella (Tab. 7 - “Quadro di sintesi del fabbisogno finanziario”).

Valutazioni sul Progetto di variante

L’istruttoria regionale ha valutato gli aggiornamenti e le integrazioni che il Progetto di variante ha apportato al P.A.I.

Per quanto riguarda la revisione dell’inventario delle aree in dissesto, il lavoro effettuato dal Tavolo tecnico ha portato ad una significativa revisione della cartografia di partenza con la ridefinizione dei perimetri e dello stato di attività di molte frane, l’inserimento di nuove frane non ancora individuate o l’eliminazione di errori cartografici.

La percentuale in mq del territorio in frana è scesa del 18% e l’indice di franosità, ovvero la percentuale territorio in frana rispetto alla superficie totale del territorio, dei sette Comuni dell’Alta Val Marecchia è sceso dal 46.4% al 38%.

La Regione, in quanto promotrice dell’attività di aggiornamento del proprio Inventario del dissesto attraverso il Tavolo tecnico, condivide totalmente che i risultati conseguiti da tale attività siano recepiti dal P.A.I., in quanto aggiornano adeguatamente i contenuti della pianificazione territoriale in materia di assetto dei versanti.

Per quanto riguarda le fasce fluviali del Rio Melo si evidenzia che i nuovi ed aggiornati rilievi morfologici e le conseguenti modellazioni idrauliche condotte hanno permesso di aggiornare le fasce fluviali esistenti e di aggiungere circa 3 Km di nuove fasce, con un incremento di circa il 40% del tratto del Torrente Melo tutelato da fasce fluviali.

Le aree a rischio idraulico presenti nel P.A.I. vigente sono state confermate, ad eccezione di un’area in corrispondenza del ponte di via Venezia in località San Lorenzo in Strada nel Comune di Riccione, ove sono stati realizzati interventi di mitigazione della pericolosità idraulica. Anche gli attraversamenti critici individuati nel P.A.I. rimangono tali e ne è stato inserito uno nuovo in corrispondenza del ponte della SP n. 31.

Alla luce di quanto sopra esposto, la Regione esprime condivisione sul Progetto di variante in quanto si inserisce adeguatamente nel percorso tracciato dal P.A.I., aggiornandone e integrandone il quadro conoscitivo e i contenuti. Alcune puntuali modifiche dei perimetri di frane o fasce fluviali potranno essere fatte a seguito di valutazioni conseguenti alle osservazioni presentate.

ALLEGATO C

Verbale della Conferenza del 22 luglio 2012

Sala Marvelli della Provincia di Rimini

Via Dario Campana 64 - Rimini

CONFERENZA PROGRAMMATICA

Progetto di Variante al Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.) - (comma 1, art. 6 delle Norme P.A.I.):

a) Aggiornamento “Aree in dissesto da assoggettare a verifica” e modifica e integrazione Carta Inventario del Dissesto - Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello (Provincia di Rimini);

b) Integrazione e aggiornamento cartografico artt. 8, 9 e 10 P.A.I: “fasce di territorio di pertinenza dei corsi d’acqua” – Rio Melo (Comune di Rimini, Riccione e Comune di Coriano - Provincia di Rimini)

adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità Interregionale di Bacino Marecchia – Conca, con deliberazione n. 3 del 14/12/2012

Sono presenti in rappresentanza dell’Ente di appartenenza:

Monica Guida

Responsabile del Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica - Regione Emilia-Romagna

Mauro Vannoni

Responsabile del Servizio Tecnico di Bacino Romagna - Regione Emilia-Romagna

Gianfranco Giovagnoli

Segretario Autorità Interregionale di Bacino Marecchia-Conca

Alberto Guiducci

Servizio Difesa del Suolo - Provincia di Rimini

Maurizio Severini

Responsabile del Settore Tecnico del Comune di Sant’Agata Feltria (RN)

Sono inoltre presenti:

Franco Ghiselli

Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica - Regione Emilia-Romagna

Fiorenzo Bertozzi

Servizio Tecnico di Bacino Romagna, sede di Rimini - Regione Emilia-Romagna

Corrado Lucente

Servizio Tecnico di Bacino Romagna, sede di Rimini - Regione Emilia-Romagna

Mauro Mastellari

Autorità Interregionale di Bacino Marecchia-Conca

Luca Marcone

Autorità Interregionale di Bacino Marecchia-Conca

La riunione è presieduta dalla dottoressa Monica Guida, Responsabile del Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica della Regione Emilia-Romagna, delegata a rappresentare la Regione dall’Assessore alla Sicurezza territoriale, Difesa del Suolo e della Costa, Protezione civile, Paola Gazzolo.

Guida apre i lavori recando i saluti dell’Assessore e motivandone l’assenza. Illustra lo svolgimento della Conferenza, che ha come oggetto il Parere in merito al “Progetto di variante al Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.)- (comma 1, art. 6 delle Norme P.A.I.):

a) Aggiornamento “Aree in dissesto da assoggettare a verifica” e modifica e integrazione Carta Inventario del Dissesto - Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello (Provincia di Rimini);

b) Integrazione e aggiornamento cartografico artt. 8, 9 e 10 P.A.I: “fasce di territorio di pertinenza dei corsi d’acqua” – Rio Melo (Comune di Rimini, Riccione e Comune di Coriano - Provincia di Rimini)

adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità Interregionale di Bacino Marecchia - Conca, con deliberazione n. 3 del 14/12/2012.

Guida va quindi a spiegare il contesto normativo (L. 183/1989, D.Lgs. 152/2006, L.R. 9/2008) nel quale deve essere inquadrato l’iter di adozione e approvazione del Progetto di variante e la procedura che ha portato all’odierna Conferenza programmatica, nonché i successivi passaggi fino all’approvazione della variante al P.A.I. (adeguatamente illustrati nel Parere istruttorio regionale riportato nell’Allegato B alla deliberazione di Giunta Regionale, di cui il presente verbale è Allegato C).

Guida lascia la parola all’arch. Gianfranco Giovagnoli, Segretario dell’Autorità di Bacino Marecchia-Conca, che illustra i contenuti del Progetto di variante.

Giovagnoli inizia affermando che il Progetto di variante in discussione rappresenta il dodicesimo strumento di variazione del P.A.I., dalla sua approvazione nel 2004 sono state fatte 6 Varianti, 2 Integrazioni e 4 Aggiornamenti tutte di natura cartografica. Sono il frutto di una attività di studio e di approfondimento da parte dell’Autorità di bacino che ha permesso un continuo aggiornamento in questi dieci anni del quadro conoscitivo del P.A.I.

Giovagnoli sottolinea che il Progetto di variante è solo di natura cartografica, non riguarda quindi la normativa, e affronta due temi: aggiornamento dell’inventario del dissesto per il territorio dei sette comuni dell’alta Val Marecchia, aggregati alla Provincia di Rimini nel 2009, e aggiornamento e integrazione delle fasce fluviali del Rio Melo nei Comuni di Coriano, Riccione e Rimini.

Evidenzia che alcuni dei dissesti modificati sono tagliati dal confine amministrativo del comune di Novafeltria e interessano quindi anche i comuni limitrofi di Sogliano al Rubicone (FC) e Torriana (RN).

Sottolinea che dalla pubblicazione sul BUR (30/01/2013)del progetto di variante siamo in regime di salvaguardia, per cui i vincoli gravano sulle aree in dissesto da assoggettare a verifica appartenenti sia al vecchio che al nuovo inventario del dissesto.

Poiché nel nuovo inventario c’è stata una diminuzione delle aree in frana, Giovagnoli si augura di superare prima possibile questa fase transitoria con l’approvazione della Variante.

Segnala inoltre che il Progetto di variante ha già ottenuto esito positivo della pre-Valutazione di incidenza, ai sensi della L.R. n. 7/2004, ed è stato sottoposto alla procedura di verifica di non assoggettabilità a VAS.

Illustra infine le metodologie e le modalità di lavoro per la raccolta e l’aggiornamento dei dati e le attività svolte per la redazione della variante.

I contenuti del Progetto di variante sono adeguatamente descritti nella Relazione e sintetizzati nel Parere istruttorio regionale riportato nell’Allegato B, a cui si rimanda.

Guida invita il dott. Franco Ghiselli, del Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica, ad illustrare il parere istruttorio regionale.

Ghiselli inizia dall’aggiornamento della cartografia del dissesto, per la cui revisione è stato formalmente istituito dalla Regione uno specifico Tavolo tecnico, composto da geologi dei competenti servizi regionali, della Provincia e dell’Autorità di bacino

Ghiselli illustra le modalità di lavoro del Tavolo, sono state effettuate 25 giornate di sopralluogo e 27 riunioni, oltre allo specifico lavoro dei singoli tecnici. Sette riunioni sono state specificamente dedicate agli incontri con ciascun comune per un confronto a partire da una bozza della cartografia aggiornata dell’intero territorio comunale.

Ghiselli afferma che i risultati ottenuti sono stati significativi e l’indice di franosità, ovvero la percentuale territorio in frana rispetto alla superficie totale del territorio, dei sette Comuni dell’Alta Val Marecchia è sceso dal 46.4% al 38%.

Avviene un breve scambio di battute con il Responsabile del Settore Tecnico del Comune di Sant’Agata Feltria, Maurizio Severini, per chiarire che l’indice di franosità del territorio comunale di Sant’Agata è sceso dal 39,1% al 34,8%.

Ghiselli afferma, quindi, che la Regione, essendo stata promotrice dell’attività di aggiornamento del proprio Inventario del dissesto attraverso uno specifico Tavolo tecnico, non può che essere concorde che i risultati conseguiti da tale attività siano recepiti nel P.A.I. come cartografia di Piano, come peraltro sono stati già recepiti nel P.T.C.P..

Ghiselli, parla brevemente anche delle fasce fluviali del Rio Melo, che registra un significativo incremento delle fasce tutelate (40% circa), e conclude affermando che il parere della Regione sul Progetto di variante è positivo.

Invita quindi i convenuti ad esprimersi sul parere proposto dalla Regione (integralmente contenuto nell’Allegato B parte integrante della deliberazione di Giunta regionale).

Guida invita in particolare i rappresentanti della Provincia di Rimini e del Comune di Sant’Agata ad esprimere osservazioni o proporre integrazioni al parere.

Prende la parola Alberto Guiducci, in rappresentanza della Provincia di Rimini, che afferma che i contenuti del Progetto di variante sono già confluiti nel PTCP, come peraltro è stato illustrato nei precedenti interventi, per cui la Provincia concorda sul contenuto del parere proposto dalla Regione senza aggiungere nessuna osservazione.

Maurizio Severini, Responsabile del Settore Tecnico del Comune di Sant’Agata Feltria, si esprime favorevolmente sul tipo di lavoro puntuale svolto, però rileva che il Progetto di variante ha inserito tra le aree soggette a verifica ex art. 17 varie aree che prima non lo erano.

Evidenzia, inoltre, che i tempi per terminare l’iter di approvazione di uno strumento come questo sono molto lunghi per cui il regime di salvaguardia costituisce un problema nella gestione degli strumenti urbanistici. In particolare evidenzia che mentre il P.A.I. prevede una procedura di verifica delle aree in frana (art.17) con tempi accettabili, il PTCP permette la modifica solo a seguito di una variante. Questo comporta un allungamento eccessivo nei tempi di attuazione degli strumenti urbanistici, considerando anche la contingenza economica in cui ci troviamo e la forte diminuzione degli interventi edilizi.

Rileva anche che pur non prevedendo il Progetto modifiche alla normativa ritiene che la Regione avrebbe dovuto prevedere nel parere una proposta per cui una modifica conseguente ad una procedura ex art. 17 del P.A.I. dovrebbe avere effetti immediati anche nel PTCP.

Elogia l’intenso lavoro dell’Autorità di bacino in questi anni, mentre evidenzia che il Piano Strutturale Comunale (PSC) unico per i sette comuni dell’alta Val Marecchia sta procedendo con tempi molto lunghi e successivamente all’approvazione del PSC si dovrà fare un’ulteriore variante al PTCP.

Prende la parola Giovagnoli per dire che l’ultimo aspetto sollevato da Severini non riguarda tanto il P.A.I. quanto una misura transitoria prevista dal PTCP che subordina le variazioni della carta del dissesto successivamente all’approvazione del PSC di “vallata”. Nel resto del territorio della Provincia di Rimini è già prevista una procedura automatica per cui le modifiche delle aree in dissesto eseguite secondo i disposti dell’art. 17 delle Norme del P.A.I. hanno effetto anche per il PTCP.

Si sviluppa un breve confronto su quest’ultimo aspetto del rapporto tra gli strumenti di pianificazione (P.A.I., PTCP, PSC) nelle modifiche delle aree in dissesto, pur non essendo argomento della variante in discussione.

Guida chiude la Conferenza programmatica prendendo atto che il Progetto di variante è stato sostanzialmente condiviso dai presenti.

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