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SUPPLEMENTO SPECIALE N.241 DEL 21.09.2018

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Relazione illustrativa

L' Unione europea si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, in forza dei quali mira a combattere 1a discriminazione fondata sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale. In tal senso l’art. 10 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), da leggere in combinato disposto con gli artt. 1 e 21 della Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea.

In particolare a giugno 2013 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato precisi orientamenti per la promozione e 1a tutela dell’esercizio di tutti i diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) al di fuori dell'Unione europea, e che dovrebbe garantire una tutela efficace di tali diritti all’interno dell’UE. Tant'è che l 'Unione Europea già coordina la sua azione attraverso politiche globali in materia di uguaglianza e non discriminazione tramite 1a "Strategia quadro per la non discriminazione e le pari opportunità per tutti".

Con un documento del settembre 2015, le Nazioni Unite hanno chiesto agli Stati membri di intraprendere azioni urgenti per porre fine a violenza e discriminazione contro le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, su vari piani di intervento, affinché le persone abbiano lo stesso diritto vivere senza subire persecuzioni a causa del proprio orientamento sessuale o identità di genere. L'ONU registra l’aumento della violenza fisica e psicologica contro le persone omosessuali e transessuali in tutte le parti del mondo, documentando perfino rapimenti e tortura. Sono 76 i Paesi che criminalizzano le persone omosessuali esponendole al rischio di essere ingiustamente arrestate e/o condannate. Studi e ricerche internazionali e nazionali, inoltre, relativi alle ricadute negative dell'omotransnegatività sullo stato di salute delle persone LGBTI, confermano che ambienti sociali e culturali ostili sono correlati ad auto-isolamento sociale, non accettazione di sé, minore conoscenza e dunque minore prevenzione rispetto a malattie sessualmente trasmissibili come l’HIV e i test relativi, con un aumento inevitabile di rischio per l'intera popolazione.

In occasione delle ultime Giornate mondiali contro l’omofobia e 1a transfobia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato appelli alle istituzioni affinché si spendano per realizzare una libertà che deve appartenere a tutte le persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale. II Capo dello Stato ha sottolineato che “l’omofobia e la transfobia violano 1a dignità umana, ledono il principio costituzionale di eguaglianza e comprimono la libertà e gli affetti delle persone" e che "l'intolleranza affonda le sue radici nel pregiudizio e deve essere contrastata attraverso l’informazione, la conoscenza, il dialogo e l'educazione al rispetto".

Un passo importante nella direzione di un riconoscimento di piena cittadinanza ai diritti LGBT è stata l'approvazione della legge sulle unioni civili, che ha di fatto per la prima volta evidenziato e affrontato i bisogni e le aspettative di status anche delle persone dello stesso sesso nella dimensione relazionale e affettiva, costituendo un terreno fertile per consolidare, integrare migliorare l'impianto normativo complessivo, compresi la prevenzione e il contrasto all’omofobia e transfobia. Eppure, la proposta di legge per il contrasto all’omofobia e alla transfobia, dopo l' approvazione in prima lettura alla Camera il 20 settembre 2013, è ancora oggi ferma in Senato e non si accenna a dare risposta normativa agli episodi di violenza fisica, incitamento all'odio, bullismo, condotte suicidarie che riempiono tristemente la cronaca giornalistica nazionale come internazionale.

La Regione Emilia-Romagna ha strutturato il proprio welfare in stretta collaborazione sia con l'associazionismo sia con gli Istituti che sono in prima linea per la promozione dei diritti umani e civili e si è dotata nel 2014 della prima legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere (L.R. n. 6 del 27/6/2014) che all' art. 13 comma 1 lett a), in particolare, sancisce l’impegno della Regione a "prevenire ogni tipo di violenza e discriminazione di genere, in quanto lesiva della libertà, della dignità, dell' inviolabilità della persona". In un quadro, dunque, di lenta quanto inesorabile affermazione dei diritti e libertà personali, si ritiene fondamentale l’attivazione di ciascuno e la partecipazione di tutti ad una "causa" di civiltà che la presente legge regionale intende promuovere, costituendo altresì un arricchimento dell’ordinamento regionale e un sostegno alla prosecuzione dell'esame della proposta di legge nazionale.

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