n.139 del 17.05.2017 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 4372 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni in tutte le sedi opportune, ed anche presso la Conferenza Stato-Regioni, affinché si proceda alla discussione della legge nazionale sul caregiver familiare, proseguendo inoltre ad aumentare l’impegno rivolto al supporto delle persone affette da gravi disabilità o menomazioni ed al loro caregiver, come previsto dalla L.R. n. 2/2014. A firma dei Consiglieri: Campedelli, Soncini, Zoffoli, Serri, Ravaioli, Tarasconi, Molinari, Boschini, Mumolo, Poli, Marchetti Francesca, Pruccoli, Mori, Rontini, Rossi Nadia, Zappaterra, Lori, Bagnari, Montalti

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

premesso che

in base al rapporto del CENSIS 2015 in Italia sono più di 3 milioni, pari al 5,5% della popolazione, le persone che soffrono di difficoltà funzionali gravi (l’80 per cento sono anziani).

1,4 milioni si trovano all’interno della propria abitazione.

Si stima che a fronte di 200.000 anziani non autosufficienti ospiti di strutture residenziali siano oltre 2.500.000 coloro che sono in famiglia, in casa propria o di parenti, di cui si fanno carico con continuità famigliari e congiunti.

L’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ha stimato che siano oltre 3.300.000 le persone che, nel contesto familiare, si prendono cura regolarmente di adulti anziani, di malati e di persone disabili.

Considerato che

con l’allungamento della vita media, tale fenomeno è destinato a crescere progressivamente.

Col termine anglosassone “caregiver” familiare si indicano coloro che volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prendono cura di una persona cara che si trova in condizioni di non autosufficienza o comunque di necessità di assistenza.

Si tratta prevalentemente di donne, con famiglia e figli, di età compresa tra 45 e 55 anni che, per dare cura ai congiunti, spesso sono costrette a lasciare il lavoro (stime anagrafiche sui caregiver indicano che circa un terzo hanno età inferiore a 45 anni, il 38% sono di età compresa tra 46 e 60, il 18% tra 61 e 70 e il 13% oltre i 70).

Si stima che il caregiver familiare svolga mediamente 7 ore al giorno di assistenza diretta e 11 ore di sorveglianza.

Il caregiver familiare è un elemento basilare dell’attuale sistema di welfare del nostro Paese ed emerge l’esigenza di disciplinare il suo riconoscimento e sostegno (come in molti altri Stati membri dell’Unione europea), al fine di valorizzare il lavoro di cura e favorire l’integrazione tra welfare familiare, welfare aziendale e welfare pubblico.

La Regione Emilia-Romagna ha approvato il 25 marzo 2014 la prima legge regionale in materia (L.R. 2/2014 “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”) finalizzata a riconoscere e promuovere, nell’ambito delle politiche del welfare, la cura familiare e la solidarietà come beni sociali, in un’ottica di responsabilizzazione diffusa e di sviluppo di comunità, e ha riconosciuto la figura del caregiver familiare in quanto componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari.

Rilevato che

al Senato della Repubblica figura una proposta di legge di iniziativa parlamentare, già presentato alla Camera dall’On. Patriarca, con primo firmatario il Sen. Angioni (ddl 2266 in discussione al momento alla Commissione Lavoro del Senato) che parte proprio dall’esperienza della nostra Regione e, a differenza di altre proposte in esame presso il Parlamento, valorizza il ruolo del caregiver in una prospettiva di comunità, oltre che familiare, promuovendo così una società più coesa ed inclusiva.

Tale progetto di legge è finalizzato al riconoscimento, alla valorizzazione e alla tutela dei soggetti che si prendono cura di una persona cara e a sostenere la conciliazione dell’attività di cura con la loro vita lavorativa e sociale, e introduce elementi di tutela di chi svolge un’attività di caregiving delineando una vera e propria legge quadro, comprensiva di molteplici interventi che attengono ad ambiti diversi:

- per la prima volta il caregiver familiare è definito e riconosciuto come “risorsa volontaria” dei servizi del territorio e della comunità;

- al caregiver viene assegnato un ruolo attivo nella stesura del PAI (piano assistenziale individuale), ovvero nel progetto di cura che segue la persona lungo tutto l’arco della sua vita o durante il perdurare della condizione patologica;

- la proposta di legge contiene un esplicito vincolo per Regioni ed Enti locali a prevedere azioni di informazione, formazione e sostegno di ogni tipo (logistico, materiale, psicologico, etc.) ai caregiver;

- viene valorizzata l’esperienza di caregiving in termini di certificazione delle competenze, ad esempio ai fini del ricollocamento lavorativo di chi ha prestato a lungo attività di cura rinunciando alla propria occupazione;

- è prevista l’estensione dei permessi previsti dalla Legge 104/1992 a tutti i rapporti di lavoro di tipo subordinato, indipendentemente dalla tipologia contrattuale;

- è introdotta la detraibilità del 50% delle spese attinenti all’assistenza per un massimo di 12.000 euro annui;

- viene istituita la Giornata nazionale del caregiver come importante momento di riflessione e sensibilizzazione sulle tematiche in oggetto.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta

ad agire in tutte le sedi più opportune, ivi compresa la conferenza Stato-Regioni, perché si arrivi nel più breve tempo possibile alla discussione della legge, molto attesa da chi quotidianamente sostiene le fatiche del lavoro di cura, tenendo in considerazione le osservazioni pervenute dalle associazioni di caregiver.

A proseguire e incrementare il proprio impegno a supporto delle persone affette da gravi disabilità o menomazioni ed ai loro caregiver, come previsto dalla legge regionale garantendo, al fine di gestire adeguatamente l’erogazione del Fondo regionale per la non autosufficienza, l’ascolto delle organizzazioni sindacali, dei soggetti del Terzo settore, dei cittadini ed utenti dei servizi.

Approvata all’unanimità dalla Commissione IV Politiche per la Salute e Politiche Sociali nella seduta del 18 aprile 2017.

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