n.170 del 23.11.2011 periodico (Parte Seconda)
Oggetto n. 1860 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Pariani, Montanari, Ferrari, Mori, Costi, Bonaccini, Fiammenghi, Mazzotti, Barbieri, Piva, Mumolo, Carini, Casadei, Cevenini, Vecchi Luciano, Zoffoli e Pagani per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo affinché venga ripristinato il fondo relativo al progetto Valle del fiume Po e affinché vengano avviate politiche di programmazione strategica integrata che mirino alla sicurezza dei territori della Valle del Po, alla tutela delle risorse idriche, allo sviluppo del trasporto fluviale e alla valorizzazione del turismo
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
Il fiume Po è il principale fiume italiano, con una lunghezza di 652 chilometri e il bacino idrografico più grande d’Italia, che si estende per quasi un quarto dell’intero territorio nazionale, interessa circa 3.200 comuni, oltre l’Emilia-Romagna altre sei regioni e la provincia autonoma di Trento e una popolazione di circa 16 milioni di abitanti.
Per la densità abitativa del territorio, le attività produttive insediate, le infrastrutture e il grado di utilizzazione della risorsa idrica il bacino del Po rappresenta una realtà eccezionalmente varia, un punto nevralgico dell’economia nazionale: in quest’area si forma il 40 per cento del prodotto interno lordo e si collocano il 37 per cento dell’industria nazionale, che sostiene il 46 per cento dei posti di lavoro, il 55 per cento della zootecnia, il 35 per cento della produzione agricola.
Le problematiche che affliggono l’area del grande fiume, lungamente trascurate nel corso del tempo, si sono rese quanto mai visibili negli ultimi anni e richiedono azioni composite, urgenti e condivise.
Nell’ultimo anno si sono moltiplicate le richieste, da parte di enti locali di vario livello, di attivazione delle risorse previste per i progetti di riqualificazione del fiume Po, a fronte delle pessime condizioni in cui versa l’ambiente fluviale, della scarsità degli interventi di manutenzione alle opere idrauliche, delle difficoltà della navigazione.
Anche la Regione Emilia-Romagna ha approvato all’unanimità dei presenti il 04/02/2010 un atto di indirizzo politico a sostegno del Progetto Strategico Speciale Valle del fiume Po.
Considerato che
In primo luogo è necessario affrontare gli effetti delle modificazioni di origine antropica che hanno condotto a notevoli squilibri nella dinamica fluviale, tra cui, in particolare, il forte approfondimento del fondo alveo, ancora oggi causa di numerose problematiche quali lo scalzamento delle fondazioni dei ponti e delle opere di difesa idraulica (difese spondali, pennelli di navigazione, argini in froldo), l’impossibilità di derivare per numerose opere di presa strategiche, la necessità di rifacimento delle conche di navigazione, la mancanza di apporto di sedimenti verso le coste del mare Adriatico con gravi conseguenze in termini di erosione dei litorali.
È evidente che la gestione del complesso di problematiche che caratterizzano il vasto territorio padano necessita di un approccio quanto più integrato possibile, nonché di un orizzonte programmatico strutturato e di lungo periodo, che, in stretta connessione con politiche di salvaguardia delle risorse naturali e paesaggistiche e di tutela della sicurezza della popolazione, costituiscano uno stimolo per il rilancio e la valorizzazione del patrimonio economico, sociale e culturale della valle del fiume Po.
Sottolineato che
Le principali direttive europee di settore, in particolare le direttive nn. 2000/60 “acque” e 2007/60 “alluvioni”, unitamente agli strumenti di gestione che ne discendono, indicano la necessità di sviluppare un approccio integrato ai corsi d’acqua che guardi alla risorsa idrica nel suo complesso e prenda in considerazione, oltre agli aspetti qualitativi-quantitativi, le interazioni con l’ambiente fluviale e i processi socio-economici che qui si collocano, secondo una logica multiobiettivo.
Il quadro normativo europeo richiama con forza l’attenzione sugli effetti dei cambiamenti climatici in atto e sulla necessità di prediligere, rispetto agli interventi di tipo tradizionale, azioni strutturali flessibili la cui resilienza rispetto all’andamento dei fenomeni meteo-climatici li renda facilmente adattabili alle future condizioni di disponibilità di risorsa idrica e di dinamica idromorfologica.
Nel maggio 2005 l’Autorità di bacino e le province riunite nella consulta delle province del Po hanno siglato un protocollo di intesa per la tutela e la valorizzazione del territorio e la promozione della sicurezza delle popolazioni della valle del Po, che si colloca come strumento di indirizzo fortemente caratterizzato da strategie multiobiettivo e dall’integrazione di varie tematiche, quali l’uso e la tutela delle risorse naturali, la rinaturalizzazione delle fasce fluviali, la sicurezza idraulica delle popolazioni, la promozione di pratiche agricole eco-compatibili, la navigabilità, la valorizzazione del patrimonio culturale e il rilancio della fruizione turistica e culturale del Po.
Tali tematiche sono state elaborate sino alla definizione del master plan per il fiume Po, redatto nel 2007, e successivamente sviluppate nell’ambito del “progetto strategico speciale valle del fiume Po” con il coinvolgimento delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto e delle province rivierasche, che si propone, in un’ottica territoriale fortemente integrata, di sostenere il raggiungimento di obiettivi qualificanti per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle popolazioni insediate nella valle, la tutela delle fasce fluviali e la salvaguardia quali-quantitativa della risorsa idrica, promuovendo, al contempo, la fruizione delle risorse ambientali e storico culturali e il turismo fluviale.
Per gli ambiti tematici sviluppati, la configurazione generale e l’ambito di rilievo strategico nella seduta del 21 dicembre 2007 il CIPE, con deliberazione n. 166, ha assegnato al progetto valle Po un importo di 180 milioni di euro nell’ambito del FAS nazionale per le regioni del Centro-nord.
A seguito della presa d’atto degli elaborati di progetto, avvenuta con deliberazione del Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino n. 13 del 18 marzo 2008, nella seduta del 2 aprile 2008 il CIPE ha approvato con prescrizioni il Progetto valle Po.
Il decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, ha successivamente riprogrammato le risorse nazionali disponibili del FAS, sottraendo al progetto valle Po i fondi originariamente assegnati dal CIPE.
Nonostante la mancanza di copertura finanziaria, l’Autorità di bacino, le regioni, le province rivierasche e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare hanno ritenuto di portare in ogni caso a termine la procedura di VAS e di predisporre il protocollo di intesa previsto dal CIPE per l’attuazione dei progetti strategici.
Dal punto di vista operativo, il progetto valle Po articola, attraverso quattro assi prioritari, uno schema complessivo di interventi la cui definizione è stata avviata da tempo sulla base di solide attività istruttorie e pratiche di cooperazione istituzionale.
Le linee di azione, allo stato attuale, consistono nelle seguenti:
a) il riassetto idraulico, l’aumento della capacità di laminazione nelle fasce fluviali e la ricostruzione morfologica dell’alveo di piena;
b) la conservazione dell’integrità ecologica della fascia fluviale e della risorsa idrica del Po;
c) il sistema della fruizione e dell’offerta culturale e turistica;
d) il sistema della governance e delle reti immateriali per la conoscenza, la formazione e la partecipazione.
Gli interventi afferenti a ciascuna di esse, in alcuni casi già individuati dalla programmazione strategica delineata dal piano stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI) dell’Autorità di bacino, sono stati selezionati anche in base alle ricadute sugli obiettivi nel loro complesso, con l’intenzione di massimizzare l’integrazione tra le varie linee di azione e delineare, già nella fase di programmazione, uno scenario di attuazione globale per il progetto valle Po.
Evidenziato che
Il programma generale di gestione dei sedimenti del fiume Po, ulteriore strumento di pianificazione e programmazione strategica a scala di distretto approvato per stralci dall’Autorità di bacino tra il 2006 e il 2008, a sua volta fondato su un approccio intersettoriale, costituisce il momento di sintesi delle attività di studio condotte sul tema dell’evoluzione morfologica dei corsi d’acqua principali, con particolare riferimento ai fenomeni di erosione, sovralluvionamento e andamento del trasporto solido a scala di asta fluviale.
Il tema della gestione sedimenti è strettamente connesso alla manutenzione delle opere di difesa idraulica e alla gestione della vegetazione ripariale e assume, pertanto, una rilevanza strategica in relazione all’ormai indifferibile necessità di avviare processi di recupero morfologico e ambientale dell’alveo e delle aree ripariali, presupposto irrinunciabile per garantire uno sviluppo sostenibile delle componenti socio-economiche presenti lungo l’asta fluviale.
Il programma generale sedimenti, analogamente al progetto valle Po, si colloca come risposta alle principali criticità evidenziate in precedenza partendo da un approccio multiobiettivo e individuando le seguenti finalità:
a) recupero di configurazioni morfologiche d’alveo caratterizzate da condizioni di maggiore stabilità e dalla ricerca di un maggior equilibrio nelle dinamiche di trasporto solido;
b) miglioramento della capacità di convogliamento delle portate di piena, con particolare riferimento ai tratti canalizzati;
c) miglioramento dell’assetto ecologico del corso d’acqua;
d) mantenimento di adeguate condizioni di navigabilità, con l’individuazione di un assetto compatibile con le finalità di funzionalità idraulica, morfologica e ambientale del corso d’acqua, con particolare riferimento al tratto a valle dello sbarramento di Isola Serafini;
e) ripristino della continuità del trasporto dei sedimenti fluviali a beneficio dell’area deltizia e costiera.
Il programma generale sedimenti, oltre all’impostazione interdisciplinare, prevede interessanti modalità attuative per gli interventi individuati, laddove viene delineata la via dell’autofinanziamento mediante gli introiti provenienti dalle escavazioni di sedimenti in aree demaniali ovvero dal ricorso a lavori a compensazione nelle aree private. Tale possibilità assume una valenza strategica di primo piano, soprattutto se collocata nel contesto delle condizioni imposte dalla crisi economica, che hanno condotto a una riduzione continua dei fondi destinati alla sicurezza territoriale e alla tutela delle risorse naturali, settori che negli anni passati avevano già subito una drastica riduzione di finanziamenti.
Il percorso progettuale del progetto valle Po e del programma generale sedimenti ha reso quanto mai evidente l’urgenza di costruire un quadro di azioni strutturato, all’interno di un disegno unitario di medio-lungo periodo, in grado di dare avvio a una politica integrata di intervento per il miglioramento generale delle condizioni di sicurezza dei territori rivieraschi e per la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali delle infrastrutture per la mobilità, del turismo e del patrimonio culturale dei territori della pianura padana, superando le logiche di intervento settoriale e favorendo l’utilizzo coordinato e sinergico di diversi strumenti economici e finanziari a disposizione.
Un approccio siffatto si configura come politica complessiva di gestione del territorio, la cui attuazione è strettamente legata a un serio percorso di condivisione da parte di tutti gli attori sociali, economici e istituzionali e alla capacità di tali soggetti di dare vita a forme di partenariato economico tra pubblico e privato che diano un efficace contributo a sostenerne la fattibilità economica.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta
a attivarsi presso il Governo
per avviare, partendo dall’esperienza e dagli obiettivi del progetto valle Po e del programma generale sedimenti, politiche di programmazione strategica di tipo integrato che mirino alla sicurezza dei territori rivieraschi, alla tutela delle risorse idriche e ambientali, allo sviluppo del trasporto fluviale, alla valorizzazione del turismo, superando le logiche di intervento settoriale e creando in tal modo i presupposti per dare un serio impulso alla ripresa economica e sociale dei territori della valle del Po;
perché venga ripristinato il fondo pari a 180 milioni di euro necessario per il finanziamento del progetto valle Po.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 26 ottobre 2011