n.362 del 22.12.2021 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE Oggetto n. 4259 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi affinché le aziende di trasporto pubblico locale di tutta la regione consentano alle persone transgender di indicare sul proprio abbonamento il proprio nome di elezione e non quello anagrafico, coinvolgendo le associazioni che partecipano all'Osservatorio regionale sulle discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere. A firma dei Consiglieri: Amico, Mori, Piccinini, Caliandro, Rossi, Zamboni, Mumolo
L’Assemblea Legislativa
Premesso che
a Ravenna, prima città in Italia, le persone transgender potranno indicare sul proprio abbonamento dell’autobus il proprio nome d’elezione e non più quello anagrafico. Una novità introdotta dalla società del trasporto pubblico locale, Start Romagna, che non limiterà l'opportunità al solo territorio ravennate.
Appreso che
la decisione arriva in seguito al caso di un’adolescente ravennate che ha preferito acquistare per tutto l’anno scolastico i biglietti di corsa semplice, in quanto l’abbonamento avrebbe richiesto il suo nome anagrafico, ancora non rettificato. Per questa ragione l’associazione “Affetti Oltre il Genere”, fondata dai genitori della ragazza, ha contattato Start Romagna, proponendo una convenzione per persone transgender. La società ha accolto la richiesta.
Considerato che
il percorso burocratico per attivare questa possibilità è piuttosto semplice: l'associazione eroga gratuitamente una tessera con cui le persone transgender possono recarsi alle biglietterie di Start per ottenere l’abbonamento che, in questo modo, verrà fornito con la foto abbinata al nome d’elezione;
sulla tessera dell’associazione verrà applicato un bollino argentato, leggibile dagli strumenti in dotazione ai controllori, che lo renderà a tutti gli effetti un documento di riconoscimento, permettendo così di non dover ricorrere al nome registrato all’anagrafe.
Sottolineato che
Start Romagna precisa di aver formato il personale che opera agli sportelli delle biglietterie e al servizio di customer care, nonché quello della società esterna che si occupa della funzione di controlleria. Questo per garantire che, in presenza di casi analoghi, gli utenti siano trattati con sensibilità e per dare alle persone transgender la possibilità di viaggiare con il nome d’elezione e non obbligatoriamente quello anagrafico;
la prassi rappresenta una vera innovazione nell’ambito degli abbonamenti ai mezzi pubblici in Italia, ma soprattutto è un grande passo avanti nella strada dei diritti, a sostegno di una soluzione che eviti il coming out forzato.
Valutato che
anche la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha reagito positivamente alla diffusione della notizia. La vicepresidente della Regione, Elly Schlein, l’assessore regionale alla Mobilità e Trasporti, Andrea Corsini, e l’assessora regionale alle Pari opportunità, Barbara Lori, complimentandosi con l’azienda Tpl Start Romagna, hanno dichiarato: «Siamo davvero orgogliosi che una novità come questa parta da Ravenna e dall’Emilia-Romagna, perché dimostra l’attenzione che la nostra regione ha per i diritti, in particolar modo in questo momento dopo l’affossamento del Ddl Zan. Ora l’augurio è che possa essere un esempio per tutte le altre aziende dei trasporti della Regione e d’Italia».
Tutto ciò considerato, sottolineato e valutato,
impegna la Giunta regionale e l’assessore competente
a richiamare le aziende dei trasporti locali di tutta la Regione Emilia-Romagna ai principi espressi dalla Legge 15/2019 articolo 1 comma 3, perché sia esteso il servizio a tutte le persone transgender intenzionate a richiederlo per il proprio abbonamento ai mezzi pubblici, e perché il personale venga formato secondo quanto previsto dall’articolo 2 comma 2 della stessa legge;
a promuovere questa prassi di concerto con le associazioni che partecipano all’Osservatorio regionale sulle discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, definito con la Legge regionale 15/2019 articolo 7, individuando in quella sede i destinatari e i criteri oggettivi secondo cui procedere.
Approvata a maggioranza dalla Commissione per la parità e per i diritti delle persone nella seduta del 9 dicembre 2021.