n.390 del 12.12.2018 periodico (Parte Seconda)
Oggetto n. 7258 - Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo, laddove i margini di discrezionalità concessi dalla normativa non siano sufficienti a garantire il mantenimento dei presidi scolastici nelle zone montane più disagiate, di abbassare ulteriormente il limite minimo di allievi necessario a formare una classe, ovvero di prevedere deroghe speciali. A firma dei Consiglieri: Molinari, Tarasconi, Zoffoli, Calvano, Montalti, Soncini, Bagnari, Caliandro, Marchetti Francesca, Serri, Lori, Poli, Pruccoli, Torri, Rontini, Taruffi
L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna
Premesso che
la Regione Emilia-Romagna è impegnata, sia attraverso la Legge regionale sulla Montagna n. 2 del 20 gennaio 2004 che con le politiche territoriali per lo sviluppo delle zone montane, a contrastare fenomeni di spopolamento nelle aree marginali e montuose, garantire ai cittadini ed alle imprese in aree montane adeguati livelli di disponibilità di servizi pubblici essenziali e di altri servizi di utilità sociale, a salvaguardare le comunità montane;
i servizi ai cittadini, i presidi sociali e sanitari e le scuole sono fondamentali per garantire la permanenza di comunità locali e per contrastare lo spopolamento delle montagne;
il decreto n. 81 del 20 marzo del 2009 fissa i limiti entro i quali poter istituire sezioni di scuola, prevedendo che nei comuni montani sia possibile istituire classi con un numero inferiore, ma comunque non inferiore ai 10 alunni.
Preso atto che
le scuole di montagna sono caratterizzate dalla presenza di personale docente instabile e precario, con conseguente discontinuità nell’insegnamento e il rischio connesso di abbassamento della qualità educativa;
nonostante la possibilità di istituire classi con un numero inferiore di alunni, in alcuni casi il basso numero di residenti e famiglie, e di bambini in età scolare, in zone montane mette a rischio la permanenza di scuole che rappresentano il principale servizio e presidio educativo e sociale per una comunità, producendo nuovi fenomeni di spopolamento e abbandono dei territori montani;
Ritenuto che
sia necessario un rilancio dell’impegno delle istituzioni per garantire presidi scolastici di qualità in zone a rischio di abbandono e spopolamento;
Impegna la Giunta a
chiedere al Governo, laddove i margini di discrezionalità oggi concessi dalla normativa non siano sufficienti a garantire il mantenimento dei presidi scolastici nelle zone montane più disagiate, di abbassare ulteriormente il limite minimo di allievi necessario a formare una classe, ovvero di prevedere deroghe speciali;
prevedere incentivi, di concerto con le istituzioni competenti, per favorire la continuità dell’insegnamento e la fruizione degli alunni nelle scuole di montagna. Favorendo: la permanenza degli insegnanti, il sostegno e lo sviluppo di tutte le infrastrutture necessarie al mantenimento e alla qualità dei presidi, siano esse di trasporto, informatiche, di comunicazione;
valutare tutte le azioni possibili di concerto con le istituzioni competenti per il superamento del digital divide, maggiormente persistente nelle aree montane.
Approvata a maggioranza dalla Commissione V “Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità” nella seduta del 15 novembre 2018.