n. 1 del 05.01.2011 periodico (Parte Seconda)
Oggetto n. 854 - Risoluzione ai sensi dell’articolo 5, comma 3 della Legge n. 11 del 2005. Osservazioni dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna sulla Comunicazione della Commissione Europea al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni "La PAC verso il 2020: rispondere alle future sfide dell’alimentazione, delle risorse naturali e del territorio" - COM (2010) 672 del 18 novembre 2010
La I Commissione "Bilancio, Affari generali ed istituzionali"
dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Visto l’articolo 38, comma 4, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa, nonché l’art. 6, comma 2, della Legge regionale n. 16 del 2008;
Visto l’articolo 5, comma 3, della Legge 11/05;
Vista la Risoluzione dell’Assemblea legislativa n. 512 del 7 ottobre 2010 contenente "Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea - Sessione comunitaria 2010", in particolare le lettere a), b), c), f), g);
Vista la lettera del Presidente dell’Assemblea legislativa (prot. n. 35348 del 29 novembre 2010);
Vista la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni "La Pac verso il 2020: rispondere alle future sfide dell’alimentazione, delle risorse naturali e del territorio" - COM (2010) 672 del 18 novembre 2010;
Visto il parere reso dalla II Commissione Politiche eEconomiche nella seduta del 9 dicembre 2010 (prot. n. 36544 del 9 dicembre 2010);
Considerato che i comparti agricolo ed agroalimentare continuano a mantenere, in ambito comunitario, un ruolo particolarmente significativo sul piano economico e sociale sia direttamente - garantendo l’occupazione di circa 20 milioni di lavoratori e la sicurezza alimentare di oltre 500 milioni di abitanti che, in assenza di politiche adeguate, sarebbero esposti alle logiche di un mercato sempre più competitivo e, in molti casi, speculativo e scarsamente attento alle problematiche della qualità e della tutela della salute dei consumatori - sia indirettamente in quanto produttori di servizi collettivi, quali la tutela ambientale, l’assetto del territorio, la tenuta sociale ed economica delle aree marginali, il cui valore non è immediatamente e direttamente quantificabile, di assoluto rilievo per garantire adeguate condizioni di vita all’intera popolazione.
Considerato che la Politica Agricola Comune (PAC) ha rappresentato, fin dall’avvio dell’esperienza comunitaria, uno strumento di grande rilevanza politica, sociale ed economica che ha consentito ai Paesi aderenti all’Unione di raggiungere, dopo la fase di ricostruzione post - bellica, la completa autosufficienza alimentare in un arco di tempo sostanzialmente contenuto; al momento attuale, una quota particolarmente significativa del reddito delle aziende agricole dipende, direttamente o indirettamente, da interventi comunitari.
Considerato inoltre che la Commissione politiche agricole della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ha approvato, all’unanimità, in data 28 ottobre 2010 un documento che contiene una serie di proposte in grado di fornire un contributo qualitativamente rilevante e motivato alla discussione sul futuro della PAC dopo il 2013.
a) Si esprime in senso favorevole osservando quanto segue:
- la PAC deve essere mantenuta e resa più efficace anche in questa fase economica particolarmente complessa, caratterizzata dalla contrazione delle risorse disponibili;
- nel corso degli anni sono comunque emerse una serie di problematiche, quali gravissimi fenomeni di sovrapproduzione e l’aumento esponenziale della spesa a carico dei contribuenti (circa il 43% del bilancio comunitario è assorbito dall’agricoltura), la sostanziale incapacità dei vari regimi di aiuto di limitare l’incidenza delle crisi di mercato che si susseguono ad intervalli sempre più ravvicinati, di favorire il consolidamento strutturale delle aziende agricole, la tenuta dell’occupazione nel settore primario ed il necessario ricambio generazionale, in particolare nelle zone svantaggiate;
- l’attuale Politica Agricola Comune, appare sostanzialmente inadeguata ed incapace di cogliere ed accompagnare le trasformazioni in atto; occorre quindi portare a sintesi ed attualizzare il processo di revisione, avviato nel 2003 e destinato a definire un nuovo quadro di riferimento a partire dal 2013, mantenendo comunque due capisaldi irrinunciabili, ovvero il mantenimento di un budget di spesa adeguato al livello delle sfide da affrontare e dell’articolazione su due "pilastri", ovvero le politiche di mercato e lo sviluppo rurale.
b) Sulla base di quanto precede rileva l’opportunità di trasmettere la presente Risoluzione al Governo, per il tramite della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, quali osservazioni ai sensi dell’articolo 5, comma 3, della legge 11/2005, ai fini della formazione della posizione italiana.
c) Dispone l’inviodella presente Risoluzione alla Giunta della Regione Emilia-Romagna, per garantire il massimo raccordo tra gli organi della Regione nello svolgimento delle rispettive attività e competenze, assegnate dalla legge e dal regolamento.
d) Dispone l’inviodella presente Risoluzione, per opportuna conoscenza, al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati ai fini dell’inoltro alle competenti Commissioni parlamentari, ai parlamentari europei eletti in Emilia-Romagna e ai membri emiliano-romagnoli del Comitato delle Regioni, al Network sussidiarietà del Comitato delle Regioni, alle Assemblee legislative regionali italiane ed europee per favorire la massima circolazione delle informazioni sulle attività di partecipazione alla fase ascendente.
Approvata a maggioranza nella seduta del 14 dicembre 2010, ai sensi dell’articolo 38, comma 4 del Regolamento interno e dell’articolo 6, comma 2 della Legge regionale n. 16 del 2008.