n.82 del 30.03.2022 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 4857 - Risoluzione per impegnare la Giunta a manifestare solidarietà e vicinanza alla popolazione ucraina e a sostenere il Governo affinché siano intraprese azioni condivise e necessarie per garantire una de-escalation militare. A firma dei Consiglieri: Zappa-
terra, Lisei, Pigoni, Castaldini, Piccinini, Taruffi, Mastacchi, Zamboni, Rancan

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

nella serata del 21 febbraio scorso il Presidente della Federazione Russa Putin, in un discorso trasmesso in diretta, ha definito l’esistenza dell’Ucraina una “finzione” e ha annunciato il riconoscimento da parte della Russia dell’indipendenza delle due autoproclamatesi “Repubbliche Popolari” di Donetsk e Luhansk, riconoscimento avvenuto poco dopo con la firma di due distinti “Ordini Esecutivi”, sottoscritti per dare una parvenza di fondamento giuridico all’intervento militare russo, dissimulato sotto forma di “peacekeeping” e addirittura come operazione di “liberazione dell’Ucraina dai nazisti”;

nella notte tra il 21 e il 22 febbraio le forze militari regolari russe sono entrate nei territori delle due autoproclamatesi “Repubbliche Popolari”, mentre nelle prime ore della giornata del 24 febbraio la Russia ha avviato operazioni militari in alcune aree dell'Ucraina, operando bombardamenti su aeroporti e in alcune città ad est del confine ucraino, attacco che è seguito alle dichiarazioni del Presidente russo Putin che invitava la popolazione ucraina alla resa.

Premesso inoltre che

da anni l’Ucraina è il campo di battaglia di una guerra che ha causato dal 2014 circa quindicimila vittime: l’attuale escalation politico-militare si aggiunge a quanto già successo in Georgia nel 2008 e nella stessa Ucraina nel 2014, quando a seguito dell’occupazione militare, la Russia annesse unilateralmente la Crimea;

in un’escalation che sta lasciando attonito il resto del mondo, la Russia ha poi esteso l’attacco alle principali città ucraine, con anche pesanti bombardamenti che lasciano i civili senza acqua, elettricità e riscaldamento, mirando probabilmente ad insediare un nuovo governo filo-russo se non all’intera occupazione del paese per realizzare il disegno di riaffermare, con gli stessi metodi, l’influenza russa nell’area dell’Europa orientale e dell’Asia centrale, almeno in buona parte del territorio dell’ex Unione Sovietica;

all’esito dei negoziati del 3 marzo, ottavo giorno di guerra, il ministero della Difesa russo ha annunciato delle "pause" nelle operazioni dell'esercito, per favorire l'evacuazione dei civili attraverso corridoi umanitari;

lunedì 7 marzo, per la terza volta nel giro di tre giorni, non è stato possibile garantire la creazione di tali corridoi, a causa della violazione dei cessate il fuoco da parte dei militari russi e della proposta russa, ritenuta inaccettabile dall’Ucraina, della creazione di corridoi umanitari che avrebbero portato i civili ucraini in Russia e in Bielorussia (paese alleato della Russia), e non - come chiedeva il governo di Kiev - nelle zone dell’Ucraina occidentale non ancora colpite dai bombardamenti;

nella notte tra il 3 ed il 4 marzo vi sono stati bombardamenti nella zona di Zaporizhzhya, dove si trova la più grande centrale nucleare d’Europa, che hanno provocato un pericoloso incendio, messo in sicurezza dopo svariate ore, ma l’impianto, che fornisce il 25% dell’energia elettrica del Paese, è ora nelle mani dei russi. L’agenzia internazionale per l’Energia Atomica ha rassicurato sul fatto che l’incendio ha riguardato solo il perimetro esterno della centrale, che nessun reattore è stato coinvolto o colpito e che non c’è stato nessun rilascio di radiazioni nell’ambiente circostante, ma se un impianto di tali dimensioni dovesse esplodere sarebbe 6 volte peggio di Chernobyl, facendo così temere a tutta l’Europa il ripetersi di un disastro nucleare come quello del 1986.

Considerato che

l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa ed il conflitto in atto rappresentano una grave violazione di principi e norme che regolano la vita della comunità internazionale e minano i tentativi di garantire la pace in Europa;

è evidente il contrasto con i principi fondanti del Diritto Internazionale e dell’Unione Europea, riconducibili innanzitutto alla norma consuetudinaria del rispetto della “sovranità territoriale” di uno Stato, in questo caso dell’Ucraina, soggetto autonomo e distinto di diritto internazionale, riconosciuto nella sua piena integrità territoriale e dei confini dalle Nazioni Unite, dalle altre principali organizzazioni internazionali e dalla comunità degli Stati;

la Carta delle Nazioni Unite al Capitolo I (dedicato ai fini e ai principi dell'Organizzazione), articolo 1, paragrafo 2, individua come fine delle Nazioni Unite quello di "sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell'eguaglianza dei diritti e dell'auto-determinazione dei popoli”, mentre all’articolo 2 paragrafo 4 impone agli Stati di astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza dirette “contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”;

gli articoli 2 e 3 del Trattato sull'Unione europea, sottolineano come essa si fondi sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze e si prefigga di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli;

la nostra Costituzione, all’articolo 11, sancisce il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;

lo Statuto della Regione Emilia-Romagna riporta nel preambolo quali valori fondanti la pace e il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Condiviso che

è compito della comunità internazionale e dell’Europa garantire il massimo impegno per far cessare immediatamente il conflitto e promuovere un equilibrio duraturo di pace.

Evidenziato che

il Governo italiano ha condannato immediatamente e con assoluta fermezza la aggressione russa all’Ucraina, inaccettabile e ingiustificata, e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno espresso analoga condanna;

analoga unanime condanna hanno espresso l’Unione europea, il G7, la NATO e tutti i loro Stati membri;

l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, lo scorso 2 marzo, riunita in sessione d’emergenza - come solo pochissime volte accaduto nella storia e come non avveniva ormai da 40 anni - ha approvato una risoluzione di condanna, a larghissima maggioranza (141 voti a favore, 5 contrari e 34 astenuti), dell’aggressione dell’Ucraina da parte della Federazione russa, in cui si chiede, tra l’altro, che la Russia cessi immediatamente l’uso della forza e ritiri subito, completamente e in modo incondizionato le proprie unità militari;

la guerra sta già provocando ingenti perdite umane, sofferenze, distruzioni, nonché consistenti flussi di profughi e una grave emergenza umanitaria: secondo le stime dell’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, se la guerra proseguirà ci saranno oltre 10 milioni di profughi. All'inizio del conflitto l'Ucraina ha promulgato la legge marziale per richiedere agli uomini dai 18 ai 60 anni di rimanere nel paese. Ciononostante, nei primi giorni dell’invasione, più di un milione di persone - soprattutto donne e bambini - sono fuggite verso la Polonia, l’Ungheria, la Slovacchia, la Romania, la Moldavia e la Russia (dal confine russo passano soprattutto le popolazioni filorusse e i profughi diretti a oriente);

secondo il report del Centro di monitoraggio della disinformazione sul conflitto Russia-Ucraina diffuso da NewsGuard, che sta monitorando 116 domini di propaganda e disinformazione filo-russa, la propaganda russa diffonde fakenews da almeno 100 siti;

Viene repressa ogni forma di manifestazione del dissenso e secondo il sito indipendente OVD-Info che si occupa della tutela dei diritti umani in Russia, dal 24 febbraio sono 7.032 le persone arrestate in Russia durante le proteste contro l'aggressione all'Ucraina: dall'inizio della guerra in diverse città russe, a partire da Mosca e San Pietroburgo, ci sono state pacifiche manifestazioni contro la guerra, dove i manifestanti venivano prelevati dalle forze dell'ordine;

le autorità russe hanno promulgato modifiche al codice penale che introducono la responsabilità per la diffusione di notizie ritenute false dalle autorità di Mosca sulle azioni delle forze armate russe, in vigore da sabato 5 marzo: le infrazioni vengono sanzionate con multe fino a un milione e mezzo di rubli e, in caso di gravi conseguenze, sono previste anche pene detentive fino a quindici anni. Le nuove norme si applicano a tutti, compresi giornalisti russi e stranieri;

queste disposizioni liberticide hanno comportato la sospensione da parte della Rai e di altre testate nazionali dei servizi di corrispondenti e inviati dalla Russia, analogamente a quanto fatto da diverse altre emittenti estere che hanno abbandonato il suolo russo;

finora più di 40 Stati in tutto il mondo si sono allineati completamente alle sanzioni imposte dall'Ue contro Mosca per l'invasione dell'Ucraina, che già stanno avendo un forte impatto sull'economia russa, e l’Europa potrebbe valutare ulteriori misure se la situazione dovesse peggiorare.

Dato atto inoltre che

è certamente positivo il fatto che ci siano colloqui in corso tra le due parti, con anche un tentativo di mediazione da parte del Presidente della Francia Macron, che ricopre attualmente la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea;

a Bruxelles, i ministri dell’Interno dell’Ue hanno raggiunto un accordo storico: l’Ue accorderà una protezione temporanea a coloro che fuggono dalla guerra in Ucraina riservando a coloro che fuggono dalla guerra uno status di protezione per un anno, rinnovabile, simile a quello dei rifugiati. La decisione unanime riflette la solidarietà dovuta al popolo ucraino davanti a una guerra ingiustificabile.

Ritenuto

di condannare fermamente ogni aggressione militare, condividendo le azioni che il Governo italiano ha intrapreso e auspicando che la comunità internazionale profonda il massimo impegno per far cessare immediatamente il conflitto;

è stato sottoscritto il Defence Investment Pledge (DIP) con gli impegni assunti in merito alle forze militari internazionali.

Valutato

sia necessario un lavoro unitario delle istituzioni locali - Regione, Prefetture, Comuni e Province - per organizzare nel migliore dei modi l’accoglienza e l’assistenza dei profughi ucraini nel nostro territorio, dando vita ad un apposito coordinamento stabile interistituzionale;

il riscontro encomiabile di solidarietà che sta arrivando dalle nostre comunità locali, dall’associazionismo, dalle imprese e dai singoli cittadini, per accogliere i profughi e alleviare le loro sofferenze;

sia doveroso che la politica italiana concordemente predisponga una linea politica ed economica finalizzata a preservare gli interessi nazionali dagli inevitabili riflessi economici che comporterà la guerra russo-ucraina.

Considerato altresì

che risulta indispensabile assicurare la massima attenzione alle persone più giovani, bambine e bambini, ragazze e ragazzi, individuando soluzioni dirette a garantire loro la possibilità di proseguire o avviare i propri percorsi educativi e formativi, di qualsiasi ordine, grado e indirizzo, presso le istituzioni di istruzione, formazione ed educazione del nostro territorio, ricercando, in accordo con queste ultime, con gli Enti Locali e con il Governo le necessarie forme di accoglienza, sostegno e supporto all’integrazione.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale a

manifestare solidarietà e vicinanza alla popolazione colpita e a sostenere il Governo affinché vengano intraprese, anche attraverso la Conferenza delle Regioni, tutte le azioni condivise necessarie per garantire una de-escalation militare e l'immediata cessazione del conflitto e delle ostilità, nel pieno rispetto del diritto internazionale, della sovranità, dell’inviolabilità dei confini internazionalmente riconosciuti e dell’indipendenza dell’Ucraina, secondo i principi riconosciuti dalla Carta delle Nazioni Unite;

assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni attivando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, sanitaria ed economica ai profughi che arriveranno sul territorio regionale, coinvolgendo le famiglie ucraine già residenti;

sostenere le iniziative della UE per una accoglienza solidale e condivisa del popolo ucraino, favorendo la semplificazione delle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiati;

sostenere e promuovere progetti di solidarietà internazionale verso il popolo ucraino, dandone opportuna informazione preventiva all’Assemblea legislativa anche attraverso le apposite commissioni;

sostenere le iniziative regionali, nazionali ed europee finalizzate all’indipendenza energetica del nostro Paese anche attraverso massicci investimenti sulle energie rinnovabili e diversificazione degli approvvigionamenti energetici nel periodo di transizione;

sollecitare il Governo a sostenere l’istituzione di un fondo europeo compensativo per gli Stati maggiormente penalizzati dalle sanzioni, richiedendo, contestualmente, l’attivazione di misure di sostegno alle imprese per i maggiori oneri derivanti dalla applicazione di sanzioni e di eventuali controsanzioni russe, nonché alla promozione di accesso a nuovi mercati verso cui indirizzare esportazioni e investimenti non più realizzabili a fronte delle sanzioni nei confronti del governo di Putin;

riferire tempestivamente all’Assemblea legislativa, anche attraverso le apposite Commissioni, circa gli sviluppi della situazione per quanto di propria competenza.

Auspica

che l’Europa e gli Stati membri coordinino un intervento umanitario per l’accoglienza dei profughi;

che venga sostenuto un urgente e netto rafforzamento della Politica estera e di sicurezza comune europea, anche attivando le riforme procedurali necessarie.

Esprime

il proprio cordoglio alle famiglie di tutte le vittime di questa terribile guerra.

Approvata all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana dell’8 marzo 2022

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