n.362 del 14.11.2018 (Parte Seconda)
Oggetto n. 7455 - Ordine del giorno n. 3 collegato all’oggetto 7262 Proposta recante: “Piano regionale pluriennale per l’adolescenza 2018/2020.” A firma dei Consiglieri: Boschini, Tarasconi, Soncini, Calvano, Montalti, Zoffoli, Campedelli, Molinari, Iotti, Rontini, Bagnari, Serri, Lori
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
il Piano regionale pluriennale per l’adolescenza approvato oggi dall’Aula porta avanti l’impostazione integrata già presente nel precedente “Progetto Adolescenza” del 2013, che evidenziava l’importanza di sviluppare in modo più diffuso interventi di promozione e prevenzione nei vari contesti di vita degli adolescenti, in continuità, ove necessario, con i percorsi di cura, prestando attenzione agli adulti di riferimento e al passaggio alla maggiore età;
impostato sui capisaldi dell’ascolto attivo degli adolescenti e del loro coinvolgimento nelle scelte che li riguardano direttamente, ma anche dello sprone a renderli partecipi di un progetto più ampio capace di contribuire in positivo allo sviluppo sociale, il nuovo Piano si sviluppa nel senso di perseguire la piena integrazione fra politiche e attori, proponendo un patto educativo in cui i principali soggetti che si occupano di adolescenti condividano anche la responsabilità sociale degli interventi che si intendono realizzare.
Evidenziato che
il Piano regionale prevede una serie di misure di supporto ad un’età della vita particolarmente complessa, che necessita di protagonismo ma anche di cura, di possibilità di sperimentare la propria libertà ma anche di porti sicuri dove potersi rifugiare; e non è superfluo sottolineare come un ruolo di primo piano continui ad essere giocato dalla scuola, intesa non solo come istituzione educativa, ma come luogo di inclusione, di accompagnamento, di ascolto e di orientamento;
in particolare, il Piano insiste sull’importanza dell’orientamento quale fattore strategico per uno sviluppo inclusivo: l’educazione alla scelta, alla conoscenza di sé e delle proprie vocazioni, la conoscenza delle opportunità del territorio e delle nuove frontiere dello sviluppo, che sono condizioni per garantire le migliori opportunità di crescita culturale, economica e sociale alle nuove generazioni.
Rilevato che
le scelte cruciali, quelle dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado e da questa all’Università o alla formazione post-secondaria, necessitano di un sistema di orientamento meglio strutturato, che offra ai ragazzi la visuale completa su un panorama molto variegato, in cui cercare di fare la scelta giusta districandosi fra propensioni individuali e potenzialità occupazionali del territorio;
accanto a questa prima difficoltà, va aggiunto il fatto che, nella scelta del corso universitario, spesso i ragazzi si trovano di fronte alla barriera di un test di ammissione che, lungi dall’essere in grado di rendere conto delle reali capacità dello studente, spesso si risolve in un modo per scremare quante più persone possibili.
Impegna la Giunta
a chiedere a livello statale una revisione delle modalità di accesso alle Facoltà universitarie, valutando di introdurre, nel rispetto dell’autonomia degli Atenei, oltre al test d’ingresso, altri meccanismi di selezione che siano in grado di fare emergere le competenze, le capacità, le attitudini e l’impegno dei singoli candidati con una valutazione complessiva del loro percorso;
in particolare, per quanto riguarda la specialistica di Medicina, a proseguire nell’impegno di finanziare un congruo numero di borse di studio così da scongiurare il pericolo, per il prossimo futuro, di dovere affrontare una carenza di specialisti sul territorio, sollecitando un analogo impegno del Governo nazionale in tal senso.
Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 7 novembre 2018