n.317 del 10.11.2021 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 3643 - Risoluzione per sostenere le case-famiglia e il sistema di accoglienza dei minori garantendone la qualità attraverso la promozione di una forma di accreditamento regionale e una armonizzazione dei contributi previsti per i nuclei accoglienti di concerto col sistema degli Enti locali. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Maletti, Soncini, Zappaterra, Fabbri, Sabattini, Montalti, Mumolo, Bulbi, Rontini, Tarasconi, Mori
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
la Regione Emilia-Romagna ha intrapreso alla fine del 2019 una riqualificazione del sistema di accoglienza dei minori, istituendo due commissioni d’inchiesta. Una di natura tecnica, istituita presso la Giunta con delibera di Giunta regionale 1153/2019 “Istituzione della commissione tecnica per la individuazione di misure organizzative e procedimentali appropriate nei procedimenti preposti alla tutela e all'eventuale allontanamento dei minori dalle famiglie di origine. Nomina dei componenti”. L’altra presso l’Assemblea legislativa, istituita con delibera di Assemblea legislativa n. 215/2019 “Istituzione, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, di una commissione assembleare speciale d'inchiesta circa il sistema di tutela dei minori nella Regione Emilia-Romagna”.
Le due commissioni hanno dato indicazioni comuni, recepite rispettivamente dalla delibera di Giunta regionale n. 1899/2019 “Presa d'atto della relazione finale della commissione tecnica per la individuazione di misure organizzative e procedimentali appropriate nei procedimenti preposti alla tutela e all'eventuale allontanamento dei minori dalle famiglie di origine; e dalla Risoluzione oggetto n. 9143/2019 che esprime l’approvazione dell’Assemblea legislativa alla relazione finale presentata dalla Commissione e fa proprie le raccomandazioni espresse nel Capitolo 4. Dispositivo finale della suddetta relazione.
Come si legge nella Risoluzione n. 9143/2019, tra le criticità emerse nello sviluppo di un organico sistema di servizi si può annoverare la pluralità delle competenze e complessità dei soggetti coinvolti nel procedimento giudiziario e amministrativo sulla tutela dei minori. Servizi sociali, USL autorità giudiziaria, famiglie, strutture o famiglie di accoglienza devono sempre essere in continuo dialogo e per questo motivo la Giunta regionale deve promuovere una verifica sui principali strumenti di accordo, intese e protocolli, per favorire l’omogeneità e la condivisione delle migliori pratiche.
La Commissione Tecnica individua nella sua relazione finale (p. 21) “una lacuna organizzativa” nella “mancanza di un sistema di qualità del percorso assistenziale e clinico di tutela che garantisca il monitoraggio e la valutazione periodica di fidelity/aderenza alle norme di legge e agli indirizzi regionali” e concorda nel suggerire alla Regione l’opportunità di costruire un “Percorso di qualità della tutela dei minorenni”.
Dal lavoro della Commissione, il funzionamento dell’accoglienza in case-famiglia, comunità familiari o altre strutture appare adeguato, in particolare l’attività delle famiglie affidatarie e delle loro associazioni ha rivelato un elevato tessuto etico e di servizio sociale volontario dedicato al bene della comunità, dei minori e dei loro genitori.
La Commissione ha riscontrato la necessità di poter disporre di numeri più ampi e qualificati di famiglie disponibili all’affido o alla collaborazione con i servizi sociali, adeguatamente formate e gestite tramite opportune banche-dati. La Commissione ha rilevato inoltre che, in merito alla prassi diffusa di sostenere le famiglie affidatarie attraverso contributi mensili e rimborsi spese, sarebbe opportuno fissare l’importo in modo omogeneo a livello regionale attraverso accordi con ANCI o con gli Enti locali.
Considerato che
la delibera di Giunta regionale n. 1444/2020 recepisce le indicazioni delle due Commissioni d’inchiesta, in particolare la necessità di definire un “Percorso di qualità della tutela dei minorenni” a regia regionale, in accordo con i servizi territoriali e le rappresentanze delle comunità e delle famiglie affidatarie, che punti ad attivare in tutto il territorio regionale le equipe di secondo livello multidisciplinari, a implementare le metodiche di prevenzione dell’allontanamento, a migliorare la raccolta dei dati attraverso il Sistema informativo regionale Socio-assistenziale minori attualmente in uso.
Il programma di mandato 2020-2025 individua quale obiettivo la qualificazione del sistema di accoglienza e cura dei minorenni, con particolare riferimento ai ragazzi seguiti dai servizi territoriali, collocati in affidamento familiare o comunità. I diritti delle persone di minore età prive di un ambiente familiare adeguato saranno una priorità per la Regione e nel confronto con gli Enti locali.
La delibera 1444/2020 istituisce a tale scopo un tavolo regionale, a sua volta suddiviso in due sottogruppi: uno dedicato alla vigilanza sulle comunità che accolgono i minori e che ha approvato un protocollo d’intesa con ANCI, Procura della Repubblica, Tribunale dei minori e Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’altro sottogruppo ha tra i suoi oggetti il tema degli affidamenti, cioè come assegnare la gestione dei servizi identificati dalla normativa regionale, tenendo conto sia del Codice dei contratti sia del Codice del terzo settore.
Rilevato che
ASP Città di Bologna ha indetto una procedura aperta per la conclusione di un Accordo quadro con più operatori economici senza successivo confronto competitivo ai sensi dell’articolo 54 comma quattro, lettera a) del decreto legislativo 50/2016, finalizzato all’affidamento del servizio di gestione di accoglienza presso strutture in regime residenziale e semiresidenziale di minori di madri e padri con figli minori e sostegno alle responsabilità familiari.
La suddetta procedura aperta, scaduta il 23 febbraio scorso, è stata oggetto di critiche da parte di numerose associazioni attive nell’accoglienza ai minori. Tra le altre: l’Alleanza delle Cooperative di Bologna, l’associazione Coordinamento Regionale delle Comunità per Gestanti e Madri con Bambino, l’associazione Papa Giovanni XXIII, il Coordinamento regionale delle comunità familiari, che include circa 20 piccole case-famiglia sul territorio regionale.
In particolare, le critiche riguardavano: la sostenibilità dell’impianto economico, che avrebbe avvallato un sistema di accoglienza a ribasso; la discutibile previsione dell’art. 18, per cui, trascorsi 9 mesi dalla stipulazione dell’accordo quadro, i minori già inseriti in comunità che non hanno sottoscritto l’accordo quadro sarebbero trasferiti in strutture che invece l’hanno sottoscritto, ciò che risulterebbe contrario all’interesse del minore, in quanto potenzialmente lesivo del suo diritto alla continuità affettiva; la gestione degli incontri dei genitori con i figli, che viene rimessa alle strutture residenziali, mettendo così in conflitto tra loro i due “ambiti familiari del bambino”; un sistema di dimissioni del minore che non terrebbe sufficientemente conto del parere tecnico della struttura; la richiesta di significative fideiussioni bancarie e di un fatturato minimo, condizione che escluderebbe la partecipazione delle piccole case-famiglia; l’obbligo ad accogliere il minore soltanto in base al criterio del posto vuoto e pena sanzioni; protocolli complessi e che necessitano di professionalità non impiegate nelle case-famiglia; l’obbligo di partecipare a un numero considerevole di bandi per poter collaborare con gli enti del territorio, visto che ogni Ente fa il suo.
Sottolineato che
è già stata presentata l’interrogazione n. 2660/2021 a firma dei consiglieri Mumolo, Paruolo, Pillati, Caliandro, Tarasconi, Sabattini, nella quale si chiede alla Giunta se intenda rafforzare il confronto con gli Enti locali, per confermare l’impegno nel percorso di qualità della tutela dei minorenni, in particolare con il Comune di Bologna.
Nella risposta all’interrogazione la vicepresidente Schlein richiama l’istituzione del tavolo già ricordata nei punti precedenti.
Ritenuto che
tale tavolo regionale per la qualificazione del sistema di accoglienza e cura dei minorenni, nel suo sottogruppo dedicato agli affidamenti dei minori, potrebbe utilmente occuparsi di realizzare un’anagrafica regionale che censisca le realtà e costituisca una sorta di accreditamento, nei termini che andranno messi a fuoco nel corso dei lavori del tavolo.
Tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta
a proseguire nel sostegno ai progetti di prevenzione dell’allontanamento dei minorenni dalla famiglia d’origine, ove possibile, nel rispetto delle norme vigenti e delle prerogative della Magistratura minorile;
a valutare, avvalendosi del tavolo di lavoro istituito con propria delibera n. 1444/2020 e nel confronto continuo con le rappresentanze degli Enti locali e dei coordinamenti delle comunità di accoglienza per minorenni o madri/bambino, le modalità, gli standard e i range di costi di produzione/tariffe per addivenire a un accreditamento del sistema di accoglienza, sostenuto da Regione e Comuni, per consentirne la maggior qualificazione a tutela dei diritti delle persone accolte;
in tale contesto, per sostenere gli Enti locali nella realizzazione dei progetti di affidamento familiare, arrivare a un’armonizzazione dei contributi previsti dai Comuni per i nuclei accoglienti, definendo criteri comuni e modalità condivise;
a sostenere il percorso verso i due obiettivi, l’accreditamento e l’armonizzazione dei contributi per i nuclei accoglienti, prevedendo nelle future manovre di bilancio adeguato sostegno.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 ottobre 2021