n.118 del 27.04.2022 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 4265 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere strategie efficaci e piani di azione per la prevenzione e la cura del disagio psicologico di tutte le fasce d'età della popolazione. A firma della Consigliera: Zamboni
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
da molti anni l’emergenza psichiatrica nella fascia 0-18 anni è una questione di grande attualità in tutto il mondo e la pandemia di Covid-19 ha fatto da detonatore a fragilità latenti che in altri periodi probabilmente non sarebbero evolute in disturbi di salute mentale;
in Italia con il primo lockdown, nella primavera del 2020, si era assistito a una minore richiesta di aiuto in campo psico-psichiatrico sia per la resistenza ad andare in ospedale, sia perché lo stress era vissuto in modo meno intenso; al contrario, con la seconda ondata pandemica, partita nell’autunno 2020, i dati sono esplosi in maniera drammatica;
tra aprile e maggio di quest’anno 5.713 giovani hanno partecipato alla indagine online "Ora parliamo noi" promossa da Cittadinanzattiva (con il sostegno di Assosalute - Associazione Nazionale farmaci di automedicazione parte di Federchimica), indagine rivolta direttamente a ragazzi dai 14 ai 19 anni o attraverso le scuole con cui Cittadinanzattiva collabora. Più di 1 su 3 (37%) ha avuto l'esperienza diretta di persone care contagiate e addirittura di una perdita quasi per 1 su 4 (23%). I due terzi dei ragazzi/e hanno grande paura di contrarre il virus. Più della metà (58%) riconosce che sono aumentate tra i loro pari le forme di disagio psico-fisico. Tra i principali motivi di sofferenza in ordine di importanza vengono indicati: la lontananza dalle persone più care (75%); il divieto di potersi muovere liberamente (74%), quello di incontrare amici e compagni di scuola (71%). Nell'ultimo anno la stragrande maggioranza dei giovani intervistati ha sperimentato sbalzi di umore (63%), seguiti dai disturbi del sonno (57%). Al terzo posto vengono dati in aumento i disturbi dell'alimentazione (46%), seguiti dal desiderio di stare soli (39%) e dalla consapevolezza di essere iperconnessi (quasi 38%).
Considerato che
nella nostra regione, rispetto ai tentativi di suicidio ed autolesionismo tra minori e adolescenti, i dati regionali dimostrano un calo degli accessi in Pronto Soccorso nel 2020, e - fino a marzo 2021 - nessun incremento rispetto agli anni precedenti. Questo non significa che la pandemia non abbia prodotto effetti psicologici anche importanti sulle giovani generazioni. D’altra parte, l’incremento degli accessi nel 2011, 62.353 nel 2019, con una battuta di arresto nel 2020: 56.405, verosimilmente a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia;
durante la seconda ondata della pandemia anche in Emilia-Romagna si è registrato un forte aumento di richieste di aiuto da parte di bambini e adolescenti. Angelo Fioritti, presidente del Collegio nazionale dei Dipartimenti di salute mentale e responsabile di quello dell'Ausl di Bologna, a fine marzo 2021 spiegava che “dal punto di vista psicopatologico troviamo sindromi ansiose nei più piccoli (8-12 anni) espresse soprattutto attraverso la sfera somatica", manifestandosi cioè con "mal di pancia, mal di testa, aumento o perdita di peso, incubi, enuresi". Negli adolescenti, invece, emergono "sindromi psichiatriche e comportamentali complesse" come "ritiro domestico tipo hikikomori, autolesionismo, accentuazione di sintomi ossessivi, aggravamento dei disturbi del comportamento alimentare, disturbi del pensiero". Nei bambini con disabilità e disturbi dell'apprendimento, invece, "si assiste a una regressione rispetto ai livelli raggiunti e un maggior divario coi loro coetanei”;
secondo Paolo Bordon, Direttore dell’AUSL di Bologna, i servizi devono aumentare la capacità di ascolto e prevenzione: “Un’azienda Asl vive nella società, non possiamo aspettare che la domanda ci travolga, ma dobbiamo anticipare i bisogni di salute che aumenteranno. I servizi del territorio dovranno cambiare pelle, così come il virus ha cambiato il modo di lavorare nei nostri ospedali. Ma se la pandemia ha colto impreparate tutte le aziende sanitarie nel mondo, questi fenomeni già li vediamo, possiamo lavorare di più con una medicina di iniziativa, che significa intercettare il disagio prima che questo si aggravi”.
Considerato inoltre che
un’indagine condotta da Nomisma su oltre 500 cittadini residenti in Emilia-Romagna, presentata lo scorso 11 novembre a Bologna, ha evidenziato forti ripercussioni della pandemia da Covid-19 su tutta la popolazione, rilevando un generale peggioramento dello stato emotivo generale. Da quando è iniziata la pandemia, il 29% degli intervistati si è sentito teso, nervoso o irritabile, mentre il 46% ha dichiarato di non seguire un'alimentazione equilibrata e sana. Inoltre, il 6% degli intervistati ha iniziato dopo la pandemia a fare uso di sonniferi, farmaci ansiolitici e antidepressivi. Quella più forte è la paura di essere contagiati dal virus, che genera ansia e tensioni nel 49% degli intervistati. Subito dopo, però, viene il malessere legato a non poter vedere i familiari e gli amici (42%), insieme al timore che non sia più possibile tornare a una vita normale (41%). Le altre inquietudini più sentite sono quelle legate alla solitudine (16%) e al timore di perdere il lavoro (16%). Allo stesso tempo, continua Nomisma, "la pandemia ha accentuato le disuguaglianze tra gli individui, colpendo più duramente sul piano psicologico persone che presentavano fragilità pre-esistenti";
secondo la ricerca di Nomisma, "sono stati i giovani, le donne, le persone meno istruite, quelle meno abbienti, gli individui senza una solida rete di supporto familiare e amicale a pagare il conto più elevato della pandemia", persone che "già prima dell'emergenza sanitaria avevano difficoltà nell'accedere a percorsi di cura per i propri disagi psichici, in primis per motivazioni economiche";
dall'indagine di Nomisma si conferma inoltre la presenza anche in Emilia-Romagna di un "forte stigma" che ancora "circonda il disagio psichico". L'istituto ha rilevato infatti una quota consistente di popolazione, soprattutto nella fascia più anziana, che "pur presentando oggettivi livelli di disagio, dichiara di non sentire la necessità di un supporto psichico o psicologico". In Emilia-Romagna, gli utenti dei centri di salute mentale hanno visto nell'ultimo decennio una crescita costante, superando quota 82.000 nel 2019, a cui ha fatto seguito nel 2020, a causa della pandemia, una brusca frenata, con un calo di oltre il 10% dei pazienti (73.427).
Ricordato che
il Gruppo Assembleare Europa Verde, in occasione della seduta dell’Assemblea legislativa del giorno 12 ottobre 2021, è già intervenuto con un Question time sul tema del disagio psicologico di bambini e adolescenti per richiamare l'attenzione della Giunta regionale su questa emergenza scatenata dalla pandemia;
il Sottosegretario alla Presidenza Davide Baruffi, rispondendo al Question time di Europa Verde, ha spiegato che “sin dalle prima fasi dell’emergenza pandemica, le Aziende sanitarie della regione, attraverso i Programmi e Servizi di Psicologia, si sono organizzate per dare una risposta immediata e coordinata all’emergenza Covid-19. Nel corso del 2020 sono state oltre 10.700 le consulenze psicologiche effettuate dal servizio sanitario regionale. A distanza di un anno da quella risposta emergenziale, la Regione ha attivato una serie di azioni di per monitorare gli effetti della Pandemia, sia per intervenire nelle situazioni di crisi e sugli effetti che potranno verificarsi sul medio-lungo periodo”;
nella risposta il Sottosegretario ha inoltre richiamato:
- l’approvazione delle “Linee di indirizzo alle Aziende Sanitarie in tema di organizzazione dell’area Psicologia clinica e di comunità”, articolate secondo un indice per diverse fasi del ciclo di vita, e in particolare età evolutiva e clinica dell’infanzia, età evolutiva e clinica dell’adolescenza, coppia e famiglia;
- l’attività in corso del Gruppo regionale di monitoraggio e valutazione sull’impatto psicopatologico che la pandemia ha avuto o potrebbe avere sui bambini e giovani 0-25 anni;
- la delibera regionale n. 1673, approvata successivamente il 25/10/2021, che ripartisce e assegna alle ASL, per l’anno 2021, risorse specifiche derivate dal finanziamento del Decreto Legge 25 maggio 2021, n. 73, di cui 1.486.514 euro dedicati a contratti di lavoro autonomo per psicologia area minori-adolescenti.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
(alla luce dei dati allarmanti resi noti da Nomisma e nella perdurante fase di stress sociale dovuto alla pandemia e alla ripresa della curva del contagio) a proseguire con l’allocazione di risorse, anche straordinarie, a favore di strategie efficaci e piani di azione per la prevenzione e la cura del disagio psicologico di tutte le fasce d’età della popolazione, a partire dal costante monitoraggio della curva del disagio e dal rafforzamento dei servizi territoriali, in modo da intervenire tempestivamente prima che tali problematiche si aggravino e, peggio ancora, si cronicizzino;
a sostenere la diffusione di buone pratiche e servizi di ascolto e sostegno psicologico nelle scuole e nei territori per intercettare proattivamente il disagio psicologico di bambini e adulti, adottando tutti gli strumenti di prevenzione e individuazione precoce del disagio, tra cui anche lo screening psicologico;
a considerare, nei prossimi piani sanitari, le problematiche psicologiche come un aspetto della cosiddetta sindrome di Long Covid;
a riferire periodicamente in Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali sull’andamento e i risultati del monitoraggio e sull’aggiornamento dei piani di intervento per il contrasto alle varie forme di disagio psicologico scatenate o aggravate dalla pandemia.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 6 aprile 2022