n. 32 del 02.03.2011 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE Oggetto n. 976 - Risoluzione proposta dalla consigliera Barbati per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a tutelare i lavoratori della Gambro SpA di Medolla (MO)
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
La multinazionale Gambro, con sede in Svezia, è stata fondata nel 1964, offre prodotti e terapie di emodialisi per il trattamento di disfunzioni renali ed epatiche per il trattamento di pazienti sia cronici che acuti.
La Gambro conta oggi 8.000 dipendenti, siti produttivi in 9 paesi e uffici di vendita in più di 100 nazioni. Il giro d’affari è di circa 1.300 mln di Euro, concentrati principalmente in Europa in quanto a business e infrastrutture.
In Italia la Gambro ha un’importante sede produttiva a Medolla (provincia di Modena) con 880 occupati.
Considerato che
Il vicepresidente della divisione operativa Gambro di Medolla, durante un incontro, richiesto da tempo, da Rsu e sindacati ha ufficializzato la cessione delle attività della “bloodline” (“linea sangue” per la dialisi) e il conseguente licenziamento di circa 400 lavoratori tra tempi indeterminati e precari.
L’azienda giustifica l’esigenza di delocalizzazione dichiarando:
“La decisione annunciata oggi è necessaria per rafforzare ulteriormente la nostra posizione e competitività a livello mondiale nel mercato dell’emodialisi per pazienti cronici. Ci focalizzeremo sulla fornitura di terapie con i più alti standard possibili, concentrando i nostri sforzi sulla facilità d’uso e l’efficienza complessiva in clinica. Ciò ci permetterà di indirizzare i nostri investimenti in quelle aree di attività nelle quali risiedono le migliori opportunità di creazione di valore per i clienti e la nostra azienda” dichiarazione di Ulf Mattsson, Presidente e Ceo ad interim di Gambro.
In particolare, saranno portate a termine le seguenti azioni:
- esternalizzazione di granulazione, stampaggio e sterilizzazione;
- consolidamento delle rimanenti lavorazioni legate alla produzione delle linee sangue a Přerov (Repubblica Ceca), Shangai (Cina) e Tijuana (Messico).
Evidenziato che
Non emergono dalle dichiarazioni del Presidente e Ceo Ulf Mattsson difficoltà economiche in cui versa I’azienda Gambro, ma pare che la decisione di delocalizzare sia legata solo ad obiettivi di profitto e di competitività internazionale. È noto infatti che in Italia il distretto biomedicale non accusa cali di produzione, le aziende sono solide ma l’occupazione è minacciata pesantemente dalla delocalizzazione. I 400 esuberi della Gambro risulterebbero pertanto vittime di scelte produttive convenienti per I’azienda ma molto penalizzanti per i lavoratori.
Il 27 Gennaio 2011 i sindacati hanno proclamato una mobilitazione immediata. L’azienda tra l’altro violerebbe l’accordo firmato in Regione il 24 marzo 2009, nel quale le parti avevano condiviso gli obiettivi e i percorsi fondamentali per sviluppare gli investimenti e migliorare la competitività aziendale.
L’assessore Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle Attività produttive, giudicando il piano industriale un grave progetto di drastico ridimensionamento dell’azienda e dell’occupazione ha convocato il tavolo su esuberi per il 3 Febbraio 2011.
Nel novembre scorso il Ceo di Gambro affermava tra l’altro che “nel contesto Gambro sul mercato globale, l’Italia rimane un paese strategico e l’impianto Gambro Dasco, in particolare attraverso la presenza dei settori Ricerca&Sviluppo e della produzione di Artis, continua ad essere un importante sito produttivo della società”. Ad oggi queste parole sono smentite dai fatti.
Impegna la Giunta regionale
A tenere informata l’Assemblea della condizione in cui versano le lavoratrici e i lavoratori della Gambro e ad impegnarsi concretamente nella difesa dei diritti delle risorse umane di un’azienda che, considerato l’ambito di attività legato al distretto biomedicale, rappresenta una realtà che deve essere salvaguardata e incentivata a garantire la produzione e l’occupazione.
A far rispettare l’accordo, firmato in Regione il 24 marzo 2009, nel quale le parti avevano condiviso gli obiettivi e i percorsi fondamentali per sviluppare gli investimenti e migliorare la competitività aziendale.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana dell’8 febbraio 2011