n.82 del 30.03.2022 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 4031 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo e l'Unione Europea affinché si ponga termine alle violenze in corso nella regione Araucanìa del Cile meridionale, si tutelino la minoranza italiana e, in particolare, le comunità emiliano-romagnole che vi sono residenti e vengano adottate le misure necessarie per il ripristino della convivenza civile e del dialogo interculturale. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Mori, Costa, Daffadà, Zappa- terra, Caliandro, Pillati, Rontini, Sabattini, Montalti, Tarasconi, Mumolo
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
la Regione dell’Araucanìa nel Cile meridionale è abitata da una cospicua comunità di emiliano-romagnoli stanziati soprattutto nel comune “Capitán Pastene” fondato da due migrazioni dalla Regione Emilia-Romagna nel 1904/1905, in cui 88 famiglie (circa 600 persone) per lo più provenienti dall’Appenino modenese, a seguito di una concessione di terreni nella regione dell'Araucanía da parte del Governo cileno, si stabiliscono nei territori fino ad allora abitati solo dagli indios Mapuche.
La maggioranza degli attuali duemila abitanti dell’area e di Capitán Pastene è discendente delle prime 88 famiglie provenienti dalla provincia di Modena che nel 1904/1905, in accordo tra i Governi cileno e italiano, si trasferirono in questa zona abitata dagli indios Mapuche, avviando un importante intervento di urbanizzazione e insediamento abitativo.
Lo sviluppo economico dell’intera area e in particolare di Capitán Pastene, iniziato negli anni 50, si basa sulla produzione agricola sostenibile, sulle attività forestali e sulla selvicoltura, attività che vede la presenza di grandi aziende che operano a livello nazionale e che costituisce la principale fonte di sostentamento delle famiglie locali.
Nel tempo, grazie all’esigenza di diversificare e integrare lo sviluppo economico, sociale e culturale della regione, l’intera area e in particolar modo Capitán Pastene, è diventata punto d’interesse turistico nazionale grazie ad iniziative legate al patrimonio storico e gastronomico italiano, ottenendo il riconoscimento del sigillo di origine sulla produzione del prosciutto, attività nata dall’incontro tra piccoli artigiani e imprenditori locali.
Sono 11 le Associazioni degli emiliano-romagnoli in Cile, di cui 6 nella regione dell’Araucanìa, con le quali la Regione Emilia-Romagna tramite la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo è in constante collegamento.
Considerato che
nella regione dell’Araucanìa la convivenza tra cileni, italiani e mapuche è sempre stata ottima, per poi negli ultimi dieci anni diventare più critica a causa dei numerosi attentati e atti vandalici avvenuti nella regione nel corso del cosiddetto “conflitto mapuche”, operata da una minoranza mapuche.
La Costituzione cilena vigente, in corso di revisione, è l'unica in America latina a non riconoscere i popoli originari, che in Cile sono almeno nove, e pare sia questa una delle cause degli atti violenti operati dalla minoranza mapuche.
Da notizie apprese dalla stampa, ma anche dal consultore di riferimento dell’area cilena, sono in corso diverse violenze e scorribande che hanno portato ad occupazioni abusive, incendi e devastazioni di fabbriche di proprietà di emiliano-romagnoli.
Dal 2013 ad oggi, nel solo comune di Capitán Pastene sono stati segnalati 31 attentati nei confronti delle fabbriche e dei lavorati della cittadina, di cui ben 12 nell’anno 2021.
Tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta regionale
a farsi interprete presso il Governo e l’Unione Europea affinché venga attivata una interlocuzione con il Governo cileno, volta a tutelare la minoranza italiana e affinché terminino le violenze nella regione Araucanìa del Cile meridionale;
ad esprimere solidarietà nei confronti delle comunità emiliano-romagnole che da più di un secolo sono residenti nella regione dell’Araucanìa del Cile meridionale;
a farsi interprete presso il Governo e l’Unione Europea dell’invito al Governo cileno ad avviare iniziative di dialogo con tutte le comunità presenti sul territorio finalizzate al ripristino di una civile convivenza e al dialogo interculturale.
Approvata all'unanimità dei votanti nella seduta antimeridiana del 9 marzo 2022