n.240 del 08.07.2020 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 349 - Risoluzione sulla ripartenza post emergenza sanitaria in Emilia-Romagna: rilancio della sanità pubblica e del sistema socio economico all’insegna della sostenibilità ambientale, del contrasto ai cambiamenti climatici, della green economy, dell’impiego delle fonti di energia rinnovabili e della mobilità sostenibile. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Taruffi, Amico

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Visto

l'articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) che fa della lotta al cambiamento climatico un obiettivo specifico della politica dell'UE in materia di ambiente;

il rapporto uscito ad ottobre 2018 dell’IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change, la task force di scienziati di 196 Paesi che studia i cambiamenti climatici per conto dell’ONU – che ha ammonito i governi che abbiamo solo undici anni di tempo per invertire la rotta dei cambiamenti climatici con azioni concrete ed immediate senza le quali si arriverebbe ad un punto di non ritorno;

la deliberazione di Giunta regionale n. 1391 del 05/08/2019 “Dichiarazione di emergenza climatica e ambientale quale assunzione di consapevolezza e responsabilità politica, per il coordinamento e rafforzamento delle politiche, azioni e iniziative volte al contrasto del cambiamento climatico”, con la quale la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza climatica e ambientale aderendo all’allarme lanciato da giovani di tutto il mondo con il movimento “FRIDAYS FOR FUTURE”, allarme che riprende quanto la comunità scientifica internazionale sostiene da tempo sui pericoli a cui sono esposte le prossime generazioni in conseguenza dei cambiamenti climatici;

le premesse della suddetta delibera che recitano che “al ritmo attuale di emissioni climalteranti in atmosfera entro il 2050 la temperatura media globale rischia con alta probabilità di superare la soglia massima 1,5 – 2 gradi centigradi fissata negli Accordi sul Clima di Parigi del 2015, con la conseguenza di provocare lo scioglimento del permafrost, l’innalzamento di mari e oceani, la scomparsa di vaste zone costiere, la propagazione di malattie infettive, l’insorgere di nuove patologie, nonché danni eco-sistemici a foreste e zone umide, l’aumento della desertificazione e la riduzione dell’acqua potabile a disposizione”; “i profondi mutamenti climatici e la crisi ambientale rappresentano un’emergenza primaria e vitale per la possibilità stessa di esistenza degli esseri umani sul pianeta e stanno mettendo a rischio l’ecosistema terrestre; “occorre ridurre drasticamente i gas serra prodotti dall’attività umana superando l’uso delle energie fossili a favore di quelle rinnovabili e incrementando l’efficienza energetica”.

Premesso che

il perdurare dell’emergenza Covid-19 sta producendo un impatto enorme sul tessuto economico e sociale italiano e della nostra regione. Si prospetta una grave recessione con effetti pesantissimi sull’occupazione, i consumi, la capacità produttiva del Paese, con un inevitabile acuirsi delle diseguaglianze sociali;

l’emergenza sanitaria ed economica non deve però farci dimenticare la crisi climatica, già in atto, e i suoi effetti su salute, economia, ecosistemi;

la crisi ambientale - come la perdita di biodiversità - causata dalle attività dell’uomo rappresenta anch’essa un’emergenza primaria per il futuro degli esseri umani e l’ecosistema terrestre.

Considerato che

come ha dichiarato la virologa Ilaria Capua “la nostra salute dipende per il 20% dalla predisposizione genetica e all’80% dai fattori ambientali. La cura deve studiare, oltre all’organismo in questione, anche il contesto”;

già oggi lo smog è responsabile ogni anno di migliaia di decessi prematuri nel nostro paese, che con il bacino padano ospita una delle aree con il più alto tasso di inquinamento atmosferico d’Europa;

occorre quindi riavviare la ripresa economica all’insegna della tutela della nostra salute e della sostenibilità ambientale oltre che sociale per non ripetere gli errori fatti fino ad oggi e per cogliere le opportunità economiche che l’economia verde offre in termini di creazione di reddito e nuovi posti di lavoro, come dal 2012 attestano, ad esempio, i rapporti annuali GreenItaly pubblicati da Unioncamere e Fondazione Symbola.

Considerato altresì che

il primo atto ufficiale della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è stato la presentazione al Parlamento Europeo del “Green deal europeo”, un pacchetto di proposte legislative, strumenti finanziari e piani articolato in 50 azioni destinate a portare l’Europa entro il 2030 all’abbattimento del 50% delle emissioni di CO2 ed entro il 2050 alla carbon neutrality, facendo così dell’Unione Europea il leader mondiale nella lotta ai cambiamenti climatici;

per conseguire l’obiettivo del Green Deal Europeo sarà necessario:

  1. investire in tecnologie rispettose dell'ambiente;
  2. sostenere l'industria nei processi di innovazione orientati all’efficienza energetica e alla riduzione dell’impatto ambientale dei processi produttivi;
  3. introdurre forme di trasporto privato e pubblico meno impattanti;
  4. decarbonizzare il settore energetico;
  5. garantire il grado ottimale di efficienza energetica degli edifici pubblici e privati;

a sostegno del “Green Deal” la Commissione intende mettere sul piatto una dotazione di 1000 miliardi di euro, per cui è importante che la Regione Emilia-Romagna attraverso un’adeguata programmazione e definizione delle priorità sia pronta a sfruttare al meglio gli strumenti finanziari offerti dal Green Deal” europeo, a conferma anche in questo contesto della propria capacità di acquisire fondi europei e di saperli investire.

Assunto che

si deve accelerare la transizione verso un modello di economia circolare basato su risparmio, riciclo e riutilizzo delle risorse, sulla progressiva riconversione energetica e sostituzione dell’impiego di fonti fossili con quelle rinnovabili, sull’efficienza energetica e una gestione ambientalmente sostenibile delle varie filiere produttive, oltre che del ciclo dei rifiuti;

come riportato nella delibera regionale 1391/2019, “le misure per affrontare la crisi climatica, benché drastiche e impegnative, sono tecnicamente fattibili ed economicamente gestibili e convenienti, in quanto aprono la strada a nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali”;

è necessario che la Regione Emilia-Romagna sostenga il processo di transizione energetica, fissando obiettivi di uso delle rinnovabili e riduzione delle emissioni climalteranti più ambiziosi rispetto a quelli indicati nel Piano energetico regionale e coerenti con la succitata delibera n. 1391 del 5/8/2019;

è inoltre necessario che la Regione contribuisca a riprogrammare la mobilità pubblica e privata post-emergenza in chiave di tutela della salute, riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, favorendo il più possibile l’utilizzo della mobilità ciclistica e dei mezzi di trasporto collettivi non inquinanti.

Ricordato che

intervenendo nella seduta del 27 marzo u.s. dell’Assemblea Legislativa, il Presidente della Giunta regionale Stefano Bonaccini ha affermato che “tra le cose che questa emergenza ci insegna vi è che un grande sistema sanitario, pubblico e universalistico, mai come oggi è e dovrà essere un bene essenziale, tanto più in una società globale, esposta a maggiori rischi di diffusione delle malattie”, anticipando che riteneva “sanità, messa in sicurezza del territorio, mobilità sostenibile e digitalizzazione le leve da attivare con forza e subito per sostenere, nell’uscita dall’epidemia, la ripresa della nostra economia e il lavoro delle persone”.

Impegna la Giunta regionale

a ribadire la strategicità del sistema sanitario pubblico - che ha fatto fronte in massima parte all’emergenza sanitaria, rispetto a un contributo limitato delle strutture sanitarie private - rafforzando l’apporto della medicina del territorio e delle cure a domicilio;

a considerare parte integrante della tutela della salute le attività di prevenzione primaria, e non solo quelle di cura della malattia e di diagnosi precoce;

a fare tesoro delle esperienze di smart working e dei risultati di riduzione dei tassi di inquinamento atmosferico locale conseguiti attraverso l’adozione delle misure di distanziamento sociale e di limitazione degli spostamenti casa-lavoro-casa per contrastare il diffondersi del virus Covid-19;

ad adoperarsi affinché questa fase di elaborazione di strategie e allocazione di risorse da mettere in campo per pianificare la “ripartenza” post-emergenza sanitaria sia indirizzata all’avvio della conversione ecologica della nostra regione per un rilancio economico e sociale all’insegna della sostenibilità ambientale, del contrasto ai cambiamenti climatici, dell’impiego delle fonti di energia rinnovabili e della mobilità sostenibile, nel quadro del Patto per il Clima presidiato da una specifica delega assessorile. A tal fine, oltre ad avvalersi della task force di saggi annunciata nei giorni scorsi dal Presidente Bonaccini, la Giunta potrà coinvolgere soggetti rappresentativi del mondo ambientalista e della green economy per condividere un percorso che porti a profondi cambiamenti ambientalmente virtuosi in tutti gli ambiti della vita dei cittadini, del comparto produttivo e di quello dei servizi.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 24 giugno 2020

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