n.120 del 17.04.2019 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 8113 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intensificare le azioni preventive e di coordinamento di Enti locali e Ausl volte al controllo e al contrasto di fenomeni di abusi e maltrattamenti sulle persone più vulnerabili, a valutare di costituirsi parte civile contro coloro che siano accusati di violenza ai danni di bambini e persone non autosufficienti, nonché a promuovere a livello statale una modifica della normativa per una maggiore puntualità dei criteri autorizzatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali e per un rafforzamento del principio del lavoro d’équipe. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Marchetti Francesca, Cardinali, Poli, Iotti, Rontini, Calvano, Zappaterra, Benati, Serri, Rossi, Lori, Zoffoli, Ravaioli, Tarasconi, Campedelli, Montalti, Boschini, Soncini, Taruffi, Prodi, Torri

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la garanzia di correttezza e professionalità degli operatori a cui quotidianamente le famiglie affidano la cura di minori ed anziani è il requisito fondamentale su cui poggia il corretto funzionamento di un sistema economico e sociale che necessita di efficaci strumenti di conciliazione fra vita privata e vita lavorativa.

Per tale motivo, il ripetersi di episodi di violenza fisica e verbale ai danni di bambini e anziani indifesi da parte di chi dovrebbe accudirli non solo suscita giusta indignazione, ma evidenzia vulnus che devono trovare risposte celeri ed efficaci.

Rilevato che

da sempre attenta al buon funzionamento del proprio sistema socio-sanitario, la Regione Emilia-Romagna ha dedicato particolare attenzione in questi ultimi anni alla prevenzione dei fenomeni criminosi nei confronti di adulti e minori all’interno di quest’ultimo:

- si è puntato molto, in termini di progettualità e di risorse, sulla formazione continua del personale e sulla collegialità del lavoro, da ultimo dedicando un approfondimento al tema “stress lavoro correlato”, in attuazione di quanto previsto dalla L.R. 19/2016;

- si sono attuate misure di supporto ai Comuni, a cui - in collaborazione delle Aziende sanitarie locali - compete il rilascio dell’autorizzazione al funzionamento, dell’accreditamento sociosanitario (ambito distrettuale) e la vigilanza su tutte le strutture sociosanitarie e socioassistenziali per anziani;

- d’intesa con le Organizzazioni sindacali e assieme all’Anci si è attivato un Piano straordinario di controllo per le case-famiglia, soggette alla sola SCIA, per verificare le condizioni strutturali, impiantistiche, igienico-sanitarie, organizzative, assistenziali e di personale;

- sono state definite a luglio 2018 da Regione ed Anci Emilia-Romagna, con la collaborazione e condivisione di Organizzazioni sindacali, associazioni di pazienti e famigliari, esperti dei Comuni e delle Aziende Usl, le Linee guida regionali in base alle quali i Comuni possono decidere di emanare, nel proprio territorio di competenza, regolamenti specifici a cui i gestori delle case-famiglia devono attenersi. Tali Linee indicano i requisiti minimi di qualità, omogenei per tutto il territorio, che devono essere rispettati per l’avvio e l’esercizio dell’attività, dalle caratteristiche strutturali a quelle organizzative e di funzionamento; stabiliscono inoltre un’attività strutturata di vigilanza e controllo, senza preavviso né limiti di orario, per verificare il possesso e il mantenimento degli standard richiesti, ma anche per prevenire episodi di abusi e maltrattamenti; prevedono la creazione di specifici elenchi comunali con le strutture d’eccellenza.

Sottolineato che

gli episodi di cronaca dei giorni scorsi dimostrano che queste misure non sono ancora sufficienti a scongiurare il ripetersi di episodi di inaudita violenza su persone indifese e completamente vulnerabili.

In particolare, è del tutto fuori di dubbio che vada rivista la norma sulle autorizzazioni necessarie all’avvio dell’attività - che addirittura oggi, per le case-famiglia fino a 6 ospiti, prevedono solo la SCIA - al fine di avere un attento riscontro non solo della qualità delle strutture e dei servizi, ma anche della professionalità e moralità degli operatori. Non meno necessario è il rafforzamento delle modalità e della frequenza dei controlli e l’inasprimento delle sanzioni legate ad inadempienza.

Impegna la Giunta

ad intensificare, per quanto possibile nei limiti della propria competenza, tutte le azioni preventive e di coordinamento di Enti locali ed AUSL volte alla verifica, controllo e contrasto che possano scongiurare il ripetersi di simili episodi.

A valutare di costituirsi parte civile contro coloro che siano accusati di violenze ai danni di bambini e persone non autosufficienti ad essi affidati, assumendo tale costituzione come necessaria dinnanzi a gravi prove indiziarie.

A portare celermente il problema al livello statale, affinché:

- si giunga al più presto ad una modifica condivisa della normativa che consenta una maggiore puntualità dei criteri autorizzatori, prevedendo più cospicui e continuativi investimenti sulla formazione professionale continua degli operatori e sulla prevenzione dello stress lavoro correlato - anche elaborando specifiche griglie di rilevazione del disagio maggiormente adeguate all’ambito dei servizi alla persona - per consolidare una più puntuale e tempestiva capacità di accompagnamento, controllo ed eventuale sanzione delle strutture in corso di esercizio;

- vengano rafforzati il principio del lavoro d’équipe e gli strumenti concreti per attuare un maggiore coinvolgimento dei familiari delle persone ospitate in struttura, onde prevenire situazioni di isolamento;

- vengano definiti strumenti di possibile riqualificazione e ricollocamento su base volontaria per i lavoratori che - pur non essendo incorsi in alcuna ipotesi di reato - manifestino ripetutamente segnali di disagio e consapevolezza di una subentrata inidoneità alle mansioni di cura di soggetti deboli.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 26 marzo 2019

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