n.104 del 06.05.2015 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 238 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni finalizzate a consentire l'accesso alle cure delle persone senza dimora, favorire la rapida approvazione della relativa normativa, sostenendo i soggetti e le organizzazioni di volontariato che prevedano l'assistenza gratuita alle persone prive di residenza anagrafica. A firma dei Consiglieri: Mumolo, Serri, Marchetti Francesca, Bessi, Poli, Zoffoli, Bagnari, Caliandro, Lori, Pruccoli, Prodi, Ravaioli, Zappaterra, Montalti, Cardinali, Taruffi, Torri, Alleva
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
il rapporto Istat sulle condizioni economiche delle famiglie, pubblicato nell’ottobre scorso, ha evidenziato come nel 2013 il 28,4% dei residenti fosse a rischio povertà o esclusione sociale, mentre il 12,6% delle famiglie italiane viveva in povertà relativa e il 7,9% in povertà assoluta;
dati che confermano come la crisi economica e sociale che ha colpito il nostro Paese abbia esteso la platea dei cittadini in stato di bisogno, comportando la totale inadeguatezza delle sempre più scarse risorse di welfare rispetto all’aumento della domanda di assistenza.
Sottolineato che
a subire il peso maggiore della scarsità della risposta pubblica sono soprattutto le persone che vivono in estrema povertà e in condizioni di esclusione sociale, come le persone senza dimora che, secondo l’ultimo rapporto Caritas (dati 2012), sarebbero in regione circa 4.400, di cui oltre la metà stranieri;
gli homeless non patiscono solo il degrado delle condizioni di vita, dalla mancanza d’alloggio alla sopravvivenza quotidiana, ma risultano anche "invisibili" dal punto di vista sociale e istituzionale e quindi fuori da una rete formale di sostegno che non sia quella caritativa.
Considerato che
la vita di strada, spesso capolinea di percorsi diversi nei quali ha un grande rilievo la perdita della propria casa o della propria cerchia di affetti, comporta infatti la perdita della residenza, la cancellazione dalle liste anagrafiche ed in automatico la perdita del diritto all’assistenza del Sistema sanitario nazionale, potendo usufruire solo delle cure del Pronto soccorso;
ciò in conseguenza delle previsioni della legge n. 833 del 1978 Istituzione del servizio sanitario nazionale, che individua nella residenza anagrafica il criterio normale di collegamento tra utente e azienda sanitaria locale (ASL);
alla persona sprovvista di residenza è quindi di fatto precluso l’esercizio del diritto alla salute, poiché l’articolo citato stabilisce che per accedere alle prestazioni del SSN occorre essere iscritti presso l’ASL nel cui territorio l’utente ha fissato la sua residenza.
Valutato che
l’assenza del diritto alle cure rappresenta un vuoto di tutela in netto contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con i principi ispiratori della stessa legge n. 833/78, in base ai quali l’assistenza sanitaria va garantita a tutti coloro che risiedono o dimorano nel territorio della Repubblica, senza distinzione di condizioni individuali o sociali;
inoltre, mentre agli stranieri le cure di base sono garantite dal tesserino STP (Straniero Temporaneamente Presente), per circa 2.200 italiani non vi è accesso ad alcuna assistenza di base, circostanza anche economicamente controproducente poiché porta ad un esborso ben maggiore in capo al SSN di fronte all’aggravarsi di banali patologie trascurate.
Evidenziato che
sono attualmente depositati presso i due rami del Parlamento cinque DDL di modifica alla l. 833/78, di iniziativa di diversi gruppi parlamentari, tesi a sanare il vulnus evidenziato ed il Senato ha iniziato nello scorso dicembre l’esame di due DDL (PD e M5Stelle) che chiedono la modifica della legge sul SSN, affinché venga eliminato il requisito del possesso della residenza per poter usufruire dell’assistenza sanitaria.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta
a fare propria la battaglia per l’accesso alle cure delle persone senza dimora ed a sostenere un veloce iter di approvazione parlamentare della legge;
ad improntare strategie ed azioni di coinvolgimento di tutti gli operatori del SSR - comprese le organizzazioni di volontariato - che prevedano, per le persone prive di residenza anagrafica, l’assistenza gratuita da parte dei professionisti operanti nell’assistenza sanitaria di base, analogamente a quanto già avviene per l’assistenza di base ai minori STP;
al fine di limitare spostamenti di massa di cittadini privi di residenza anagrafica verso il territorio della regione Emilia-Romagna, ad attivarsi in sede di conferenza Stato-Regioni affinché analoghi servizi siano erogati da tutti i servizi sanitari regionali.
Approvata maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 14 aprile 2015