SUPPLEMENTO SPECIALE N. 3 DEL 5.01.2015

Relazione

Il Crocifisso è simbolo della civiltà e della cultura cristiana - nella sua radice storica, ed ha quindi valore universale, indipendente da una specifica credenza religiosa - ed è simbolo che esprime l'elevato fondamento dei valori civili, segnatamente di quelli sono alla radice dell'ordinamento statuale italiano.

Il Crocifisso, con il suo significato spirituale, porta in sé i valori della identità storica e culturale, di fratellanza, di pace e di giustizia.

Il presente progetto di legge, costituito di tre articoli, obbliga ad esporre il Crocifisso negli edifici e nei locali degli immobili utilizzati dalla Regione e da enti da essa dipendenti o ad essa funzionali.

Al riguardo, si condivide il pensiero di Marcello Veneziani - a commento dell'iniziativa di un Sindaco volta a rimettere il Crocifisso negli uffici pubblici - secondo il quale "il Sindaco rimette i crocifissi negli uffici pubblici e viene crocifisso a mezzo stampa. Rozzo, autoritario, intollerante, impone la religione. Poi esci e vedi le chiese, i monasteri, le strade dedicate, i toponimi delle nostre città. Pieni di simboli cattolici. Dicono che il grezzo sia lui e invece sono loro gli analfabeti di ritorno che non capiscono più il linguaggio della nostra civiltà, i segni e i simboli millenari del nostro vivere civile. Arrivo a dire che anche in una società che non crede più in Cristo, non solo laica e liberale ma perfino atea, quei simboli restano la nostra carta d'identità, il nostra Dna. Possiamo poi criticarla e pure rifiutare i nostri padri e le nostre madri ma non possiamo negare che siamo loro figli. E non si tratta di una paternità fra tante, ma quella che ci ha più formato, e pure deformato, nei secoli.

Intolleranza sarebbe obbligare la gente a farsi il segno della croce, a professare la fede cristiana e non altre. Ma un simbolo inerme, che ricorda un martirio subito e non inflitto, che ci dice da dove veniamo, nel bene e anche nel male, nella salute e nella malattia della fede, non offende ma ricorda. Se fossi di un'altra fede o di nessuna fede mi sentirei perfino rassicurato dal legame visibile con la nostra storia della pietà. Mi avvilisce una società in cui l'unica universalità sono la tecnica e il denaro, in cui si esibisce la sfera sessuale e si inibisce la sfera religiosa. Vi dite emancipati ma siete solo sradicati. Barbari chic."

Infine, da un punto di meramente istituzionale, il presente progetto di legge rispetta la lettera dello Statuto della Regione Emilia-Romagna (articolo 2, comma 1, lettera c), che sancisce tra i propri obiettivi, il riconoscimento e la valorizzazione delle identità culturali e delle tradizioni storiche che caratterizzano le comunità residenti sul proprio territorio.

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