n.70 del 15.03.2023 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 6522 - Risoluzione collegata all'oggetto 6492 "Comunicazione della Giunta sulla situazione di accoglienza migranti in Emilia-Romagna, con particolare riferimento ai recenti sbarchi avvenuti nel porto di Ravenna". A firma dei Consiglieri: Amico, Zappa-
terra, Pigoni, Zamboni, Montalti, Gerace

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la Regione Emilia-Romagna ha da tempo politiche di emergenza ed accoglienza dei migranti, sostenuta da leggi e provvedimenti di programmazione, che ha portato ad avere un sistema regionale organizzato tra le diverse istituzioni interessate, il mondo del volontariato, del terzo settore, rispettoso delle norme nazionali, ma sempre attenta al rispetto delle persone e dei loro diritti.

La Regione inoltre ha sempre collaborato con i Governi che si sono succeduti al fine di coordinare risposte solidali e adeguate e si è fatta interprete di una accoglienza equa ed inclusiva, con un carattere diffuso sul territorio regionale.

Dalla fine dello scorso anno la Città di Ravenna è stata indicata dal Viminale come porto sicuro di attracco per navi delle Organizzazioni Non Governative (ONG).

La Ocean Viking, nave della ONG Sos Méditerranée, ha attraccato gli scorsi 31 dicembre 2022 e 18 febbraio 2023 con un arrivo complessivo di 197 migranti, donne, uomini, bambini, minori stranieri non accompagnati (MSNA), tutti soccorsi mentre si trovavano in acque internazionali al largo della Libia.

La rete organizzativa si è immediatamente attivata grazie al lavoro di squadra delle istituzioni e dell'intero sistema regionale, in particolare con il coordinamento del Prefetto di Ravenna, la piena collaborazione del Sindaco di Ravenna e di tutti i rappresentanti degli Enti pubblici e del Terzo Settore coinvolti nell'accoglienza evidenziando grande sinergia tra il pubblico e il privato.

Ribadito che

l'Emilia-Romagna con il sistema regionale, anche questa volta ha svolto con efficacia il proprio ruolo e nessuno contesta la partecipazione alle operazioni di emergenza ed accoglienza ma che quanto accaduto con la scelta del porto di Ravenna è discutibile in quanto ha costretto le navi delle ONG a una percorrenza di molti giorni superiore per approdare a porti molto più lontani, mettendo ulteriormente a rischio queste persone e soprattutto già provate da giorni di permanenza in mare.

Questa scelta costituisce un accanimento nei confronti delle persone salvate in mare che, come nel caso di La Spezia, una volta arrivate a quel porto sono state caricate su pullman diretti in Puglia, in un controsenso palese.

Verificato che

nonostante l'assurdità del provvedimento governativo l'Emilia-Romagna ha risposto come sempre con celerità e qualità.

Il primo sbarco del 31 dicembre 2022 ha visto l'arrivo di 113 migranti tra i quali donne, bambini e in seguito all'identificazione sono risultati 39 minori stranieri non accompagnati di prevalente nazionalità ivoriana. Per quanto riguarda gli adulti e i loro figli, con il coordinamento della Prefettura di Bologna si è provveduto ad una redistribuzione per quote sul territorio regionale.

II secondo sbarco del 18 febbraio 2023 ha visto l'arrivo di 84 migranti tutti maschi tra i quali, in seguito all'identificazione sono risultati 22 adulti, e 64 MSNA di prevalente nazionalità gambiana. La Prefettura di Bologna ha provveduto a coordinare la ripartizione degli adulti sul territorio regionale, mentre 47 MSNA sono stati accolti sul territorio ravennate, 15 su indicazione del Viminale sono stati collocati ad Alessandria in CAS (Centro Accoglienza Straordinario) minori.

Considerato che

il D.lgs. 142/2015 stabilisce all'art. 8 che le funzioni di prima assistenza sono assicurate nei centri governativi di prima accoglienza e nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) dal Ministero dell'Interno per il tramite delle Prefetture.

La Legge 189/2002 ha invece introdotto un Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, per una accoglienza di qualità e di secondo livello, promosso volontariamente dai singoli Comuni e finanziato direttamente dal Ministero dell'Interno.

Questo sistema nel corso del tempo è cresciuto ed ha assunto varie denominazioni (SPRAR, SIPROIMI, ora si chiama SAI - Sistema Accoglienza Integrazione) e secondo il legislatore deve essere considerato il sistema ordinario di accoglienza. Se il SAI non riesce a dare una risposta, allora devono intervenire i Prefetti con l’apertura di strutture CAS.

ln questo quadro, la Regione ha sempre lavorato, fin dai primi "flussi non programmati del 2011" per una leale collaborazione inter-istituzionale, con Prefetture ed Enti Locali a partire dalla partecipazione al Tavolo regionale di coordinamento per i flussi migratori non programmati presieduto dal Prefetto di Bologna (operante in attuazione del D.M. 9225 del 17/10/2015) che nel corso del tempo ha affrontato i flussi dal Nord Africa, dalla Siria, dall'Afghanistan e recentemente anche quelli dall'Ucraina.

Ricordato che

secondo i dati online del Ministero dell'Interno disponibili ad oggi, si registra che in Emilia-Romagna sono ospitate 7.364 persone migranti nei CAS (71%) e 3.005 (29%) nei SAI per un complessivo di 10.369 persone, pari a circa il 10% del complessivo nazionale.

In termini assoluti solo la Regione Lombardia accoglie più persone (12.183 pari all'11% del complessivo) ma la Regione Lombardia ha oltre 1,2 milioni di cittadini stranieri, l'Emilia-Romagna non arriva a 600.000.

Con il nuovo Programma triennale "Emilia-Romagna: plurale, equa, inclusiva" la Regione ha inteso ribaltare la dicotomia "emergenza/integrazione" affermando che proprio il consolidamento, avvenuto nel corso degli anni, di politiche ordinarie di integrazione ed inclusione nei contesti locali (accoglienza diffusa, mediazione, apprendimento linguistico, orientamento, coinvolgimento delle associazioni migranti, inserimento scolastico, accesso ai servizi sanitari e di salute mentale, attenzione a target vulnerabili, ecc.) abbia rappresentato e rappresenti tuttora il fattore decisivo per affrontare e rispondere in maniera efficace a fenomeni di flussi di arrivo non prevedibili, ma altresì costanti nel corso del tempo.

Sottolineato che

l'accoglienza in Emilia-Romagna si è sempre caratterizzata per il suo carattere diffuso, ovvero prediligendo, anche nella versione dei Centri di Accoglienza Straordinaria, le piccole strutture in cui accogliere un numero limitato di persone.

Tale modalità di accoglienza confligge con le risorse stanziate pro capite pro die nelle strutture CAS, tanto che diverse volte nel corso degli ultimi anni le stesse prefetture che hanno bandito gare per l'assegnazione dei posti le hanno viste deserte costringendosi a deroghe economiche e conseguentemente ad implementare il costo previsto dei 32,50 €, di fatto smentendo le intenzioni di limitare la spesa dei CAS.

Tutto ciò premesso,

impegna la Giunta regionale

a chiedere al Governo di superare la modalità emergenziale con cui vengono affrontati gli arrivi delle persone migranti e vengano aperti canali legittimi e programmati di arrivo nel nostro Paese.

A chiedere al Governo che la gestione degli sbarchi delle persone migranti sia oggetto di un confronto costante in Conferenza Unificata approntando un piano condiviso ed equilibrato della distribuzione dell'accoglienza nel territorio nazionale.

A chiedere al Governo un impegno in sede europea per predisporre un piano strategico con ingenti risorse e progetti continuativi nel tempo nei Paesi di partenza dei migranti.

A costruire insieme a tutti gli attori della cooperazione internazionale allo sviluppo una strategia italiana, su cui chiedere un maggiore impegno e sostegno europeo per evitare tragedie come quella della costa crotonese, ponendo la centralità del rispetto dei diritti umani, della democrazia, per il contrasto alla fame e alle povertà e ai cambiamenti climatici e la cessazione di guerre e conflitti.

A chiedere al Governo di collaborare con la Commissione Europea perché la redistribuzione degli arrivi sul suolo italiano rispetti gli accordi presi, anche con gli stati recalcitranti come quelli dell'Europa orientale.

A chiedere una revisione della Convenzione di Dublino che impone solo sulle spalle del paese di arrivo l'obbligo dell'assistenza dei migranti sul suolo europeo.

A chiedere il ripristino di programmi di pattugliamento e salvataggio europeo dei migranti che sono costretti a traversate pericolose in mare.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 1 marzo 2023

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