n.234 del 29.07.2022 (Parte Prima)
Oggetto n. 5519 - Ordine del giorno n. 9 collegato all'oggetto assembleare 5317 Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2022-2024". A firma dei Consiglieri: Catellani, Delmonte, Pelloni, Bargi, Facci
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
la legge regionale 1 agosto 2002, n. 17 "Interventi per la qualificazione delle stazioni invernali e del sistema sciistico della Regione Emilia-Romagna" disciplina gli interventi per il miglioramento delle stazioni invernali esistenti, del sistema sciistico e degli impianti a fune, nel contesto delle politiche regionali di promozione turistica di tutela e di valorizzazione e ripristino delle risorse paesaggistiche ed ambientali, di sostegno all'occupazione ed allo sviluppo economico e sociale della montagna.
Gli obiettivi della Legge, base fondamentale per lo sviluppo e la gestione dei comprensori in cui insistono impianti sciistici, sono focalizzati sul sostegno all'ammodernamento, alla razionalizzazione e all'adeguamento degli impianti a fune, delle altre attrezzature di trasporto e della produzione della neve, nonché degli altri servizi delle stazioni sciistiche e dei comuni interessati al turismo invernale.
La legge svolge un ruolo indispensabile anche nell'assicurare la fruizione in sicurezza delle stazioni sciistiche e garantire un corretto esercizio di tutti gli sport invernali e nell'accrescere la capacità turistica, durante tutto l'arco dell'anno, del territorio regionale appenninico.
Considerato che
in Emilia-Romagna si ha la maggior concentrazione di impianti sciistici dell'Appennino, vantando 136 km di piste, 48 impianti di risalita e altitudini fino a 2063 metri (Febbio 2000 — Monte Cusna), collocando la nostra regione sul podio dei territori appenninici per il mondo invernale.
I numeri generati dagli impianti a fune, sia in funzione invernale che estiva, sono in assoluto la leva economica più importante per il territorio Appenninico della nostra regione, anche se non l'unica.
Oltre le sofferenze causate alle società di gestione degli impianti da parte delle limitazioni imposte dalla pandemia, negli ultimi mesi si è aggiunto il rincaro pesante del prezzo dell'energia, su cui gli impianti si poggiano per l'illuminazione, la produzione di neve artificiale, l'alimentazione degli impianti e l'utilizzo dei carburanti per i mezzi di lavoro.
Nonostante gli interventi attuati da questa Giunta e dal Governo a sostegno ed a ristoro delle medesime imprese, la previsione per il prossimo inverno (e già per questa estate) è problematica soprattutto per le spese destinate appunto all'energia, che nel bilancio delle società incidono per decine (e in diversi casi centinaia) di migliaia di euro.
In particolare, negli ultimi anni a causa delle minori precipitazioni, si è reso necessario un utilizzo maggiore del cosiddetto "innevamento programmato" e al comparto dello snowfarming, che sopperisce all'irregolarità e alla carenza di neve naturale, soprattutto alle quote più basse e a causa dell'aumento delle temperature che riduce i tempi di permanenza della neve al suolo e sulle piste.
La neve programmata ormai è fondamentale per diversi motivi. Il primo è che rappresenta una sorta di polizza di assicurazione: se non viene la neve, essa viene prodotta ed anche, grazie alle recenti tecnologie, in modo sempre più sostenibile. Essa, poi, non rappresenta un'assicurazione soltanto per gli impianti sciistici ma anche per il sistema economico delle località di montagna.
In termini assoluti, comunque, la produzione di neve arriva a costare tra gli 11 e i 15mila euro per ettaro, a seconda dell'esposizione e della natura del terreno, del sole, della dislocazione dei bacini di approvvigionamento d'acqua.
Rilevato che
l'articolo 8 della LR 17/2002 stabilisce che "'Per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla presente legge, la Regione Emilia-Romagna concede, sulla base delle priorità di cui all'art. 6, contributi per spese di gestione e manutenzione connesse alla sicurezza degli impianti, ivi comprese le spese per consumi di energia elettrica nel limite del 50 per cento dell'ammontare complessivo del progetto".
Impegna il Presidente e la Giunta regionale
a valutare la possibilità di adottare, in sede di Legge di Bilancio, le misure necessarie al fine di aumentare, almeno fino alla cessazione dell'emergenza energetica, il limite del 50 per cento, richiamato alla lettera i-bis) dell'articolo 8, fino al 75 per cento dell'ammontare complessivo del progetto.
Approvato all'unanimità dei votanti nella seduta antimeridiana del 26 luglio 2022