n. 41 del 14.03.2012 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 1949 - Risoluzione proposta dal consigliere Mandini per impegnare la Giunta ad adottare misure per ovviare alle criticità segnalate per i lavori della Variante di Valico nel secondo intervento infrastrutturale che interessa la tratta La Quercia - Barberino del Mugello

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

come noto, la Variante di Valico rappresenta un’opera viaria di realizzazione di un tratto autostradale compreso tra Sasso Marconi e Barberino del Mugello, di lunghezza complessiva pari a circa 63 Km; 

in particolare, l’opera in esame si articola in due macro interventi infrastrutturali;

un primo intervento, riguardante la tratta autostradale Sasso Marconi-La Quercia (19,4 Km), consiste nell’adeguamento dell’attuale Autostrada A1 mediante la costruzione della terza corsia di marcia e nel rifacimento dello svincolo di Sasso Marconi. I lavori risultano ultimati e ad ottobre 2006 la tratta è stata aperta al traffico;

un secondo intervento infrastrutturale, che più specificamente rileva in tal sede, interessa la tratta La Quercia-Barberino del Mugello e consiste nella realizzazione ex novo di un nuovo tracciato autostradale di 37 km da affiancare all’attuale Autostrada A1, nonché nel rifacimento e spostamento di alcuni svincoli autostradali. I lavori sono attualmente in corso e l’apertura al traffico è prevista per l’anno 2013; 

la tratta La Quercia-Barberino del Mugello presenta - oggettivamente e come comprovato dalle relazioni tecniche allegate agli atti progettuali - significative ed importanti difficoltà realizzative a causa della particolare morfologia del territorio appenninico tosco-emiliano. Segnatamente, la nuova tratta autostradale e le gallerie all’uopo necessarie insistono su aree geologiche instabili e ricche di sacche di gas, che rendono alquanto complicati gli scavi sotterranei e la posa dei pilastri.

Rilevato che

tra i Comuni interessati dalla realizzazione dell’opera infrastrutturale, vi è il Comune di San Benedetto Val di Sambro, il cui territorio è - come noto - attraversato dall’omonima galleria della Variante di Valico (galleria di circa 4 Km);

nonostante gli studi di fattibilità e le relazioni tecniche approntate da ASPI S.p.A. nel corso dell’iter realizzativo dell’opera, che espressamente (r-)assicurano in ordine alla realizzabilità dell’opera senza conseguenze di rilievo con riferimento agli abitati circostanti e alla stabilità del territorio, è dato oggettivo (documentato da scatti fotografici e da rilievi tecnici) che le abitazioni localizzate nella frazione di Ripoli Santa Maria Maddalena (Comune di San Benedetto Val di Sambro) riportano gravi danni strutturali e che il paese sta lentamente collassando verso valle a causa di un significativo fenomeno di costante erosione;

in ordine al fenomeno franoso, i dati sono parziali e la sua gravità è solamente ipotizzabile: ad oggi, nulla esclude che esso continui anche a lavori ultimati, con conseguenze drammatiche;

peraltro, il fenomeno risulta aggravato dalle infiltrazioni acquifere che interessano il territorio e, ad oggi, non risulta che siano stati effettuati da parte di ASPI S.p.A. rilevamenti tecnici né - tanto meno - che siano stati predisposti interventi di consolidamento o messa in sicurezza comunque denominati;

a conferma della gravità di tale situazione complessiva, risulta che diverse abitazioni localizzate in Ripoli Santa Maria Maddalena sono state precauzionalmente (e necessariamente) sgombrate mediante ordinanza del Sindaco del Comune di San Benedetto Val di Sambro;

la criticità della situazione è confermata da un parere tecnico dell’Assessorato Sicurezza territoriale, Difesa del suolo e della costa, Protezione civile del 20 ottobre 2011, in cui si conferma che la tutela della pubblica incolumità nei territori interessati non può essere garantita, anche in considerazione del fatto che è ragionevole prevedere che gli spostamenti tellurici possano provocare danni anche seri alle strutture abitative coinvolte, oltre che all’opera stessa.

Rilevato altresì che

già nell’ottobre 2010, alcuni geotecnici dell’Università di Napoli avevano elaborato uno studio in ordine alla galleria Val di Sambro, evidenziando le criticità connesse alla realizzazione dell’opera;

già dal 2010, le segnalazioni dei cittadini evidenziavano, quanto meno, una situazione di pericolosità e di dissesto geomorfologico, causativo di danni alle abitazioni;

già a maggio 2011, la Procura di Bologna aveva aperto un fascicolo conoscitivo, anche in relazione alle indagini condotte dai carabinieri di Vergato, fascicolo conoscitivo sfociato nella formale apertura di un’inchiesta contro ignoti (il reato ipotizzato è quello di disastro colposo);

è quindi un dato oggettivo che le criticità connesse alla realizzazione della galleria Val di Sambro erano note e già state segnalate da molto tempo e da numerose fonti; ciononostante, i soggetti interessati e preposti al monitoraggio non hanno adottato le opportune misure precauzionali né condotto un’attività conoscitiva e di monitoraggio idonea ad evidenziare preventivamente le criticità e i difetti progettuali, strutturali e realizzativi dell’opera.

Impegna la Giunta

ad adottare misure urgenti, nei limiti della propria competenza, per ovviare alle criticità segnalate, eventualmente promuovendo la costituzione di un tavolo concertativo tra tutti i soggetti istituzionalmente interessati anche al fine di rappresentare la necessità che gli abitanti pregiudicati siano indennizzati o risarciti; 

più in generale, ad adottare misure precauzionali preordinate alla tutela degli abitanti dei paesi localizzati in prossimità della galleria Val di Sambro;

ad adottare misure di costante monitoraggio al fine di adottare tutte le strategie tempestive che si rivelassero necessarie in relazione all’evoluzione della situazione complessiva;

in applicazione della normativa regionale in materia di sicurezza nei cantieri, ad attivare strategie per verificare la sussistenza di eventuali rischi per i lavoratori impegnati negli scavi e, nell’eventualità, ad adottare misure per ovviare alle relative criticità;

a valutare - nell’ambito delle attività spettanti alla Giunta ai sensi dell’articolo 46, comma 2, lettera i), dello Statuto e ricorrendone i presupposti sostanziali e processuali - l’adozione di misure legali volte alla tutela dei diritti e degli interessi (collettivi e diffusi) lesi nella vicenda in esame, ivi compresa la costituzione in giudizio nell’eventuale (futuro) processo.

Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 28 febbraio 2012

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