n.406 del 25.11.2020 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 1675 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere l'appello dei Presidenti di Senato e Camera dei Deputati affinché i documenti relativi, tra gli altri fatti, all'omicidio di Aldo Moro, alla strage di Bologna e a quella di Ustica, possano essere desecretati. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Zappa- terra, Pigoni, Taruffi, Zamboni, Piccinini, Caliandro, Rontini
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
in questi mesi ricorre il 40° anniversario di due delle più grandi tragedie che hanno insanguinato il dopoguerra italiano: gli 81 morti della strage sull’aereo caduto ad Ustica, e le 85 vittime della strage alla stazione di Bologna;
nonostante numerosi procedimenti giudiziari in sede civile e penale, oltre che di diverse condanne con sentenza passata in giudicato, da più parti, anche recentemente, è stato fatto appello affinchè la verità storica possa essere accertata in via definitiva e senza travisamenti;
in particolare, nel giorno dell’anniversario di Ustica (27 giugno), il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affermato “… La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 è impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare. Nella ricorrenza dei quarant'anni, sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale. La condivisione di tanto dolore è stata ed è anche motivo di testimonianza e di impegno civile. Il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono l'immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario. Tuttavia molta strada è stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto. La Repubblica e la tenacia e professionalità di uomini dello Stato hanno consentito di diradare nebbie; e ciò è stato possibile grazie anche alla determinazione e alla passione civile delle famiglie delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società. Ma oggi non può e non deve cessare l'impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l'impegno delle istituzioni e l'aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica…”;
anche il Presidente della Camera Roberto Fico si è unito all’appello per una ricerca di piena verità, dichiarando “… Abbiamo nel nostro paese tanti cosiddetti misteri, tante ferite profonde. Per quanto possiamo guardare al futuro e fare delle politiche eccezionali, se non riusciamo a risolvere questa parte della storia con noi stessi, facendo sì che ci sia una storia soprattutto 'storica' a conoscenza dell'opinione pubblica, e giudiziaria, comunque avremo difficoltà a ragionare del nostro futuro";
la presidente del Senato Elisabetta Casellati, in una nota, ha così ricordato la strage del 27 giugno del 1980: “A 40 anni dalla strage che provocò 81 vittime innocenti, Ustica merita giustizia. Avevo fortemente voluto una riunione del Consiglio di Presidenza per la desecretazione degli atti ma purtroppo, nonostante la mia buona volontà, non si è raggiunto un accordo. Mi auguro si arrivi presto ad una definizione necessaria ad accertare i fatti e contribuire a fare quella chiarezza che l’Italia intera reclama … Ogni giorno senza verità sul disastro del DC-9 dell’Itavia rappresenta una sconfitta per l’Italia e le sue istituzioni”;
il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parimenti, ha dichiarato che "La strage di Ustica, che 40 anni fa costò la vita a 81 persone, è una delle ferite più profonde nella storia del nostro Paese. L'impegno del Governo e delle istituzioni nella ricerca della verità non deve conoscere soste. La memoria da sola non basta: le vittime e i loro familiari meritano giustizia".
Considerato che
nonostante una specifica direttiva del governo Renzi del 2014 - che prevedeva l’impegno per le amministrazioni dello Stato a versare all’Archivio centrale dello Stato tutta la documentazione nella loro disponibilità, relativamente a specifici eventi criminosi accaduti negli ultimi 50 anni, da Piazza Fontana a Milano (1969) all’attentato al Rapido 904 (1984) – le principali amministrazioni statali non hanno compiuto l’attività richiesta, se non in maniera del tutto marginale ed insignificante, così da impedire una corretta ricostruzione della verità storica tuttora ricercata;
anche per questo motivo, il Copasir, con nota del giorno 4 giugno u.s., all’unanimità dei suoi componenti, ha dichiarato che "apprezza e condivide il recente appello dei Presidenti del Senato e della Camera, affinché si prosegua e si porti a conclusione il percorso di desecretazione dei documenti relativi ad attentati ed altri atti terroristici che, per un lungo periodo, hanno insanguinato il nostro Paese". A tal fine, il Comitato "auspica che anche i documenti custoditi negli archivi delle Agenzie di informazione per la sicurezza, e relativi al sequestro e all'omicidio di Aldo Moro, alla strage di Bologna, a quella di Ustica, possano essere oggetto di desecretazione e messi a disposizione dell'autorità giudiziaria, pur con i limiti imposti dalla tutela dei rapporti con gli apparati di informazione di altri Paesi. Ciò anche alla luce delle rilevanti novità riportate nei mesi scorsi dagli organi di stampa, da cui emergerebbero scenari in parte difformi rispetto a quelli accertati dai processi e che potrebbero in ogni caso permettere una più adeguata comprensione delle vicende, interne e internazionali, all'interno delle quali tali eventi sono maturati".
Rilevato che
la Regione Emilia-Romagna ha sempre contribuito alla ricerca della verità sulle principali stragi che hanno insanguinato la nostra terra negli scorsi decenni, anche mediante la partecipazione alle varie fasi processuali avanti l’Autorità giudiziaria, attraverso lo strumento giuridico della costituzione di parte civile;
l’impegno costante della Regione nell’incentivare e sostenere la prosecuzione e il completamento del percorso di desecretazione dei documenti d’archivio relativi agli attentati e alle stragi di matrice terroristica compiuti dal dopoguerra ad oggi in Italia, che hanno duramente colpito in particolare il nostro territorio regionale, è confermato dall’attenzione specifica rivolta al tema della Memoria del Novecento, che ha dato vita ad una Legge regionale – la n. 3 del 2016 – unica in Italia. Attraverso questa legge viene assicurato in particolare il sostegno a quegli enti ed associazioni che, per proprio statuto, concorrono a perseguire, tra gli altri, l’obiettivo della conoscenza e dello studio dei documenti relativi allo stragismo. Dal 2016 ad oggi, gli interventi regionali in attuazione della Legge hanno contribuito in particolare al lavoro di digitalizzazione dei documenti desecretati depositati presso il Tribunale di Bologna, oltre a sostenere il lavoro di ricerca storica e di archivio di tali materiali.
Tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta
a sostenere, presso il Governo nazionale, ovvero nelle sedi istituzionali ritenute più opportune, il recente appello dei Presidenti di Senato e Camera dei Deputati, affinché si prosegua e si porti celermente a conclusione il percorso di desecretazione dei documenti relativi agli attentati ed agli atti terroristici che hanno insanguinato il nostro Paese dal dopoguerra agli anni recenti, così che anche i documenti custoditi negli archivi delle Agenzie di informazione per la sicurezza, e relativi al sequestro e all'omicidio di Aldo Moro, alla strage di Bologna, a quella di Ustica, possano essere desecretati.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 ottobre 2020