n.57 del 03.03.2021 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2668 - Risoluzione per aderire ai principi e indicazioni del Manifesto ‘Uscire dall’ombra della depressione’ promosso dalla Fondazione Onda, implementare la raccolta di dati inerenti l’impatto della pandemia Covid-19 sulle forme depressive e investire risorse mirate per un più ampio accesso a diagnosi e cure. A firma dei Consiglieri: Mori, Marchetti Francesca, Pillati, Montalti, Rossi, Costi, Soncini, Mumolo, Costa, Tarasconi, Zappa- terra, Bulbi, Caliandro, Rontini, Fabbri, Daffadà, Sabattini, Maletti, Zamboni
L’Assemblea Legislativa regionale
Premesso che:
la depressione è uno dei più gravi e, al contempo, più comuni disturbi mentali, causa di grande sofferenza umana e di enormi costi per la società tanto da essere classificata come la prima causa di disabilità secondo le stime epidemiologiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità;
le donne ne vengono colpite e presentano un rischio correlato al genere nella misura di almeno il doppio rispetto agli uomini;
in Europa vivono con la depressione oltre 35 milioni di persone, in tutte le fasce di età, in Italia circa 3,5 milioni, di cui oltre 2 milioni sono donne;
il più frequente disturbo depressivo è la Depressione Maggiore, di cui è affetto in un anno circa il 5% della popolazione generale con più di 15anni (ISTAT 2018);
sulla malattia mentale compresa la depressione, grava ancora oggi una pesante stigmatizzazione fondata su stereotipi e luoghi comuni, come pericolosità e inguaribilità, molto difficili da eradicare nonostante siano in gran parte infondati, che portano alla solitudine e all’isolamento delle persone depresse;
ad oggi si stima che i soggetti affetti da depressione che ricevono adeguata diagnosi e trattamento sono una quota inferiore al 50% e tra questi, molti ancora non mantengono un’adeguata aderenza alle cure, incrementando il rischio di riacutizzazioni e cronicizzazione.
Sottolineato che:
i numeri della patologia e l’incidenza dei suoi sintomi stanno aumentando a causa del Covid-19, dei lockdown, dei lutti e della crisi economica che coinvolge sempre più persone e famiglie;
tra le indagini compiute nel 2020, coordinate dal Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute mentale dell’ISS, uno studio del Dipartimento di Salute Mentale dell'Università della Campania “Luigi Vanvitelli” su un campione di 20.720 partecipanti ha rilevato che durante il lockdown sono aumentati i livelli di ansia, depressione e sintomi legati allo stress, soprattutto nei soggetti di sesso femminile e che la durata dell’esposizione al lockdown rappresenta un fattore predittivo significativo del rischio di presentare peggiori sintomi ansioso-depressivi;
secondo una ricerca comparativa Se-B-Covid-19, diretta dall’Università di Oxford e curata in Italia dal Dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Padova, sono le fasce d'età tra i 18 e i 29 anni e tra i 30 e i 44 quelle maggiormente colpite da ansia, noia, depressione, insofferenza per i limiti sociali, con percentuali di aggravamento in media del 20% a causa del prolungarsi della segregazione;
da un'ampia ricerca americana condotta su 69 milioni di cartelle cliniche delle quali 62.354 con diagnosi di Covid-19, pubblicata sulla rivista The Lancet Psychiatric, emerge come una persona su cinque sviluppi disturbi psichiatrici tra i 14 e 90 giorni dopo la diagnosi di Covid-19;
tutti i ricercatori e lo stesso Istituto Superiore di Sanità, in attesa del completamento di numerose indagini ancora in corso in merito all’impatto del Covid sulla salute mentale, ritengono verosimile che la domanda di interventi psicosociali aumenterà notevolmente nei prossimi mesi e anni, ritenendo perciò cruciale l'investimento nei servizi e programmi di salute mentale che, a livello nazionale, hanno sofferto per anni di limitati finanziamenti.
Considerato che:
lo scorso 16 ottobre si è svolto un convegno di presentazione in Emilia-Romagna del manifesto ‘Uscire dall’ombra della depressione’, promosso dalla Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere), cui hanno preso parte sia una rappresentanza della Commissione Politiche per la salute, sia referenti per la salute mentale della Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare, nonché refenti dei Servizi territoriali;
tra il 2019 e il 2020 Onda ha presentato il Manifesto in 11 Regioni, con l’obiettivo di sensibilizzare soprattutto gli organi istituzionali regionali su questa patologia, diffusasi ulteriormente a causa della pandemia, proseguendo anche quest’anno gli incontri con le restanti Regioni;
tra i dati diffusi in occasione del convegno, la stima di circa 85.000 persone che in Emilia-Romagna soffrono di depressione maggiore, di cui solo la metà viene diagnosticata e trattata e i circa 11.000 pazienti con depressione maggiore che non risponderebbero ai trattamenti secondo lo studio epidemiologico italiano Dory.
Evidenziato che:
il Manifesto di Onda, realizzato con il patrocinio della SIP (Società Italiana di Psichiatria) e della SINPF (Società Italiana di Neuropsicofarmacologia), è una call to action collettiva per promuovere efficaci azioni di prevenzione mirata, un tempestivo e facilitato accesso ai percorsi di diagnosi e cura, anche attraverso il potenziamento dei servizi sul territorio e attività di ricerca volte a individuare le misure terapeutiche più efficaci e innovative in ambito farmacologico, cognitivo e psicosociale;
tra i punti elencati dal Manifesto assumono particolare rilevanza, in questo tempo di pandemia: la realizzazione di test di screening di comprovata validità scientifica rivolti a popolazioni considerate a rischio, al fine di poter agire prima che la depressione si manifesti o comunque in una fase precoce; la formazione dei medici di medicina generale e degli specialisti in considerazione dell’alta frequenza di copresenza della depressione con altre patologie molto diffuse, in un’ottica di integrazione multidisciplinare; modelli di presa in carico globale del paziente e percorsi diagnostico-terapeutici ad hoc per migliorare la gestione della patologia, riducendo anche i costi indiretti correlati alla perdita di produttività di chi soffre di depressione e dei relativi caregiver;
il Manifesto incoraggia inoltre la ricerca al fine di individuare le cure o le combinazioni di trattamento più efficaci e innovative nonché gli interventi di supporto cognitivo e psico-sociale più opportuni, suggerisce l’utilizzo della tecnologia digitale per favorire l’accesso alle cure dei pazienti più giovani e campagne di informazione e sensibilizzazione per ridurre lo stigma sulla depressione che, al pari delle altre malattie, deve essere curata con tempestività ed appropriatezza.
Valutato che:
la Regione Emilia-Romagna si pone all’avanguardia in Italia per il proprio sistema di servizi integrati territoriali e ha adottato nel proprio Piano sociale e sanitario un approccio interdisciplinare di genere orientato all’appropriatezza della diagnosi e della presa in carico sociosanitaria, avendo anche incrementato negli anni l’investimento sulla prevenzione e sui servizi di prossimità compresi i servizi per la salute mentale.
Impegna la Giunta e la stessa Assemblea, per quanto di competenza,
a implementare, attraverso studi epidemiologici propri o la partecipazione a studi più ampi, la raccolta di dati inerenti l’impatto della pandemia Covid-19 sulle forme depressive presenti nelle diverse fasce di popolazione, distinte per età e genere, al fine di una valutazione aggiornata della patologia e di una stima inerente la sua diffusione e sviluppo futuro;
ad aderire ai principi ispiratori e alle indicazioni medico-scientifiche nonché di governance socio-sanitaria, contenute nel Manifesto ‘Uscire dall’ombra della depressione’ promosso dalla Fondazione Onda;
ad investire in modo mirato risorse nell’approccio multidisciplinare dei servizi di salute mentale e nella integrazione con i servizi sanitari di base, per un accesso ampio della popolazione a cure sempre più tempestive e appropriate;
a prevedere campagne di sensibilizzazione rivolte in particolare a donne e giovani per una informazione corretta sulla depressione, sui sintomi da non sottovalutare, sui servizi disponibili, con il primo obiettivo di limitare fenomeni di isolamento e solitudine.
Approvata all’unanimità dalla Commissione IV Politiche per la Salute e Politiche Sociali nella seduta del 22 febbraio 2021.