n.1 del 07.01.2021 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 1922 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad introdurre nel nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima azioni puntuali di contrasto alle discriminazioni di genere sul lavoro, di rafforzamento della qualità dell’occupazione femminile, di potenziamento delle infrastrutture sociali per la conciliazione, per l’autonomia e per l’inserimento lavorativo delle donne con differenti abilità. A firma dei Consiglieri: Amico, Mori, Taruffi, Costa, Zappaterra, Montalti, Caliandro, Zamboni, Rossi, Pillati, Soncini, Costi, Fabbri, Bulbi, Rontini, Daffadà, Sabattini, Marchetti Francesca, Mumolo
L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna
Premesso che
lo scenario determinato dalla pandemia di Covid-19 ha colpito maggiormente le persone più vulnerabili, inasprendo le significative disuguaglianze sociali che affliggono il nostro Paese, con gravi ripercussioni sul mondo del lavoro, dove il mercato si restringe e aumenta il divario di genere;
il Rapporto del segretario generale dell’Onu, dedicato all’impatto del COVID-19 sulle donne, individua cinque ambiti in cui la pandemia avrà ricadute specifiche sulle donne «per il semplice fatto di essere donne», ovvero l’ambito economico e occupazionale, la salute, il lavoro di cura non retribuito, la violenza di genere e i contesti di fragilità, conflitto o altre emergenze;
i dati presentati dalla Giunta nei mesi scorsi in Commissione parità e diritti (in conformità con quelli di Istat, Ispettorati del lavoro, Unioncamere, Inps e Inail) sottolineano il prezzo altissimo pagato dalle donne nella crisi pandemica, che hanno visto acuirsi lo “storico” deficit in termini di disoccupazione, precarietà, bassa remunerazione, mancanza di sicurezze e sostegni, con il rischio correlato di irreversibilità e dunque di uno strutturale arretramento femminile;
nelle proprie linee di mandato 2020-2025 la Giunta ha inserito la necessità di dotarsi di un «Women New Deal, ovvero di un piano integrato di azioni culturali, economiche e sociali per la promozione del protagonismo femminile in tutti i settori quale fattore di modernizzazione della società», riconoscendo la centralità dei progetti di empowerment occupazionale e lavorativo delle donne per colmare i radicati gender gap che frenano equità e sviluppo. Per la ripartenza dell’Emilia-Romagna assume, dunque, una valenza strategica e concreta il nuovo Patto per il lavoro e per il clima come piano d’azione condiviso con tutte le forze economiche, sociali, associazioni d’impresa, professioni, enti locali, organizzazioni sindacali e di categoria per porre solide basi per uno sviluppo equo e sostenibile;
la consultazione da parte dell’Assessorato regionale alle Pari Opportunità del Tavolo permanente per le politiche di genere, istituito dalla Legge regionale n. 6 del 2014, ha prodotto un documento di analisi e proposte per il nuovo Patto per il lavoro e per il clima, per contribuire a realizzare l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 dell’ONU e per promuovere interventi a sostegno della stabilità e della qualità dell’occupazione femminile, della formazione STEM delle ragazze, della conciliazione dei tempi di vita, dell’accesso al credito, dell’imprenditoria femminile, dell’eliminazione del gender pay gap, dei percorsi di uscita dalla violenza.
Considerato che
la Regione Emilia-Romagna, avendo storicamente un impegno strutturale sui servizi educativi per la prima infanzia, sull’istruzione e la formazione professionale, con la dotazione del Fondo Regionale non-autosufficienza consente a un’alta percentuale di donne autonomia occupazionale ed economica;
nonostante questo impegno, le attività che durante il lockdown per Covid-19 sono state sospese sono quelle che coinvolgono prevalentemente le donne (60,9%): sanità, istruzione, servizi sociali, ristorazione, servizi collettivi e personali, assistenza;
il ricorso alla cassa integrazione in deroga ha riguardato per il 61,4% il lavoro femminile e per il 58% le stesse donne hanno fatto ricorso allo smart working, contro il 23% maschile, anche per fronteggiare meglio il rischio di contagio relativo alla professione esercitata;
il Gender Pay Gap, ovvero la disparità di trattamento retributivo tra uomini e donne a parità di mansioni, ruolo professionale e settore d’impiego – già presente prima della pandemia – rischia di aumentare il divario economico, che già ora si concretizza in retribuzioni superiori per gli uomini nel 77,8% dei casi trasversalmente a tutti i settori professionali.
Valutato che
la recessione innescata dalle misure di contenimento per l’emergenza pandemica ha avuto, sta avendo e – se non governata - con tutta probabilità avrà un impatto estremamente negativo in particolare sull’occupazione e sull’occupabilità femminile;
la Commissione europea, attraverso il dispositivo per la ripresa socioeconomica del “Next Generation EU” (Recovery Fund) del valore di 750 miliardi di euro, sosterrà le misure urgenti indispensabili per proteggere i mezzi di sussistenza degli Stati membri e sostenerli nell’affrontare l'impatto economico e sociale della pandemia;
i fondi destinati all’Italia e quindi alle Regioni per la programmazione degli interventi del Recovery Fund non potranno prescindere da progettualità e azioni destinate alle donne – che sono la maggior parte delle persone che lavorano nella sanità, nel sociale, nella scuola e nelle imprese a più alto tasso di innovazione – per impedirne la segregazione lavorativa, sociale, economica, esistenziale, in considerazione delle rinunce e dei condizionamenti a cui sono sottoposte anche a causa di una organizzazione sociale non sempre adeguata;
l’attivazione dello smart working e del lavoro agile può costituire un utile strumento di flessibilità per liberare il tempo delle donne, che nel periodo della sospensione delle attività scolastiche è stato completamente assorbito dal lavoro di cura, solo se monitorato negli effetti per evitare derive di segregazione verticale e orizzontale.
Preso atto che
la Regione Emilia-Romagna è impegnata nella definizione degli obiettivi del Patto per il lavoro e per il clima con un dialogo ampio e inclusivo per sostenere concretamente i bisogni diffusi delle persone e delle comunità;
le politiche di genere fin qui sviluppate, grazie a un tessuto socioeconomico e culturale maturo nonché a un consolidato protagonismo femminile, hanno contribuito a realizzare obiettivi competitivi, che devono essere rafforzati con la concertazione di strumenti innovativi e fortemente connessi alle necessità emergenti e inedite delle donne e delle famiglie.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
a introdurre nel nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima azioni puntuali di contrasto alle discriminazioni di genere sul lavoro, di rafforzamento della qualità dell’occupazione femminile, di potenziamento delle infrastrutture sociali per la conciliazione, per l’autonomia e per l’inserimento lavorativo delle donne con differenti abilità;
ad assumere e promuovere l’assunzione del bilancio di genere come strumento di pianificazione e misurazione dell’impatto di genere nelle politiche di programmazione di tutti i livelli istituzionali e come strumento di monitoraggio dell’efficacia delle singole azioni previste nel Patto per il lavoro e per il clima;
ad utilizzare le risorse del Recovery Fund anche per favorire la formazione e l’occupabilità femminile, contrastare il Gender Pay Gap, potenziare la rete dei servizi alle persone, promuovere forme innovative di smart working e lavoro agile;
a monitorare lo sviluppo delle forme innovative di smart working e lavoro agile, affinché non diventino ostativi ai percorsi di carriera e miglioramento professionale delle donne nei contesti lavorativi di riferimento;
a sostenere e investire sulle iniziative e sulle progettualità di contrasto agli stereotipi di genere, avvicinamento delle ragazze alle materie STEM, anche attraverso bandi;
a monitorare, in collaborazione con la Consigliera regionale di parità, organizzazioni sindacali, direzioni del lavoro e tutti i soggetti coinvolti, le discriminazioni e le molestie sul lavoro;
a costituire un Fondo regionale per l’imprenditoria femminile fin dal 2021 e favorire l’accesso al credito di professioniste e imprenditrici;
ad individuare agevolazioni e premialità per le aziende che praticano le pari opportunità nella propria organizzazione e promuovono l’inserimento lavorativo di donne in carico a percorsi assistiti di uscita dalla violenza;
ad incentivare azioni di contrasto alla povertà estrema attraverso progetti di reinserimento lavorativo per le donne in estremo disagio sociale.
Approvata a maggioranza dalla Commissione per la parità e per i diritti delle persone nella seduta del 17 dicembre 2020.