n.19 del 27.01.2016 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 1940 - Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare a sostenere il settore del commercio perché possa svolgere un ruolo strategico per il traino della ripresa. A firma dei Consiglieri: Serri, Sabattini, Rossi Nadia, Montalti, Bagnari, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Mori, Marchetti Francesca, Prodi, Poli, Molinari, Boschini, Lori, Iotti, Rontini

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la crisi che coinvolge tutta l'Europa dal 2008 ha intaccato duramente lo sviluppo economico di tutti i paesi aderenti all'UE ed anche la regione Emilia-Romagna;

tra tutti i settori il commercio rappresenta uno di quelli che maggiormente ha risentito della contrazione dei consumi da cui con grande fatica il nostro paese sta venendo fuori, come dimostrano gli ultimi dati sulla crescita ed il PIL;

il commercio rappresenta un fattore fondamentale di crescita economica, di animazione sociale e di qualificazione urbana;

le città e i centri storici sono un valore così come i mercati su aree pubbliche e tutto ciò che abbina distribuzione commerciale e socialità;

le amministrazioni pubbliche debbono avere una adeguata considerazione di questo settore, così come gli operatori devono concorrere a governare il cambiamento, anche attraverso forme di coordinamento e collaborazione, che vanno incentivate, che portino ad organizzare i servizi comuni per ridurre i costi, a realizzare iniziative di marketing collettivo, a promuovere il completamento dell'offerta commerciale e l'innovazione della rete distributiva;

il rischio dell'omologazione dei centri storici, per quanto concerne l'offerta commerciale, e della conseguente perdita di quella identità culturale che tanta attrattiva ha sempre esercitato anche ai fini dell'attività turistica, deve essere valutato dagli operatori: per questo va promossa la capacità professionale di gestire in modo altamente professionalizzato e qualificato le attività;

l'obiettivo primario è pertanto promuovere lo sviluppo, la qualificazione e l'innovazione della rete commerciale dei centri storici, dei centri minori, delle frazioni, delle periferie, attraverso il sostegno alla realizzazione di progetti di valorizzazione dei centri commerciali naturali;

occorre inoltre promuovere l'innovazione delle imprese del settore anche facilitando l'accesso al credito: le microimprese commerciali non devono essere svantaggiate rispetto ad altri settori;

a tal fine diventa fondamentale la razionalizzazione del sistema dei consorzi fidi e delle cooperative di garanzie operanti sul territorio;

la nostra regione ha messo in campo numerosi strumenti per fronteggiare la situazione che hanno dato frutti importanti, in particolare per sostenere la fuoriuscita dalla crisi nel settore del commercio la Regione Emilia-Romagna da anni ha puntato sulla promozione dello sviluppo, la qualificazione e l'innovazione della rete commerciale dei centri storici, dei centri minori, delle frazioni, delle periferie attraverso il sostegno alla realizzazione di progetti di valorizzazione dei centri commerciali naturali;

sono stati avviati, infatti, diversi progetti speciali imperniati su:

- capacità delle imprese di fare rete;

- superare l'approccio settoriale dei problemi legati alle imprese distributive sviluppando analisi e proposte collegate ad altri ambiti di intervento (rigenerazione e valorizzazione urbana, cultura, turismo, valorizzazione dei prodotti tipici, green economy, etc.);

- sinergia pubblico privato;

- rafforzamento dei Centri di Assistenza Tecnica alle imprese;

solo con riferimento al quadriennio 2011-2015 la Regione ha promosso 83 progetti speciali a cui sono stati concessi finanziamenti per un totale di € 4.630.000,00;

negli stessi anni i finanziamenti concessi ai Centri di Assistenza Tecnica ammontano ad € 685.000,00 per 32 progetti finanziati.

Considerato che

il rilancio dell'economia deve però procedere di pari passo con condizioni di lavoro sempre migliori che permettano ai cittadini la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di vita;

sin dalla prima applicazione della riforma del commercio contenuta nel cosiddetto decreto Bersani del 1998 la Regione Emilia-Romagna ha ritenuto necessario predisporre una normativa in materia di orari di apertura degli esercizi commerciali che tutelasse i lavoratori del commercio e che tenesse conto delle festività tradizionali;

nel 2007 la Regione ha individuato dieci giornate di festività religiose e civili nelle quali l'apertura degli esercizi commerciali poteva essere concessa solo se ricorrevano precisi e motivati requisiti di afflusso turistico;

questo quadro normativo, che per le imprese e per gli addetti rappresentava un soddisfacente punto di equilibrio, è stato di fatto sostituito dalla previsione contenuta nell'articolo 31 del decreto legge 201/2011 (cosiddetto Salva Italia), secondo cui la liberalizzazione degli orari di apertura si applica "ex lege" in tutti i Comuni.

Valutato che

numerose sono state le regioni che hanno, attraverso ricorsi alla Corte Costituzionale tentato di far dichiarare la illegittimità costituzionale del citato articolo 31 del D.L. 201/2011;

la Corte Costituzionale, con la sentenza 299 del 2012, ha definitivamente messo la parola fine a tale tentativo rigettando la richiesta e affermando che l'eliminazione dei limiti agli orari ed ai giorni di apertura al pubblico favorisce a beneficio dei consumatori la creazione di un mercato più dinamico e aperto all'ingresso di nuovi operatori e amplia la possibilità di scelta del consumatore stesso;

per di più la Corte ha osservato come la normativa che ha consentito la liberalizzazione degli orari non consenta alcuna deroga alle norme di tutela e protezione dei lavoratori in materia di lavoro notturno, festivo, di turni di riposo ed ogni altro aspetto relativo;

nonostante ciò è in discussione in Parlamento una proposta di legge di cui è relatore l'onorevole Astorre, che punta a reintrodurre la chiusura obbligatoria in occasione delle festività laiche e religiose per gli esercizi commerciali alla domenica.

Evidenziato che 

sarebbe più aderente alle concrete esigenze della rete distributiva commerciale nel suo complesso una modulazione degli orari basata sulle specifiche caratteristiche economiche e culturali del territorio di riferimento e previamente discussa con le organizzazioni rappresentative delle categorie interessate.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta a

continuare a sostenere il settore del commercio perché possa svolgere un ruolo strategico per il traino della ripresa che, stando agli ultimi indicatori economici, sta riprendendo quota;

agire in tutte le sedi più opportune per una parziale revisione della norma nazionale che, fermo restando il principio della libertà di insediamento e prestazione dei servizi, permetta la previsione di alcune giornate di chiusura obbligatorie, ferma restando la facoltà di apertura delle attività nei comuni turistici. 

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 12 gennaio 2016

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