n.170 del 23.11.2011 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 1777 - Risoluzione proposta dai consiglieri Pariani, Monari, Naldi, Donini, Meo, Sconciaforni, Barbati, Mandini e Grillini per chiedere alla Giunta di individuare strumenti puntuali di valutazione del reddito per l'applicazione dei ticket sanitari partendo dall'ISEE e per chiedere al Governo di cancellare le disposizioni sui ticket, definendo un gettito alternativo attraverso un'accisa sui tabacchi
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha espresso in data 5 maggio 2011, in un documento ufficiale molta preoccupazione e disagio “per l’andamento che hanno assunto i finanziamenti nazionali a favore delle Politiche Sociali e della Famiglia: a partire dal mancato rifinanziamento del Fondo per la non Autosufficienza, che sta creando gravi problemi a tutte le regioni ma soprattutto ai non autosufficienti, al Fondo Nazionale Politiche Sociali, già fortemente penalizzato con i tagli alla finanza regionale del 2010, che ha subito una ulteriore decurtazione, di 55 milioni di euro rendendolo pari al 47 per cento di quanto è stato erogato nel 2010, a sua volta già molto decurtato rispetto le precedenti annualità. Stessa sorte hanno subito i Fondi per la Famiglia, già dimezzati rispetto al 2010, ed ora ulteriormente ridotti di 25 milioni di euro; anche per le Politiche Giovanili a fronte di un Accordo Quadro che doveva garantire un triennio (2010/2012) i finanziamenti del 2011 e 2012 non sono oggi reperibili nel bilancio statale. Anche se tecnicamente i “tagli” citati, sono considerati accantonamenti, è certo che ad oggi tali finanziamenti non sono disponibili e non possono essere erogati alle Regioni e da queste ai Comuni. Ciò, provoca gravi disagi alle Amministrazioni ma soprattutto, ridurrà le prestazioni a favore delle fasce deboli, in un momento, dove non è difficile osservare che i problemi sociali e delle famiglie sono in aumento e non in diminuzione”;
il taglio più significativo riguarda il Fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS) di cui all’articolo 20 della legge n. 328 del 2000;
le risorse del FNPS, che rappresenta la principale fonte di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, contribuiscono in misura decisiva al finanziamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali attraverso la quota del fondo ripartita tra le regioni (che a loro volta attribuiscono le risorse ai comuni, che erogano i servizi ai cittadini in conformità ai Piani sociali di zona);
la manovra di bilancio per il 2011 ha cancellato poi ogni stanziamento per il Fondo per la non autosufficienza, istituito dall’articolo 1, comma 1264 della legge finanziaria per il 2007 e finalizzato a garantire su tutto il territorio nazionale l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali in favore delle persone non autosufficienti;
il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 30/6/2011, ha licenziato la bozza di ddl che attribuisce al Governo la delega per la riforma fiscale e assistenziale finalizzata al riordino della spesa in materia sociale attraverso:
- la revisione dell’ISEE (indicatore situazione economica equivalente) con particolare attenzione alla situazione del nucleo familiare;
- Il riordino dei criteri, compresi invalidità e reversibilità, reddituali e patrimoniali per l’accesso alle prestazioni socio-assistenziali;
- l’armonizzazione dei diversi strumenti previdenziali, assistenziali e fiscali di sostegno alle condizioni di bisogno;
- l’istituzione per l’indennità di accompagnamento di un fondo per l’indennità sussidiaria alla non autosufficienza, con delega di gestione alle Regioni;
- la carta acquisti da trasferirsi ai comuni e da affidare in gestione alle “organizzazioni non profittevoli attraverso le proprie reti relazionali”;
- nuove competenze per INPS cui verranno attribuite le erogazioni assistenziali se di carattere monetario;
tale disegno di legge definisce un sistema di welfare residuale e legato a strumenti già manifestamente inefficaci nel promuovere la lotta alla povertà e l’avanzamento dei diritti costituzionali, come la social card e la definizione di obiettivi di tagli pari a complessivi 24.000.000.000 di Euro (art. 11) nel triennio 2012-2014;
l’impatto finanziario della manovra approvata a luglio (L. 15 luglio 2011, n. 111) comporta un minor finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale, per l’anno 2012 pari a 834 milioni, che per la Regione Emilia-Romagna si traducono in un minor finanziamento pari a Euro 61.856.317,00 e per il 2011 a Euro 381.500.000,00 del FSN, con un impatto per la Regione Emilia-Romagna pari a Euro 28.380.000,00;
lo stesso provvedimento ha disposto che si applichino 10 euro a ricetta a titolo di compartecipazione al costo per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale per gli assistiti non esentati e alle Regioni è lasciata la decisione alternativa tra l’applicazione automatica delle quote di compartecipazione fissate dalla legge statale ovvero l’individuazione di altre misure di compartecipazione, che garantiscano comunque l’equivalenza per il mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario e l’appropriatezza;
il Ministero per la Salute ha estremamente sovrastimato le entrate conseguenti all’applicazione del nuovo ticket per la nostra Regione, determinando, conseguentemente, un finanziamento da recuperare pari a circa 100 milioni di Euro, rispetto ad una entrata nazionale di 836 milioni di Euro.
Considerato che
il complesso dei provvedimenti elencati in premessa configura la concreta cancellazione della riforma del sistema di welfare introdotto con la legge 328/2000, sia per il taglio definitivo delle risorse, che per la mancata introduzione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) nel disegno di legge delega;
riguardo al sistema sanitario:
- le entrate da ticket in Emilia-Romagna coprono meno dello 0,5% della spesa sanitaria complessiva;
- la popolazione esente per età e reddito oltre che per patologie invalidanti supera il 60% dei residenti;
- pertanto i ticket non si configurano come uno strumento di co-finanziamento della spesa sanitaria, ma come una modalità di controllo della appropriatezza delle prescrizioni ambulatoriali e specialistiche, oltre che della diagnostica, in particolare per le fasce di popolazione con maggior reddito e minor rischio di salute;
ne deriva che l’aumento dei ticket risulta ingiustificato ed iniquo, poiché l’impatto complessivo sui conti pubblici non giustifica un peso economico diretto esclusivamente sui cittadini che devono usufruire delle prestazioni sanitarie, tra l’altro in modo indifferenziato;
la Giunta regionale, in modo coordinato con la Giunta delle Regioni Toscana ed Umbria, e successivamente seguita dalla Regione Veneto, ha giustamente disposto di applicare i ticket imposti dal Governo attraverso una compartecipazione graduata per fasce di reddito sulle prescrizioni farmaceutiche e sulla diagnostica e specialistica, applicando i medesimi criteri già in vigore per la valutazione del cumulo del reddito lordo fiscale familiare, come previsto dalla legge nazionale del 1993;
i tagli al welfare e l’aumento dei ticket risultano ancora più gravi in una fase di crisi economica che colpisce particolarmente le fasce più deboli della popolazione.
Ribadito che la Regione Emilia-Romagna
con la legge finanziaria regionale n. 14/2010 ha stabilito di erogare la quota nazionale del fondo per la non-autosufficienza con risorse proprie e ha mantenuto inalterato il fondo sociale e tutta la spesa relativa al welfare, nonostante i tagli citati praticati dal Governo con la manovra;
con il bilancio 2012, stante i nuovi e ulteriori tagli, non potrà mantenere il livello 2011 di finanziamenti;
non condivide una applicazione lineare di tagli indiscriminati alla finanza pubblica, che abbattono sulle fasce deboli e sulle persone bisognose di assistenza e di cura gli effetti sostanziali della manovra di riduzione del debito richiesta dall’Europa;
ritiene che l’equità sociale, la tutela dei diritti e la realizzazione di un’economia sociale regolata siano indispensabili anche ai fini di una manovra economica che abbia come obiettivo la crescita, elemento decisivo per la sostenibilità dei conti pubblici.
Chiede alla Giunta
di proseguire il percorso avviato per individuare strumenti più puntuali di valutazione del reddito a cui fare riferimento per l’applicazione delle quote aggiuntive di ticket sanitari, partendo dall’ISEE, come già indicato nell’art. 49 della L.R. 24/2009;
di promuovere, come per il 2010, un confronto con il sistema degli enti locali ed un patto comune di salvaguardia del sistema di welfare.
Chiede al Governo di
modificare le misure economiche e finanziarie approvate affinché le politiche sociali nel loro complesso tornino ad essere una priorità anche come settore economico che, nella realtà dell’Emilia-Romagna occupa decine di migliaia di persone;
definire in tempi rapidi, in collaborazione con gli altri enti interessati, i livelli essenziali delle prestazioni sociali, al fine di poter offrire ai cittadini più vulnerabili, le risposte dovute ai loro bisogni per una partecipazione vera ed attiva alla società civile;
assumere misure precise ed urgenti in relazione alla problematica della non autosufficienza posto che, come ricordato da una recente ricerca promossa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a fronte di almeno 2,6 milioni di persone non autonome nello svolgere le normali funzioni quotidiane, le risorse pubbliche destinate a sostenere le disabilità e la non autosufficienza sono assolutamente esigue in rapporto a quanto accade nel resto d’Europa;
cancellare le disposizioni che introducono ed impongono alle Regioni l’applicazione dei nuovi ticket, definendo un gettito alternativo attraverso una nuova accisa sui tabacchi, come più volte richiesto dalla Conferenza delle Regioni.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana dell’8 novembre 2011