SUPPLEMENTO SPECIALE N.37 DEL 28.05.2015

Relazione

La lotta alla criminalità organizzata è stata a lungo vittima di pregiudizi e visioni superficiali, la più famosa delle quali è certo quella che propone il crimine organizzato come una realtà insediata solo in certe aree escludendone altre.

Di fronte alla crescente minaccia del crimine organizzato transnazionale il Parlamento Europeo ha attivato una Commissione speciale contro il Crimine Organizzato, la Corruzione ed il Riciclaggio dei proventi illeciti (CRIM), avente il compito di studiare il fenomeno delle mafie nell’UE ed indicare misure di prevenzione e contrasto. Dopo 18 mesi di lavoro, la CRIM ha elaborato una Risoluzione che rimarca come le mafie stiano assumendo sempre di più una forte connotazione imprenditoriale e stiano sviluppando, anche grazie alla crisi, una grande capacità di infiltrare l’economia legale.

A livello nazionale la prima proposta di una commissione parlamentare antimafia risale al 14 settembre 1948, come commissione d'inchiesta sull’ordine pubblico in Sicilia, istituita per la prima volta dal Parlamento nel 1962, con la legge n. 1720.

La Commissione parlamentare è divenuta, nel susseguirsi delle legislature, uno degli attori istituzionali della lotta alle mafie e nei 50 anni di attività ha svolto un ruolo essenziale nella comprensione del fenomeno e della sua evoluzione. Con le sue indagini e le sue relazioni ha contribuito a far crescere nella coscienza civile del Paese la consapevolezza che la criminalità mafiosa non è solo questione di ordine pubblico, ma in primo luogo politica, sociale e culturale.

Sul versante regionale, lo Statuto dell'Emilia-Romagna, all'art. 2, comma 1, lett. d) prevede, tra gli obiettivi prioritari cui la Regione ispira la propria azione, “il rispetto della persona, della sua libertà, della sua integrità fisica e mentale e del suo sviluppo”, all’art. 5. comma 1, lett. a) “tutelare la libertà di iniziativa economica e la promozione della sua funzione sociale”. Obiettivi che la criminalità organizzata di ogni genere e i fenomeni corruttivi mettono a dura prova. Sempre lo statuto all’art. 28, comma 5, stabilisce che “L’Assemblea organizza i propri lavori istituendo Commissioni permanenti”.

"Ci auguriamo che in ogni Regione e in ogni capoluogo venga istituita una commissione permanente Antimafia ". Sono queste le parole pronunciate dalla Presidente della Commissione parlamentare Antimafia on. Rosy Bindi al convegno “Il contrasto alle mafie nella dimensione parlamentare, regionale e locale", un incontro promosso dalla Commissione nazionale Antimafia al quale hanno partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e gli organismi impegnati sia nel contrasto della criminalità organizzata che nella gestione dei beni confiscati alle mafie, già costituiti presso i Consigli regionali di alcune Regioni (Lombardia, Umbria, Lazio, Campania, Sicilia,) e in alcuni Comuni (Torino, Milano, Reggio Calabria), a cui non hanno partecipato delegati della Regione Emilia-Romagna, per la mancanza di un organismo rappresentativo, di questo tipo, in seno all’Assemblea Legislativa. Questo dato fa emergere la necessità, anche nella nostra Regione, di un organismo Assembleare che possa interfacciarsi con la Commissione nazionale Antimafia e con le altre commissioni regionali, quali quella dalla Lombardia, del Piemonte, dell’Umbria, tenuto conto che per combattere la criminalità organizzata è fondamentale l'unità delle istituzioni in un rapporto di reciprocità che consenta di fare sistema, così come, dall’altro lato, fa sistema la criminalità organizzata.

Ad inizio legislatura come gruppo consiliare “Movimento 5 Stelle” avevamo presentato una proposta di istituzione di una Commissione speciale d’inchiesta sui fenomeni della criminalità organizzata, purtroppo la proposta non ha trovato accoglimento a causa della contrarietà a questo strumento da parte delle forze di maggioranza dell’Assemblea Legislativa (PD, SEL), pur ritenendo nel merito il tema meritevole di considerazione.

Il maggiore partito di maggioranza aveva espresso contrarietà affermando, per voce del suo rappresentante, il consigliere Mumolo: “Non sono d’accordo sullo strumento, perché forse qui c’è un piccolo equivoco su che cosa è la commissione di inchiesta………” continua “Altra cosa che vorrei sfatare - forse è un mito - è che non è che la commissione speciale di inchiesta abbia più poteri delle commissioni ordinarie …………….. e siccome sono d’accordo con la collega Gibertoni, cioè che non dovremo dividerci su questa cose, dovremo pensare a lavorare e farlo in maniera che produca dei risultati in tempi brevi”. Alla luce di queste affermazioni ci aspettiamo che questa volta la proposta del nostro gruppo consiliare venga accolta tenuto conto che è in linea con gli auspici del Presidente della Commissione nazionale Antimafia e con gli assunti del rappresentante del partito di maggioranza dell’Assemblea Legislativa sopra riportate.

Riteniamo opportuno che la politica debba riappropriarsi del suo ruolo nella lotta alla criminalità organizzata ed ai fenomeni corruttivi, e più in generale alla promozione dell’affermazione del principio di legalità, cessando il processo per in questo campo si delega sempre tutto alla magistratura.

Nelle competenze della istituenda Commissione teniamo insieme il contrasto alla criminalità organizza di ogni genere e il contrasto alla corruzione, ritenendo che unire i due fronti, evitando di tenerli distinti, aiuti e faciliti l’affermazione del principio di legalità, tenuto conto che è attraverso i fenomeni corruttivi che la criminalità organizzata condiziona le istituzioni e la politica il più della volte.

Il progetto di legge si compone di 6 articoli. All’articolo 1 vengono determinate le finalità della commissione, all’articolo 2 le relative competenze, all’articolo 3 la composizione ed il funzionamento della Commissione, mentre all’articolo 4 il confronto e la collaborazione con autorità nazionali ed extranazionali in vista della migliore conoscenza dei fenomeni mafiosi edi ogni altro genere di criminalità organizzata e fenomeni corruttivi. All’articolo 5 è prevista la norma finanziaria in cui l’istituzione della Commissione è contemplata senza oneri per il bilancio regionale, salvo il caso in cui la Presidenza della Commissione sia assegnata ad un Gruppo composto da un numero maggiore di tre consiglieri in cui ci sarebbe un onere di euro 51553,97. Infine all’articolo 6 è prevista la sua entrata in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nel BURERT.

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