n.125 del 04.05.2016 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 1029 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare interventi, anche presso il Parlamento ed il Governo, al fine di definire standard e percorsi per l'esercizio delle attività di formatore nelle arti coreutiche, specie se riguardanti bambini, adolescenti e giovani. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Rontini
L'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna
Premesso che
le scuole di danza in Italia sono molto numerose, al punto che si stima superino le 15.000 unità, presenti anche in molti comuni minori; altrettanto numerosi gli allievi che, sommando le diverse discipline e tecniche, raggiungerebbero i due milioni, fra i quali, ovviamente moltissimi bambine, bambini, adolescenti, giovani;
l'adesione a questa forma d'arte trova ampio riscontro nella storia italiana, in considerazione del ruolo che nella danza hanno svolto danzatrici, danzatori, coreografi italiani, che hanno imposto e diffuso nel mondo tradizioni e stili propri della nostra cultura, da Maria Taglioni a Carlotta Grisi, da Salvatore Viganò a Carlo Blasis, fino alle grandi étoiles italiane del Novecento e dei nostri giorni;
alla tradizione e dal ruolo indiscusso della danza italiana corrisponde però oggi una situazione assai diversa, che la colloca in una condizione di subalternità rispetto ad altre espressioni artistiche, come è testimoniato dalla presenza di solo quattro corpi di ballo stabili nei principali Teatri Italiani, dall'esile struttura dell'Alta Formazione in questo campo, limitata alla sola Accademia nazionale della Danza di Roma, cui si aggiungono le scuole, destinate anche a ragazzi ed adolescenti frequentanti le secondarie, collegati alla Scala di Milano, all'Opera di Roma ed al San Carlo di Napoli e da ultimo i licei coreutici, dal peso sensibilmente minore attribuito agli spettacoli di danza rispetto a quello di altre espressioni artistiche per l'accesso al Fondo unico dello spettacolo (ad una rappresentazione di "Romeo e Giulietta" di Tchaikovsky con orchestra e corpo di ballo di almeno quaranta ballerini viene attribuito un punteggio non superiore alla metà di quello dell’omonima opera di Charles Gounod o de “i Capuleti e i Montecchi” di Bellini);
alla condizione di subalternità della danza come espressione artistica contribuisce in misura particolarmente e gravemente rilevante l'assenza di requisiti specifici per l'attività delle scuole di danza, frequentate da moltissime allieve ed allievi senza che tuttavia siano previsti requisiti professionali minimi per il personale ivi impegnato, che svolge una delicatissima funzione non solo artistica, ma in primis, educativa e formativa.
Considerato che
sono ordinariamente previsti requisiti specifici di professionalità e di formazione pregressa al personale impegnato in molte altre attività, soprattutto allorché queste prevedano il contatto con bambini e giovani e, in primo luogo, quando sia evidente la finalità educativa o formativa;
la danza, nei suoi diversi orientamenti, discipline e tecniche svolge anche una fondamentale funzione di complemento e di supporto al processo di crescita dei giovani coinvolti e può utilmente concorrere, come molte altre forme d'arte (esemplare, a livello mondiale, gestito e promosso dalla Fundación del Estado para el Sistema Nacional de las Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela, fondato dall'economista e musicista José Antonio Abreu) alla riduzione di fenomeni di dispersione scolastica ed al complessivo successo formativo, alla cultura dell’inclusione e dell’integrazione, al contrasto degli stereotipi e alla promozione della parità di genere e alla promozione dei corretti stili di vita, in particolare sull’educazione alimentare e nel contesto dei disturbi del comportamento alimentare.
Valutato che
la Regione Emilia-Romagna ha promosso interventi nel campo della formazione all'insegnamento della danza e dell'espressività corporea;
la grande diffusione delle scuole di danza comporta e richiede la presenza di personale qualificato non solo sul piano artistico, ma proprio nel campo della didattica per il trasferimento di competenze, conoscenze e passioni;
è necessario fornire adeguate forme di sicurezza in ordine alla professionalità degli operatori sia gli allievi, sia alle famiglie, sia alle istituzioni, anche in considerazione della presenza di progetti che vedono lavorare assieme le scuole del sistema pubblico di istruzione (statali e paritarie) e scuole di danza.
Impegna la Giunta
a sollecitare i doverosi interventi da parte del Parlamento e del Governo affinché siano definiti standard e percorsi per l'esercizio delle attività di formatore nelle arti coreutiche, in particolare allorché questa sia diretta a bambine e bambini, adolescenti, giovani;
a seguire con attenzione ed impegno le azioni dirette alla definizione di queste figure professionali ed a sostenere, per quanto di competenza, gli eventuali conseguenti percorsi formativi nell’ambito della più complessiva attività per tutte le discipline, che si realizzerà nella prossima revisione della normativa regionale in materia.
Approvata a maggioranza dalla Commissione V Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport nella seduta del 15 ottobre 2015