n.68 del 20.04.2012 (Parte Prima)

Oggetto n. 2048/1 - Ordine del giorno proposto dai consiglieri Donini, Zoffoli, Ferrari, Meo e Mandini, collegato all’oggetto assembleare 2048 (progetto di legge di riforma della legge regionale n. 9/1999 recante disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale). (Prot. n. 15057 del 17 aprile 2012)

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) è riconosciuta dall’Unione Europea come lo strumento preferenziale per integrare la valutazione degli aspetti sanitari nella valutazione strategica ambientale e per la stima degli effetti di politiche non sanitarie sulla salute delle popolazioni coinvolte; la VIS permette infatti di valutare le ricadute positive e negative di un progetto sulla salute della popolazione (salute intesa non solo come assenza di malattia, ma come “stato di benessere” e in quanto tale influenzabile da variabili ambientali, socio-economiche, stili di vita e così via), individuare soluzioni alternative o misure utili a ridurre gli impatti sulla salute, supportare il decisore nelle scelte, anche in contesti complessi;

è dai primi anni ’90 che in Europa è attivo il dibattito sulla VIS, centrato sul concetto che le proposte politiche non debbano generare impatti avversi sulla salute o ostacoli alla sua promozione; nel documento di consenso elaborato nel 1999 a Gothenburg dall’European Centre for Health Policy dell’OMS, si dà una prima sistematizzazione ai molti stimoli provenienti da diverse istituzioni internazionali; successivamente, il Piano Sanitario Strategico Europeo 2001-2006 adotta formalmente la VIS come metodo per assicurare la promozione della tutela della salute, all’interno della programmazione strategica delle politiche comunitarie; anche la Direttiva sulla VAS, entrata in vigore nel 2004 nell’Unione Europea, menziona la salute tra i fattori da valutare, ma la sua applicazione non ha ancora sufficientemente approfondito l’esame degli impatti sulla salute;

la VIS nella sua accezione più ampia viene ritenuta lo strumento di elezione per l’attuazione della Declaration on “Health in all Policy”, adottata il 18 dicembre 2007 a Roma dalla conferenza dei Ministri della Salute dell’Unione Europea.

Considerato che

- i modelli VIS sviluppati a livello internazionale sono riconducibili a tre orientamenti essenziali:

1. il primo orientamento (proposto da Scott-Samuel et al., comunemente noto come modello Merseyside) e adottato a modello prevalente nei paesi anglosassoni, si basa su un’idea di salute di tipo socioeconomico, orientandosi in maniera decisa all’inclusione di tutti i possibili stakeholder per favorire un processo democratico e ottenere un potenziamento della comunità (Cole e Fielding, 2007);

2. il secondo orientamento è quello sviluppato in Germania, strettamente legato al concetto biomedico di salute: in questo approccio gli strumenti per la valutazione sono quelli della VIA e le tecniche sono quelle usate per la stima del rischio (risk assessment), con largo uso di modelli matematici;

3. il terzo orientamento si è ampiamente diffuso nei paesi del Regno Unito per la valutazione di politiche: esso pone particolare enfasi verso l’equità nella distribuzione degli effetti e dei servizi e più in generale sull’uguaglianza nel diritto alla salute; il modello di VIS che ne consegue è di tipo partecipativo, basato sul riconoscimento alla comunità di propria capacità decisionale e responsabilità all’interno di tutto il percorso di valutazione.

Preso atto che

la Regione Emilia-Romagna dal 2007, prima con il progetto Moniter, poi con il progetto “VISPA” finanziato dal Ministero della Salute, ha lavorato alla messa a punto di un modello di VIS adattato al contesto regionale che è stato poi validato a seguito della sperimentazione in 6 regioni italiane su un ampio ventaglio di casi;

il modello di VIS messo a punto ben si adatta alla valutazione dell’impatto sulla salute di oggetti puntuali (insediamenti produttivi, impianti per la produzione di energia, etc) e viene utilizzato per l’espressione dei pareri di sanità pubblica in sede di Conferenza dei Servizi; le informazioni prodotte attraverso questo approccio consentono di formulare raccomandazioni e misure a supporto del processo decisionale facilitando l’adozione di decisioni che riducono al minimo i rischi per la salute e ne massimizzino i benefici.

Ricordato che

il Piano Regionale della prevenzione attualmente vigente (DGR 2071 del 27 dicembre 2010) pone fra i propri obiettivi, nel campo delle relazioni tra l’ambiente e la salute, “sviluppare le conoscenze sulle relazioni tra politiche, esposizioni ambientali e salute valorizzando ed integrando le competenze e le esperienze delle istituzioni e delle organizzazioni regionali promuovendo studi e ricerche anche in collaborazione con enti nazionali e internazionali, promuovere strategie ed interventi efficaci per una protezione dell’ambiente e della salute in Emilia-Romagna in una prospettiva equa e sostenibile”;

in tale ambito individua cinque progetti, uno dei quali espressamente dedicato alla VIS che ha come obiettivo primario la diffusione dei nuovi strumenti di lavoro per la sanità pubblica elaborati nel progetto VISPA.

Consapevoli che

malgrado le affermazioni di principio e l’intenso lavoro di ricerca e di sperimentazione sulla VIS, a tutt’oggi, non esistono ancora Direttive o Norme europee e Leggi e/o Linee Guida nazionali atte a disciplinare procedure certe ed omogenee applicabili su tutto il territorio.

Apprezzando che

nella legge di riforma della legge regionale 9/1999 recante disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale, fra le finalità è esplicitato che la valutazione di impatto ambientale ha come obiettivo, anche, la protezione della salute umana e che fra i contenuti richiesti nello studio di impatto ambientale è indicata “la descrizione e la valutazione delle misure previste per ridurre, compensare od eliminare gli impatti negativi sulla salute e sull’ambiente, nonché delle misure di monitoraggio”.

Impegna la Giunta regionale

a proseguire, sviluppare e qualificare le sperimentazioni ed applicazioni in corso, dando piena attuazione a quanto previsto dal Piano Regionale della prevenzione in materia di VIS, favorendo l’utilizzo degli strumenti disponibili a supporto della valutazione di nuovi insediamenti, infrastrutture e progetti nell’ottica della promozione della salute e della sostenibilità ambientale;

ad aggiornare progressivamente, nelle direttive per l’attuazione della disciplina regionale sulla VIA, le indicazioni sulla descrizione, la stima e la valutazione degli impatti sulla salute ed il benessere sulla base delle esperienze e delle sperimentazioni realizzate con il progetto VISPA, anche mediante l’utilizzo degli strumenti già a disposizione (check list e tabelle);

ad informare le competenti Commissioni assembleari sull’andamento ed i risultati della sperimentazione delle nuove procedure;

a diffondere i risultati ottenuti mediante apposite iniziative nell’ottica di una sempre maggiore conoscenza ed impiego della VIS quale strumento di stima preventiva degli effetti di un piano, un programma o una politica sulla salute della popolazione.

Impegna, inoltre, la Regione

a sollecitare le Istituzioni Comunitarie, il Parlamento e il Governo nazionale a emanare Direttive e Linee Guida che disciplinino procedure certe ed omogenee atte a rendere la VIS “prassi normata” e strumento per integrare lo studio degli aspetti sanitari nella valutazione strategica e degli impatti ambientali.

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 17 aprile 2012.

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