n.91 del 05.04.2017 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2147 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché il Governo si attivi per acquisire le risorse messe a disposizione dalle istituzioni comunitarie in materia di educazione alimentare, sostenendola ulteriormente quale strumento per la promozione di stili di vita sani. A firma dei Consiglieri: Bessi, Campedelli, Zoffoli, Soncini, Rossi Nadia, Marchetti Francesca, Bagnari, Serri, Paruolo, Montalti, Caliandro, Rontini, Tarasconi, Molinari
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
il Consiglio UE ha raggiunto un accordo di massima sulla proposta di regolamento relativo al nuovo schema per la distribuzione di frutta e latte nelle scuole primarie, con una dotazione finanziaria complessiva a livello comunitario di 250 milioni di euro annui.
Tale accordo, oggetto del processo di co-decisione Parlamento/Consiglio UE, conferma il ruolo strategico, riconosciuto dalle istituzioni europee all’educazione alimentare per i più giovani, le modifiche introdotte dall’Europarlamento e, in particolare, l’obbligo per gli Stati membri di destinare una quota del budget destinato ai programmi educativi a progetti di educazione alimentare per la fascia 6-10 anni oltre che l’ampliamento della lista dei prodotti lattiero-caseari ammessi, sono state recepite e confermate dando il via a un vero e proprio piano europeo di educazione alimentare.
Per l’Italia si tratta di un’occasione concreta per contribuire alla creazione di una cultura alimentare sana ed equilibrata a partire dai più piccoli, in perfetta continuità con il percorso tracciato da Expo 2015.
Valutato che
la Regione Emilia-Romagna ha avviato, a partire dai primi anni '80, una serie di iniziative nel campo della educazione alimentare, prima con un approccio prettamente sanitario, sviluppato in accordo con Comuni ed Unità sanitarie locali ed incentrato sulla promozione di prodotti – ad esempio il “sale iodato” - in grado di influire sulla salute dei cittadini.
Solo successivamente, alla luce delle esperienze maturate condotte, si è passati ad una nuova fase di attività basata su un approccio molto più ampio a queste problematiche, superando la fase "informativa" per passare ad interventi di carattere "formativa", in grado cioè di favorire la crescita culturale della cittadinanza ed orientarla verso modalità di consumo alimentare consapevoli.
Questo cambio di passo - effettuato alla fine degli anni '90 - ha prodotto un significativo aumento del peso della componente "agricola" all'interno delle diverse azioni di educazione alimentare.
Considerato che
nel 2002 è stata approvata la Legge Regionale 4 novembre 2002, n. 29 “Norme per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare e per la qualificazione dei servizi di ristorazione collettiva” che ha fornito la base giuridica per l'adozione e la realizzazione di programmi tesi a migliorare i metodi di produzione, a sviluppare e a diffondere conoscenze in merito ai principi sulla nutrizione, a promuovere un utilizzo consapevole delle risorse.
La citata legge regionale ha consentito di promuovere consumi alimentari consapevoli e numerose iniziative rivolte alle scuole e direttamente ai cittadini.
Tra le attività promosse nelle scuole si ricordano il sistema “Fattorie didattiche” inoltre sono state indetti diversi concorsi tra i quali il concorso, promosso da Regione, EFSA ed Europass, per promuovere i temi della qualità e sicurezza alimentare nelle scuole superiori, oppure “Il biologico. Buon cibo da scoprire” rivolto, in questo caso, alle scuole primarie.
Sono stati avviati numerosi programmi regionali come “Consumabile”, cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito delle politiche per la tutela dei consumatori, che ha visto il coinvolgimento di diverse Direzioni generali della Regione Emilia-Romagna come ambiente, agricoltura, sanità, sport, comunicazione; l’attività di educazione alimentare è stata presentata al pubblico nel corso di diverse manifestazioni fieristiche (Children’s Tour a Modena, Sana a Bologna, Macfrut a Cesena, Ecomondo e MIA a Rimini, Guadagnare salute a Napoli) e in numerosi convegni di settore.
Sul versante della ristorazione collettiva pubblica, in applicazione degli artt. 8 e 9 della L. R. 29/2002, è proseguito il servizio informativo fornito da “Sportello mense bio”, attivato dalla Regione Emilia-Romagna e gestito dall’associazione regionale dei produttori biologici.
É stato istituito un gruppo di lavoro regionale, con la partecipazione di ANCI, UPI e Intercent.ER, per costruire una filiera di approvvigionamento che valorizzi i prodotti biologici e del territorio.
La Giunta regionale ha predisposto il “Programma per l’Orientamento dei consumi e l’educazione alimentare”, approvato dall’Assemblea legislativa con deliberazione, il quale si propone di valorizzare gli interventi che hanno prodotto i migliori risultati in termini di acquisizione di consapevolezza sui consumi alimentari e di adozione di corretti stili di vita. Una delle tematiche prioritarie è quella della promozione del consumo di frutta e verdura nelle scuole, in linea con i programmi europei e nazionali, come “Frutta nelle scuole” (Fruit School Scheme).
Altre esperienze particolarmente significative, condotte, in collaborazione con le Province per promuovere la corretta alimentazione dei bambini e dei ragazzi a scuola e in famiglia, sono rappresentate dai progetti “Mangiare insieme”, “Merenda con gusto”, “A tutta frutta!”, “L’orto a scuola” e “Frutta snack”.
Evidenziato che
questo complesso di attività ha assorbito risorse finanziarie per oltre un milione di euro per anno; nella legislatura 2005 – 2010 sono state investite risorse pari a circa 5,7 milioni di euro trasferiti, in larga misura alle province.
Purtroppo dal 2014 a causa del taglio dei trasferimenti statali è stato possibile investire meno di 300.000 euro, e per il 2015 non è stato possibile programmare iniziative a causa dell’assenza di risorse.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta ad
agire in tutte le sedi più opportune perché il Governo si attivi per intercettare le risorse messe a disposizione delle istituzioni comunitarie.
Agire presso il governo perché siano destinate in maniera maggiormente determinata risorse alla educazione alimentare quale strumento per la promozione di stili di vita sani.
Approvata all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana del 21 marzo 2017