n.296 del 09.10.2013 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 4112 - Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Barbati, Monari, Naldi, Meo, Riva e Luciano Vecchi per chiedere alla Giunta regionale di porre in essere azioni, negli ambiti istituzionali e politici preposti al confronto tra Governo e Regioni, al fine di rivedere la partecipazione italiana al progetto F35 e la decisione di acquistare tali velivoli, destinando le conseguenti risorse al rilascio ed allo sviluppo del Paese, riducendo inoltre la spesa militare complessiva

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 Premesso che

 a maggio 2012 l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha approvato la risoluzione n. 2584 per chiedere al Parlamento e al Governo di non procedere all'acquisto di caccia bombardieri F35, destinando i relativi fondi al rilancio ed allo sviluppo e procedendo inoltre alla revisione e alla riduzione della spesa militare (prot. n. 17569 dell'8 maggio 2012);

 il nostro Paese sta attraversando una gravissima crisi finanziaria ed economica che sta provocando un forte aumento della povertà, della disoccupazione, del disagio e dell'insicurezza sociale i cui segni sono già ben visibili sul nostro territorio;

 negli ultimi anni è stata realizzata una drastica riduzione della spesa pubblica e in particolare dei fondi a disposizione dei settori di vitale importanza per i cittadini come la sanità e l'istruzione;

 i fondi nazionali a carattere sociale (fondo politiche sociali, fondo per la non autosufficienza, fondo per i giovani...) sono passati da 1,594 miliardi del 2007 a 193 milioni di euro del 2012 con la previsione di ulteriori tagli negli anni a seguire;

 i tagli alle Regioni e agli Enti locali nel periodo 2011-2013 superano i 33 miliardi di euro e hanno compromesso la loro capacità di fornire risposte concrete ed efficaci alle necessità dei cittadini e delle famiglie;

 considerato che negli ultimi decenni i problemi della sicurezza economica, sociale e ambientale hanno assunto una posizione prioritaria rispetto a quelli della difesa militare e che gli Stati hanno sempre più difficoltà ad assicurare la necessaria coesione sociale ed economica.

 Ricordando che

 l’ONU e l'Unione Europea sono da tempo impegnati ad ampliare la dimensione umana del concetto di pace e sicurezza includendovi il benessere economico, stabilità politica, democrazia, sviluppo, pace sociale, diritti umani e bisogni primari quali educazione, salute, alimentazione, alloggio.

 Considerato che

 l'Italia aveva previsto nel 2002 di acquistare 131 cacciabombardieri F35 denominati Joint Strike Fighter per un costo totale di 15 miliardi di euro a cui si deve sommare un costo d'uso e di manutenzione valutato in oltre 40 miliardi di euro;

 il precedente Governo e l'ex Ministro Giampaolo Di Paola - anche sulla spinta dell'iniziativa parlamentare e di movimenti della società civile - hanno deciso di ridurre del 30% tale contingente, mantenendo comunque l'opzione per un eventuale acquisto di un massimo di 90 velivoli;

 anche secondo il Pentagono, l'aereo deve ancora risolvere numerosi problemi tecnici mentre continuano a lievitare i suoi costi e che le ricadute occupazionali in Italia sono alquanto basse e incerte.

 Ricordando

 l'appello lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre 2011 che ha visto la partecipazione di oltre 200 mila persone;

 le proposte avanzate da numerose organizzazioni della società civile e in particolare dalla Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci e dalla Tavola della Pace che invitano a ridurre le spese militari;

 che il Parlamento italiano ha adottato vari documenti di indirizzo che richiedono al Governo il massimo di trasparenza sulla vicenda dell'acquisizione degli F35 e sottolineano la necessità di subordinare l'assunzione di impegni per nuove acquisizioni nel settore dei sistemi d'arma al termine del processo di ridefinizione degli assetti organici, operativi e organizzativi dello strumento militare italiano;

 che se l'Italia riconsiderasse la partecipazione al progetto non sarebbe tenuta a pagare alcuna penale.

 Considerato che

 l'attuale ministro alla difesa Mario Mauro ha ribadito in un'intervista ad un quotidiano nazionale la volontà di acquistare i caccia F35 con la seguente affermazione: "faremo tutti i passi necessari per l'acquisizione degli F35 e per lo sviluppo di questo programma a cui contribuiamo da 20 anni".

Chiede al Parlamento e al Governo di

 rivedere la partecipazione italiana al progetto F35 e la conseguente decisione di acquistare i suddetti velivoli, destinando le risorse così risparmiate al rilancio e allo sviluppo del Paese;

 procedere ad una rapida revisione e riduzione complessiva della spesa militare ridefinendo altresì, in modo aperto e democratico, una nuova politica di sicurezza e una rinnovata politica estera italiana ed europea coerenti con il dettato della nostra Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite;

 sostenere, con attiva partecipazione, lo sforzo internazionale per il disarmo, in primo luogo quello nucleare, la non proliferazione nucleare e il sostegno a misure di cooperazione e di fiducia anche nei settori convenzionali.

 Chiede alla Giunta regionale

 di farsi promotrice, negli ambiti istituzionali e politici preposti al confronto tra Governo e Regioni, delle indicazioni contenute nella risoluzione.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 24 settembre 2013

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