n.295 del 05.10.2016 periodico (Parte Seconda)
ORDINE DEL GIORNO - Oggetto n. 3219 - Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 812 Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Abrogazione dei decreti del Ministero dell'Ambiente e del Territorio e della Tutela del Mare del 14 febbraio 2013, n. 22 e 20 marzo 2013. Effetti sulle istanze pendenti". A firma dei Consiglieri: Molinari, Calvano, Montalti, Tarasconi, Pruccoli, Taruffi, Rontini
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
già ai tempi dell’approvazione del Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell'articolo 184 ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, cd Decreto Clini, diverse furono le perplessità che, provenienti da più parti, trovarono voce in atti di parlamentari di diversa estrazione politica, nei quali si sottolineava la necessità di ulteriori indagini sugli eventuali rischi per la salute dell'uomo e dell'ambiente legati all'uso del CSS nei cementifici.
Evidenziato che
il decreto, di per sé necessario ad evitare vuoti normativi, stabilendo infatti le condizioni alle quali alcune tipologie di Combustibili Solidi Secondari passano da rifiuti a prodotti, affronta la tematica dello smaltimento dei rifiuti ad oggi gestiti unicamente in discarica e nei termovalorizzatori, nell’ottica di consentire un recupero energetico di una parte delle 3,7 milioni di TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) che ogni anno vengono perse, equivalenti ad un valore di circa 1,2 miliardi di € all'anno;
tuttavia l’impostazione della norma deve essere profondamente rivista, definendo meglio gli aspetti procedurali legati al rilascio dell’autorizzazione ai cementifici e la composizione del prodotto conferito, nonché prevedendo limiti ad hoc circa le emissioni consentite nell’uso di tali combustibili, poiché oggi per gli inquinanti gassosi i limiti di emissione dei cementifici sono da 2 a 9 volte maggiori rispetto a quelli dei termovalorizzatori.
Rilevato che
nell’ambito del rilascio dell’autorizzazione richiesta dalla ditta Buzzi Unicem di Mocomero di Vernasca (PC), la Regione ha chiesto ed ottenuto l’applicazione di criteri più stringenti, richiedendo che la stessa fosse sottoposta alla procedura di verifica (screening) - premessa della successiva valutazione di impatto ambientale (VIA) - col pieno coinvolgimento dell’ASL di Piacenza, a cui è spettata la valutazione dei fattori di rischio per la salute umana, eseguita tramite comparazione fra l’esistente e ciò che sarebbe variato, stanti le informazioni fornite dal proponente;
inoltre, su scala regionale, il Piano Aria 2020 estende la disciplina del “saldo zero” anche al CSS, impiegabile dunque solo in sostituzione di combustibili più inquinanti. Altresì, il Piano della Prevenzione 2015-18 ha previsto uno studio sui cementifici e sul loro impatto in relazione all’utilizzo di combustibili tradizionali ed alternativi;
l’autorizzazione dell’attività, a seguito della conclusione dell’iter illustrato, ha imposto alla ditta l’utilizzo di CSS di qualità, prodotto secondo parametri più severi rispetto a quelli fissati dalla norma statale. Nel merito, si è previsto un sistema di doppie verifiche, che riguarderanno il combustibile sia al momento della produzione che all’ingresso nell’impianto. Inoltre, nell’ottica di garantire la massima trasparenza e controllo da parte della cittadinanza, i risultati dei controlli sulla materia prima, sulle emissioni anche sonore, sugli scarichi idrici e sul suolo, saranno costantemente aggiornati e resi disponibili on-line in tempo reale;
ulteriore misura di tutela è l’obbligo di utilizzo, per la ditta, di CSS prodotto entro centocinquanta chilometri dallo stabilimento, il che consentirà migliori controlli sulla materia prima e limiterà il volume del traffico veicolare pesante, altro aspetto i cui impatti sono stati attentamente valutati e per regolamentare il quale si sono imposti significativi vincoli di miglioramento del parco mezzi.
Sottolineato che
già da tempo, nell’ambito del Tavolo Emissioni attivo c/o il Ministero dell’Ambiente, la Regione Emilia-Romagna ha chiesto la revisione complessiva delle norme sulle attività con emissioni in atmosfera, fra cui quelle derivanti da CSS.
Impegna la Giunta
a ribadire con forza la necessità che il Decreto Clini lasci il posto ad una norma di regolamentazione dell’utilizzo dei Combustibili Secondari che consideri in maniera sinergica le ricadute sanitarie, economiche ed ambientali, discussa e valutata in sede parlamentare e meglio integrata nella valutazione delle ricadute sulla salute e sull’ambiente, e dunque più restrittiva e garantista su aspetti quali le procedure di rilascio dell’autorizzazione ai cementifici, la composizione del prodotto conferito e la definizione di limiti ad hoc delle emissioni consentite nell’uso di tali combustibili, la definizione di controlli sia sul produttore che sull’utilizzatore, prendendo a riferimento quanto disposto nella valutazione di impatto ambientale (VIA) per il rilascio dell’autorizzazione alla Ditta Buzzi Unicem di Vernasca.
Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 13 settembre 2016