n.185 del 29.07.2015 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 863 - Risoluzione per invitare la Giunta a chiedere al Governo di assumere ogni iniziativa utile ad affermare, specie presso la Commissione UE competente, i vantaggi per il consumatore connessi all'acquisto ed alla degustazione di prodotti lattiero-caseari di alta qualità come quelli italiani, contrastando inoltre la procedura di infrazione in merito attivata. A firma del Consigliere: Foti

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna 

Premesso che 

con legge 11 aprile del 1974, n. 138, l’Italia ha stabilito di vietare l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici attivi sul territorio nazionale. Detta misura aveva lo scopo di elevare la qualità delle produzioni casearie italiane, salvaguardando nel contempo le aspettative dei consumatori. Una scelta che ha garantito - fino ad ora- il primato della produzione lattiero casearia italiana, che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate in quantità (9,3 per cento nel primo trimestre del 2015); 

la Commissione Europea ha inviato una diffida all’Italia per chiedere la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari previsto - come detto - dalla predetta legge. Detta Commissione, con l'avvio della procedura di infrazione, ritiene infatti che la Legge n. 138/1974 a tutela della qualità delle produzioni rappresenti invece una restrizione alla "libera circolazione delle merci", essendo la polvere di latte e il latte concentrato prodotti utilizzati in tutta Europa. In buona sostanza la Commissione UE impone un adeguamento al ribasso con una diffida che, se accolta, comporterà non solo uno scadimento della qualità dei formaggi e degli yogurt italiani, mettendo a repentaglio la "reputazione" del Made in Italy, ma anche una maggiore importazione di polvere di latte e latte concentrato che arriverà da tutto il mondo a costi bassissimi, con conseguenze pesanti anche per l'equilibrio economico-finanziario degli allevamenti italiani;

siamo in presenza dell'ennesima "trovata" delle burocrazie dell'Unione Europea, che anche di recente hanno assunto incomprensibili decisioni: dal vino senza uva, al cioccolato senza cacao, per finire alla carne annacquata. A tacere del fatto che, ad esempio, in tutta Europa circolano liberamente imitazioni low cost del Parmigiano reggiano e del Grana Padano, cosiddetti "similgrana", prodotti al di fuori dall’Italia, senza alcuna indicazione della provenienza e con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine del prodotto. 

Valutato che 

la procedura di infrazione annunciata dalla Commissione europea nei confronti del nostro Paese per il divieto di usare latte in polvere per la produzione di formaggi contenuto nella legge 183 del 1974 mette in discussione questi capisaldi del nostro modello produttivo; 

il latte in polvere, infatti, perde qualsiasi riferimento alla zona di produzione e priva il consumatore della possibilità di essere adeguatamente informato sull'origine di un determinato prodotto lattiero-caseario; 

come affermato dall'assessore Caselli in alcune recenti dichiarazioni, "il ricorso al latte in polvere, non rientra negli orizzonti produttivi regionali che, al contrario, devono essere improntati a chiari obiettivi di qualità, prevedere la costante informazione del consumatore e la completa tracciabilità di tutte le fasi della filiera"; 

l'8 giugno u.s. centinaia di allevatori, casari ed agricoltori della coldiretti, hanno partecipato ad una manifestazione, svoltasi in piazza Montecitorio a Roma, promossa dalla confederazione per difendere la legge 138/1974; 

il ministro Martina ha reso noto che l'Italia "è pronta a motivare all'Unione europea in maniera compiuta le ragioni della propria unicità e delle scelte fatte negli ultimi anni a favore della distintività del modello agroalimentare italiano", ribadendo la propria contrarietà alla "omologazione del modello agricolo italiano". 

Impegna la Giunta 

a sostenere il Governo nell'azione di contrasto alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea ed a garantire il diritto del consumatore ad essere informato sulla provenienza e sul contenuto dei prodotti che intende acquistare; 

a sostenere l'indicazione in etichetta dell'utilizzo di latte in polvere; 

a promuovere una corretta informazione tra i consumatori in ordine alle peculiari caratteristiche dei prodotti lattiero caseari emiliano-romagnoli; 

a favorire il consolidamento - utilizzando tutti gli strumenti disponibili ed in particolare il Programma regionale di Sviluppo rurale - della filiera lattiero-casearia con particolare riferimento alle produzioni caratterizzate da un imprescindibile legame con il territorio e dal rispetto di disciplinari di produzione codificati e costantemente tracciabili; 

a sostenere le azioni di contrasto alla contraffazione dei prodotti DOP e IGP avviate dai Consorzi di tutela riconosciuti ai sensi della normativa vigente; 

a incentivare, utilizzando le disponibilità del Programma regionale di Sviluppo rurale 2014-2020, la partecipazione dei produttori a sistemi di qualità alimentare. 

Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana del 15 luglio 2015

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