n.94 del 10.04.2013 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto 3778 - Risoluzione sulla Raccomandazione della Commissione del 20/2/2013 “Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale” C(2013) 778 final del 20/2/2013. Osservazioni della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell’articolo 24, comma 3, della legge n. 234 del 2012. (Approvata dalla I Commissione assembleare "Bilancio Affari generali ed istituzionali" in data 25 marzo 2013)
La I Commissione “Bilancio Affari generali ed istituzionali”
dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Visto l’articolo 38, comma 4, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa e la legge regionale 28 luglio 2008, n. 16, in particolare gli articoli 3, 4 e 6;
Visto l’articolo 24, comma 3, della legge 24 dicembre 2012 n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea);
Vista la Risoluzione dell’Assemblea legislativa n. 2615 del 23 aprile 2012 contenente "Sessione comunitaria 2012 - Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea", in particolare le lettere i), j), k), o);
Vista la lettera del Presidente dell’Assemblea legislativa (prot. n. 10128 del 7 marzo 2013);
Vista la Raccomandazione della Commissione del 20/2/2013 “Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale” C(2013) 778 final del 20/2/2013;
Visto il parere reso dalla Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali nella seduta del 25 marzo 2013 (prot. n. 1325 del 25 marzo 2013);
Vista la legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni);
Vista la legge regionale 12 marzo 2003, n. 2 (Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali);
Vista legge regionale 10 gennaio 2000, n. 1 (Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia);
Vista la legge regionale 23 novembre 1988, n. 47 (Norme per le minoranze nomadi in Emilia-Romagna);
Considerato che la Raccomandazione della Commissione del 20.2.2013 “Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale” fa parte degli atti segnalati nell’ambito della sessione comunitaria 2012, sui quali l’Assemblea legislativa e la Giunta regionale si sono impegnate a valutare, al momento della effettiva presentazione, l’opportunità di inviare osservazioni al Governo ai sensi della legge n. 234 del 2012, articolo 24, comma 3, per gli aspetti di competenza regionale, oltre all’eventuale esame della sussidiarietà delle proposte legislative da parte dell’Assemblea ai sensi dell’articolo 25 delle stessa legge;
Considerata l’importanza di rafforzare il dialogo tra i livelli parlamentari anche sugli aspetti di merito delle proposte e delle iniziative presentate dalla Commissione europea nel contesto del dialogo politico tra Parlamenti nazionali e Istituzioni dell’Unione europea e considerato che l’articolo 9 della legge 234 del 2012, disciplinando la partecipazione delle Camere al dialogo politico, nel comma 2, prevede espressamente che: “I documenti (delle Camere) tengono conto di eventuali osservazioni e proposte formulate dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dell’articolo 24, comma 3, e dalle assemblee e dai consigli regionali e delle province autonome ai sensi dell’articolo 25”;
Considerato che molte delle politiche poste in essere dalla Regione Emilia-Romagna si inquadrano nelle strategie e negli orientamenti delineati dalla Commissione europea nella Raccomandazione su temi collegati alla povertà infantile e alle situazioni di svantaggio sociale quali: l’alimentazione e la lotta allo spreco alimentare, l’istruzione prescolastica, i minori fuori famiglia, la questione delle popolazioni nomadi, nonché il richiamo esplicito alla Convenzione ONU del 1989 sui diritti del fanciullo, quale principio orizzontale che dovrà ispirare gli Stati membri nella definizione delle proprie politiche, evidenziando altresì la necessità di vigilare e adoperarsi “affinché tali diritti siano rispettati, protetti ed esercitati”;
Considerato che la tutela dell’infanzia e il problema della povertà infantile implicano l’adozione ai vari livelli di politiche trasversali e che la Regione Emilia-Romagna da tempo si è dotata di strumenti legislativi volti a contrastare la povertà e l’esclusione sociale e supportare le famiglie e gli individui in difficoltà, in modo coerente con le singole politiche dell’UE e con la Strategia Europa 2020;
Considerato, tuttavia, che la progressiva riduzione delle risorse finanziarie dedicate alle politiche sociali, accentuatasi fortemente negli ultimi anni anche a causa dell’attuale crisi economica, rischia di incidere sempre più pesantemente sia in termini di diffusione che di qualità dei servizi per i cittadini, anche nelle regioni che come la nostra hanno sempre avuto grande attenzione a questi temi, dotandosi, da tempo, di strumenti legislativi e di programmi di intervento e di sostegno, e ha fatto emergere la necessità di un ripensamento a tutti i livelli istituzionali, europeo, nazionale e regionale, della praticabilità e attuabilità delle precedenti previsioni normative e programmatiche;
a) si esprime con riferimento all’atto in esame osservando quanto segue:
- si condivide l’approccio trasversale della Raccomandazione al problema della povertà infantile. Con riferimento ai principi orizzontali sono condivisibili, in particolare, “l’importanza del sostegno alle famiglie quali prime responsabili del benessere dei minori” e l’esigenza di “dedicare particolare attenzione ai minori minacciati dalla miseria a causa di molteplici svantaggi”, nonché l’indicazione al punto 2. Elaborare strategie integrate, fra gli altri, di alcuni presupposti indispensabili per il benessere dei minori, quali: l’accesso a risorse sufficienti; l’integrazione degli aiuti in denaro con prestazioni in natura e l’alimentazione, sottolineando, inoltre, l’importanza di evitare le stigmatizzazioni e di lavorare per l’integrazione dei rom e dei minori provenienti da famiglie migranti. Si condivide, inoltre, l’obiettivo complessivo di “impegnarsi nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale dei minori in quanto priorità della strategia Europa 2020 segnalato al punto 4. Sfruttare pienamente gli strumenti pertinenti dell’UE. Si segnala però che se le politiche sociali regionali cercano da tempo di sviluppare interventi rivolti al contrasto di povertà ed esclusione sociale e di supporto alle famiglie e agli individui in difficoltà, in modo coerente con le politiche dell’UE e con la strategia Europa 2020, a livello nazionale manca tutt’ora uno strumento universalistico di lotta alla povertà che assicuri alle persone più povere un livello dignitoso di vita, con la conseguenza che la crisi economica che stiamo attraversando incide sempre più pesantemente anche nelle regioni che hanno sempre avuto grande attenzione a questi temi dotandosi, nel tempo, di strumenti legislativi e di programmi di intervento e di sostegno.
- Con riferimento al tema relativo all’esigenza di assicurare ai minori stili di vita appropriati a partire dall’alimentazione, si segnala che le politiche regionali da tempo sono indirizzate al riconoscimento del diritto al cibo, affrontando il tema in modo integrato con le altre politiche interessate, quali le politiche agricole, di lotta allo spreco e salvaguardia dell’ambiente, di cooperazione internazionale e sociali, in collaborazione con i soggetti pubblici, privati, le associazioni e i cittadini, e coerente con l’approccio adottato dall’Unione europea. Con riferimento specifico alla proposta di Regolamento sul Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti, richiamato al punto 4. della Raccomandazione, che sostituirà a partire dal 2014 l’attuale Programma dell'Unione europea per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti (programma MDP), si segnala l’importanza di accompagnare l’approvazione del Regolamento in tempi brevi con un adeguato stanziamento di risorse da parte dell’UE. Con riferimento specifico all’obiettivo di combattere la deprivazione materiale dei bambini, si coglie l’occasione per ribadire quanto già sostenuto in altre sedi, ossia che la fase di predisposizione e di successiva attuazione del Programma operativo nazionale sia oggetto di concertazione con le regioni e gli enti locali, con la previsione di un ruolo attivo delle Regioni nella gestione del Fondo. Si auspica, inoltre, l’integrazione degli interventi relativi al fondo con la programmazione del prossimo fondo sociale europeo (FSE).
- L’attuale crisi economica e sociale implica da parte di tutte le istituzioni, a tutti i livelli, la necessità di rivedere la praticabilità delle precedenti previsioni normative e programmatiche. In questo senso si condivide la scelta operata nella Raccomandazione di “privilegiare una strategia di partnership nella programmazione e nella mobilitazione dei Fondi strutturali …al fine di mobilitare tutti gli strumenti d’azione contro la povertà infantile”, ma si evidenzia che ai propositi generali, del tutto condivisibili, dovranno seguire adeguati stanziamenti finanziari e relativi strumenti di programmazione degli interventi e successiva attuazione degli stessi. Lo stanziamento di risorse adeguate e crescenti alle politiche sociali sarà, quindi, essenziale per consentire a tutti i livelli istituzionali, tra cui anche e soprattutto le regioni, di garantire l’attuazione di politiche di sostegno adeguate nei vari settori evidenziati nella Raccomandazione. In questo senso, si deve infatti segnalare che, pur a fronte dell’attuale contesto di forte crisi economica, non sono ancora state definite, a livello europeo, le risorse per realizzare gli obiettivi indicati nella Raccomandazione, e che in assenza di una indicazione precisa sull’ammontare delle risorse non è possibile valutarne la congruità rispetto agli orientamenti rivolti agli Stati membri e alle pur condivisibili strategie che emergono dalla Raccomandazione stessa. Proprio per riuscire a far fronte alla attuale situazione di crisi economica e occupazionale con adeguate politiche e misure di intervento, si segnala, ad esempio, l’importanza di prevedere la destinazione di crescenti risorse dedicate ad interventi a sostegno della popolazione non occupata già a partire dal prossimo fondo sociale europeo (FSE) che finanzierà gli interventi per i prossimi sette anni (dal 2014 al 2020), nonché un rafforzamento degli altri programmi di finanziamento specifici dedicati alle politiche sociali.
- Quanto sopra evidenziato trova puntuale conferma anche nel quadro di monitoraggio sulla base di indicatori, trattato nel paragrafo 3 della Raccomandazione della Commissione europea. In allegato alla Raccomandazione, infatti, sono stati individuati una serie composita di indicatori, non esaustivi, ma integrabili con ulteriori elementi conoscitivi di base, utili per delimitare e comprendere meglio i diversi contesti nazionali e locali. La finalità principale degli indicatori risiede nella funzione di controllo dell’applicazione della Raccomandazione da parte degli Stati membri e per valutare l’effettivo conseguimento degli obiettivi. Le politiche e gli strumenti della Regione sono in sintonia con quanto espresso al punto 3 della Raccomandazione - in merito ai meccanismi di governance, di esecuzione e di monitoraggio - che dovrebbero costituire il quadro organico entro il quale definire un complesso di indicatori adeguati. Si sottolinea positivamente, quindi, l’attenzione che la Raccomandazione pone all’individuazione di un sistema di monitoraggio e controllo basato su indicatori, in particolare, nel punto 3 “Intensificare il ricorso ai metodi basati su elementi probanti - Privilegiare le strategie elaborate sulla base di informazioni fattuali e l’innovazione in materia di azione sociale, tenendo conto degli effetti potenziali sui minori” e si evidenzia l’importanza di sfruttare, nell’individuazione degli indicatori, i sistemi informativi già in funzione ed i percorsi progettuali e di implementazione di nuovi sistemi. Tuttavia si evidenzia come il sistema di indicatori, così come costruito nella Raccomandazione “si giustifica” solo a fronte della previsione di strumenti finanziari e operativi idonei e in grado di consentire la concreta attuazione della Raccomandazione.
b) Dispone l’invio della presente Risoluzione alla Giunta della Regione Emilia – Romagna, per garantire il massimo raccordo tra gli organi della Regione nello svolgimento delle rispettive attività e competenze, assegnate dalla legge e dal regolamento e invita la Giunta a trasmettere la presente Risoluzione al Governo e alla Conferenza delle regioni e delle province autonome, quali osservazioni ai fini della formazione della posizione italiana, ai sensi dell’articolo 24, comma 3 della legge n. 234 del 2012;
c) Dispone l’invio della presente Risoluzione, al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati per l’inoltro alle competenti Commissioni parlamentari anche ai fini della formulazione dei documenti delle Camere nell’ambito della partecipazione al dialogo politico con le istituzioni dell’Unione europea ai sensi dell’articolo 9 della legge n. 234 del 2012;
d) Impegna la Giunta ad informare l’Assemblea legislativa sul seguito dato alle osservazioni della Regione Emilia-Romagna sulla Raccomandazione della Commissione del 20/2/2013 “Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale C(2013) 778 final del 20/2/2013, nonché sulle ulteriori modalità e contributi concreti della Regione al processo decisionale e sulle iniziative assunte nelle opportune sedi nazionali ed europee;
e) Dispone inoltre l’invio della presente Risoluzione alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e, per favorire la massima circolazione delle informazioni sulle attività di partecipazione alla fase ascendente, ai parlamentari europei eletti in Emilia-Romagna e ai membri emiliano-romagnoli del Comitato delle Regioni, al Network sussidiarietà del Comitato delle Regioni e alle Assemblee legislative regionali italiane ed europee.
Approvata all’unanimità nella seduta del 25 marzo 2013, ai sensi dell’articolo 38, comma 4 del Regolamento interno e dell’articolo 6, comma 2 della legge regionale n. 16 del 2008.