n.281 del 21.09.2016 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2973 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi in tutte le sedi opportune per sollecitare l'inserimento, nella normativa europea, dell'obbligo di etichettatura di origine per la carne di coniglio, oltre a quello di allevamento e macellazione così come previsto per le carni fresche bovine, suine, ovine, caprine e di volatili già regolamentate dall'Unione Europea, ponendo inoltre in essere azioni volte a tutelare gli allevatori e produttori emiliano romagnoli attraverso la valorizzazione del prodotto cunicolo locale. A firma dei Consiglieri: Liverani, Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni
L’Assemblea legislativa
Visti
Il regolamento (CE) n. 1760/2000 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 luglio 2000, che crea obblighi di tracciabilità e trasparenza nell'etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carne bovina;
Il Regolamento (UE) n. 1169/2011, del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, pubblicato in gazzetta ufficiale in data 22 novembre 2011 ed entrato in vigore il 13 dicembre 2011, che ha trovato applicazione a decorrere dal 13 dicembre 2014 per le disposizioni in materia di etichettatura, presentazione e pubblicità degli alimenti;
Premesso che
Con il Regolamento (UE) n. 1169/2011 è stato operato un complesso riassetto della normativa previgente e consolidato in un unico testo le precedenti norme di carattere generale sulla pubblicità, sull’etichettatura, sull’indicazione degli allergeni e sull’etichettatura nutrizionale;
A riguardo, a partire dal 13 dicembre 2014 sono state abrogate sei direttive ed un regolamento, nonché modificati il regolamento (CE) n. 1924/2006, relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari ed il regolamento (CE) n. 1925/2006, sull'aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti;
Il Regolamento (UE) n. 1169/2011, a partire dall’aprile 21015, ha di fatto reso obbligatoria, per il produttore/allevatore, l’indicazione di origine per le carni fresche suine, ovine, caprine e di volatili a completamento di un percorso decennale che, come si è detto, è iniziato con il regolamento Ce 1760/2000, attraverso l’imposizione dell'obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina, introdotta sotto la spinta dell’emergenza "mucca pazza", oltre a quello di allevamento e macellazione;
Sulla base delle nuove prescrizioni europee, in etichetta si deve quindi poter leggere il luogo dell'allevamento e della macellazione, mentre l'origine potrà apparire, su base volontaria, se la carne è ottenuta da animali nati, allevati e macellati nello stesso Paese;
Preso atto che
Dalla normativa europea resta tutt’oggi ancora esclusa la carne di coniglio, molto diffusa a livello nazionale;
Questa carenza risulta particolarmente grave poiché, nonostante le molteplici richieste avanzate da consumatori e allevatori italiani, si persiste a negare ai cittadini europei il diritto ad essere informati sul luogo di nascita, allevamento e macellazione della carne di coniglio;
Questo “vulnus” normativo va colmato al più presto poiché sono centinaia le aziende emiliano romagnole, e non solo, a soffrire l’ingerenza nel mercato cunicolo nazionale di carni e prodotti derivati, a prezzi irrisori, provenienti da altri paesi europei ed extraeuropei;
L’origine dei prodotti è fondamentale sia per la sicurezza che per il diritto all’informazione dei nostri consumatori ma anche per le esigenze in materia di benessere animale;
Impegna la Giunta regionale
Ad attivarsi in tutte le sedi opportune per sollecitare l’inserimento, nella normativa europea, dell'obbligo di etichettatura di origine per la carne di coniglio e di cavallo, oltre a quello di allevamento e macellazione così come previsto per le carni fresche bovine, suine, ovine, caprine e di volatili già regolamentate dall’Unione Europea;
A porre in essere ogni azione possibile e utile per tutelare gli allevatori e produttori emiliano-romagnoli attraverso la valorizzazione del prodotto cunicolo locale, continuando a promuovere l’organizzazione della “filiera” cunicola regionale ed il successivo riconoscimento di una Organizzazione di Produttori, ai sensi della normativa regionale vigente.
Ad agire per un maggiore rafforzamento della filiera e a richiedere un impegno più incisivo da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali - unico soggetto titolato ad intervenire in sede comunitaria - per consentire la traduzione in atti regolamentari delle istanze provenienti sia dal mondo produttivo italiano sia dai consumatori.
Approvata all’unanimità dalla Commissione II Politiche economiche nella seduta del 7 settembre 2016.