n.118 del 27.04.2022 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 5024 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire nel sollecitare il Governo alla riattivazione dei canali di estrazione di gas esistenti in Adriatico. A firma dei Consiglieri: Lisei, Bessi, Barcaiuolo, Tagliaferri, Mastacchi, Occhi, Montevecchi, Liverani, Castaldini, Costi, Zappa- terra, Pigoni, Daffadà, Bondavalli, Rontini, Rossi, Sabattini, Bulbi, Gerace
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
l'Italia consuma circa 70-75 miliardi di metri cubi di gas l'anno. Da gennaio a settembre abbiamo usato 53,2 miliardi di metri cubi (+6,8% rispetto ai primi nove mesi del 2020), di cui 2,48 (-20,2%) estratti dai giacimenti in pianura padana e dai grandi giacimenti dell'Adriatico, in Basilicata e, in misura contenuta, in Sicilia. Le importazioni vengono soprattutto da Russia, Algeria, via nave al rigassificatore di Rovigo e dal nuovo metanodotto Tap;
le riserve di metano presenti nel sottosuolo ammontano a circa 90 miliardi di metri cubi; i costi di estrazione del gas "a km zero italiano" sono stimati in 5 centesimi di € al metro cubo, mentre il gas di importazione ha un costo di circa 50/70 centesimi di euro al metro cubo;
il trasporto del gas comporta un consumo del medesimo di circa il 25%, fatto che, unito alla dispersione che si verifica nei gasdotti, produce un conseguente aumento dell'effetto serra.
Preso atto che
sussiste un grave problema di rincaro energetico che grava in modo significativo su famiglie ed aziende;
Arera, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, “malgrado gli interventi” ha comunicato che per tutto il primo trimestre del 2022, le bollette della luce costeranno il 55 per cento in più, mentre quelle del gas subiranno un rincaro del 41,8 per cento;
il Governo italiano ha messo in atto provvedimenti "tampone" costati circa 8 miliardi i quali però hanno determinato un abbassamento del "caro bollette" in misura non significativa per i cittadini. Come sottolineato da Arera l'intervento dell'esecutivo ha scongiurato aumenti in bolletta più elevati, che “avrebbero portato a un aumento del 65 per cento la bolletta dell'elettricità e del 59,2 per cento quella del gas”;
è vero che per i nuclei familiari in difficoltà economica (circa 2,5 milioni di famiglie) sono stati aumentati i bonus sociali secondo quanto previsto dalla Manovra 2022, in cui l'esecutivo ha ridotto l'IVA sul gas al 5 per cento per il primo trimestre, a cui vanno aggiunti i 3.8 miliardi di euro stanziati contro i rincari ed inoltre, è stata aperta la possibilità di rateizzazione delle bollette qualora i clienti domestici si dovessero trovare in condizione di non riuscire a pagare le bollette, con un sostegno di 1 miliardo di euro sempre inserito nella legge di bilancio 2022, ma secondo le stime sempre di Arera, gli aumenti delle bollette dell'elettricità per il primo trimestre 2022, per la famiglia-tipo nell'anno scorrevole (compreso tra il primo aprile 2021 e il 31 marzo 2022) ammonteranno a circa 823 euro, e corrispondenti a un incremento di circa 334 euro annui rispetto all'anno precedente, cioè il 68 per cento. Per quanto riguarda le bollette del gas, invece, la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.560 euro, corrispondenti a 610 euro annui in più rispetto al 2021, pari al 64 per cento;
gli effetti più gravi si avranno proprio sulle attività produttive, in particolar modo sulle piccole imprese e sulle attività artigianali e commerciali e sul mondo dell'associazionismo: le categorie più colpite dall'aumento delle tariffe, con il rischio di insostenibili costi sulle loro attività;
tali costi sono in particolar modo ricaduti sulle aziende maggiormente energivore che si trovano nella paradossale situazione che maggiore è l'aumento di produzione maggiori sono le perdite, come peraltro evidenziato nel convegno di Torbole in presenza dell'Assessore Colla;
la nostra regione è particolarmente caratterizzata da insediamenti produttivi, quali ad esempio le vetrerie, la ceramica o la cantieristica che rischiano la chiusura con significative perdite non solo di professionalità di eccellenza e di un artigianato che ha sempre caratterizzato il nostro manufatturiero, ma anche in termini economici di PIL e posti di lavoro.
Considerato che
il Pitesai è un piano regolatore introdotto dal Governo Conte 1, acronimo di “Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee”;
secondo uno studio presentato sul Pitesai da Assorisorse, che riunisce l'industria mineraria, sui soli giacimenti di gas dell'Emilia-Romagna - sia in terraferma, sia in Adriatico- per raddoppiare la produzione da 800 milioni a 1,6 miliardi di metri cubi l'anno bisognerebbe investire 322 milioni di euro;
nel 2018 ENI presentò a Ravenna un piano industriale con investimenti di oltre 2 miliardi di euro per arrivare ad una produzione annua di oltre 5 miliardi di metricubi in Adriatico. Risultati lontani dai 17 miliardi di metri cubi del 2000, ma darebbero un contributo alla manodopera nazionale, alle imprese, alle casse dello Stato ed alla bolletta energetica nazionale;
il giacimento di Argo-Cassiopea, nel Canale di Sicilia, dove l'Eni avvia lavori per 700 milioni di euro e per un decennio darà un miliardo di metri cubi di gas in più l'anno, ma ancora non sono state date indicazioni sull'utilizzo di 30 miliardi di metri cubi di metano dell'alto Adriatico.
Rilevato che
l'Alto Adriatico detiene depositi naturali immensi di metano e consente facili estrazioni, ma nonostante ciò l'estrazione è praticamente ferma, mentre la Croazia estrae gas di fronte alle nostre coste;
una estrazione di gas metano in Italia potrebbe portare anche ad un risparmio sull'energia elettrica, infatti si stima che il 50% dell'energia elettrica prodotta poggia sull'utilizzo del gas. La produzione interna eviterebbe i costi dell'acquisto dalla rete di oltre 5mila chilometri da Libia o Russia;
non sono necessarie sempre nuove piattaforme, essendo utilizzabili le strutture esistenti il che consentirebbe nuova e maggiore capacità estrattiva.
Atteso che
recentemente sono stati emanati i decreti di Valutazione di impatto ambientale (Via) dal Ministero della Transizione ecologica Roberto Cingolani e riguardano altrettanti rinnovi di concessioni, progetti di messa in produzione di pozzi e di perforazione, sia offshore che onshore;
i decreti riguardano anche le Via relative al rinnovo delle concessioni minerarie 'Barigazzo' e 'Vetta', entrambe in Emilia-Romagna, per la coltivazione di idrocarburi gassosi, i progetti di messa in produzione del pozzo a gas naturale 'Podere Maiar ldir' (nell'ambito della concessione di coltivazione 'Selva Malvezzi', sempre in Emilia-Romagna) e del giacimento per la coltivazione di idrocarburi 'Teodorico', fra l'Emilia-Romagna e il Veneto;
al netto di quanto determinato in merito alla messa in produzione di nuovi pozzi di perforazione esistono pozzi attualmente inattivi e che invece potrebbero essere utilizzati per garantirci una importantissima fonte di approvvigionamento;
nonostante il grande ritardo nella valutazione ambientale strategica del 'Pitesai', l'estrazione di gas è compatibile con la strategia marina europea che chiede che vengano messi a sistema i diversi usi del mare;
per quanto riguarda i giacimenti in mare, il piano regolatore dovrà integrarsi infatti con l'intera pianificazione marina imposta dalla Ue;
la recente pubblicazione del Pitesai ha di fatto sbloccato l'estrazione di gas metano in Adriatico.
Considerato infine che
è assolutamente necessario perseguire obiettivi di miglioramento ambientale, di transizione energetica, decarbonizzazione e sostenibilità, nonché di sviluppo di capacità produttiva delle energie rinnovabili, ma ciò deve tenere conto che deve necessariamente coesistere con la sostenibilità sociale ed economica;
è utile in questo senso sfruttare al meglio le risorse disponibili sia mediante una diversificazione delle fonti energetiche sia per garantire livelli di produzione interna di energia che non ci vincolino completamente all'importazione da paesi terzi (peraltro spesso criticati per le violazioni di diritti umani);
è condivisibile quanto evidenziato dallo stesso assessore Colla: "Dobbiamo dire la verità: macchine avanti tutta sulle rinnovabili ma la transizione è anche nel gas" ed inoltre: "Vanno date le concessioni per utilizzare i canali di estrazione già esistenti, senza farne di nuovi. Siamo nella condizione in cui nell'Adriatico la cannuccia della Croazia tira e la nostra è ferma. E le major che hanno contratti già fissati in Europa e in Italia non devono fare speculazioni.".
Tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta regionale
a proseguire nel sollecitare il Governo italiano alla riattivazione dei canali di estrazione di gas esistenti in Adriatico;
ad impegnarsi in tutte le sedi per la riattivazione dei canali di estrazione di gas esistenti in Adriatico;
ad adeguare i propri piani strategici alla luce della recente pubblicazione del Pitesai;
ad adottare ogni iniziativa utile, anche economica per la riattivazione dei canali di estrazione esistenti.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 6 aprile 2022