SUPPLEMENTO SPECIALE n. 56 - 23.02.2011

Relazione

Dagli arresti compiuti dalle forze dell’ordine pubblico di recente sul territorio regionale, dai dati della DIA nazionale, dagli studi di settore, emerge che la nostra Regione è di fronte ad una vera emergenza, per quanto riguarda l’infiltrazione delle mafie, esiste un pericolo reale, che non possiamo sottovalutare, reso ancora più insidioso dal protrarsi della profonda crisi economica ed occupazionale.

Infatti, in tempi di crisi economica la società è più permeabile ai tentativi di infiltrazione delle organizzazioni mafiose e criminali in genere, anche per il suo bisogno di liquidità, che rischia di trovare una risposta proprio nelle organizzazioni mafiose, in costante ricerca di nuovi mercati e canali dove investire il ricavato delle proprie attività illecite.

E’ evidente come l’azione delle istituzioni deve essere maggiormente forte nei periodi di crisi economica per costruire un’adeguata rete di protezione.

Tra le priorità su cui far confluire l’attività regolatoria della Regione senza dubbio vi è il contrasto alle infiltrazioni mafiose, criminali e illegali fortificando il senso civico della popolazione e promuovendo iniziative sia di contrasto, che di prevenzione e di educazione alla legalità.

L’attività di contrasto non può essere rappresentata da iniziative legislative settoriali, bensì da interventi di più largo respiro e che in primis puntino sulla cultura della legalità e sul senso civico per rendere consapevoli le nuove generazioni, infatti, come afferma Don Ciotti, “le mafie e la corruzione rappresentano un furto di bene comune, che ci colpisce tutti e rispetto al quale tutti siamo chiamati a vigilare e a denunciare”. Prima di occuparsi del contrasto è necessario costruire un terreno arido dove la mafia non riesca a gemmare e dove i suoi semi siano improduttivi, agendo sulle scelte delle singole persone per tenerle lontane dalle fascinazioni dei facili guadagni.

Il presente progetto di legge recepisce la normativa nazionale e, tenuto conto che l’Emilia-Romagna, ad eccezione del settore edile, è scoperta nelle misure di prevenzione dei fenomeni mafiosi, la integra con alcune disposizioni supplementari, volte alla conoscenza del fenomeno e all’organizzazione di strutture amministrative proprie, al fine di una rafforzata opera di contrasto.

Tra queste, innovative sono l’istituzione dell’Osservatorio della Legalità (osservatorio previsto anche nel Programma di governo 2010 – 2015 del Presidente della Regione), la previsione di misure integrate di sicurezza, le iniziative utili ad anticipare i crediti dei fornitori per ridurre i tempi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni regionali, l’istituzione di un marchio di qualità volto ad identificare le imprese virtuose.

All’art. 1 si definiscono le finalità della legge stessa, in armonia con il quadro normativo nazionale e regionale e con le misure necessarie a garantire la legalità e la trasparenza anticrimine.

Con l’art. 2 si affronta la tipologia d’interventi che vengono poi ripresi da specifici articoli nel proseguo del progetto di legge.

L’art. 3 prevede la formazione alla legalità, misura di nuova introduzione nella normativa regionale, e la creazione presso l’Assemblea legislativa regionale di un Centro di documentazione denominato Cultura della Legalità.

All’art. 4 la proposta di legge istituisce la “Settimana regionale della legalità della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” volta a ricordare tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata e a rinnovare l’impegno per il contrasto alle mafie.

L’art. 5 del progetto di legge prescrive alla Regione di costituirsi parte civile in tutti procedimenti aperti sul territorio regionale per i reati di mafia ed anche per i reati connessi che vedono imputati dipendenti pubblici. È un segnale forte a dimostrazione della volontà di non voler abbassare la guardia che la lotta alle mafie rappresenta un imperativo categorico.

L’art. 6 agisce per favorire la destinazione, l’assegnazione e la gestione dei beni immobili confiscati alle organizzazioni criminali, ai fini del loro utilizzo sociale, rimuovendo i vincoli per consentire che i beni confiscati siano resi fruibili, liberi da vincoli giuridici.

L’art. 7 del progetto di legge disegna il Sistema integrato di sicurezza urbana volta a garantire un contrasto che veda partecipi tutti gli attori della sicurezza presenti sul territorio regionale ed inoltre promuove tutte le azioni utili all’ottenimento di una agenzia operativa della DIA sul territorio regionale, tenuto conto che dai dati della DIA nazionale, l’Emilia-Romagna risulta al quarto posto tra le regioni del centro nord per reati di estorsione per quanto riguarda l’usura.

L’art. 8 prevede l’istituzione dell’Osservatorio della legalità.

L’art. 9 si occupa della trasparenza nel settore degli appalti pubblici e delle forniture, assicurando la trasparenza necessaria a consentire a qualsiasi offerente, interessato e cittadino in genere di essere ragionevolmente informato attraverso la pubblicazione dei dati relativi agli appalti pubblici e le forniture di servizi.

L’art. 10 del progetto di legge affronta il tema della tracciabilità dei flussi finanziari prevedendo l’istituzione del conto corrente unico per gli appalti. Si recepisce in tal senso una normativa nazionale, già sperimentata in regioni dove il fenomeno della presenza delle organizzazioni mafiose è molto più forte.

L’art. 11 regola le iniziative utili ad anticipare i crediti dei fornitori per evitare fenomeni di usura, dando indicazioni alla Giunta regionale per addivenire ad accordi con gli istituti di credito, utilizzando la forza contrattuale della Regione, per permettere anticipazioni a costi ridotti evitando in tal modo le sanzioni previste dall’ultima direttiva della Comunità economica europea (interessi all’8%).

L’art. 12 prevede la messa a punto di un “Marchio di Qualità”, per le imprese edili che identifica le imprese virtuose, riconoscibili e trasparenti, che abbiano un percorso di legalità e serva da incentivo per le imprese che vogliono emergere da un’economia sommersa. Esso può essere utilizzato dalle centrali appaltanti per riconoscere una premialità aggiuntiva. Tale certificazione prevede l’acquisizione di un punteggio ad incremento per il rispetto di ogni singola previsione riportata dall’articolo, con incremento doppio per le imprese che non ricorrano a subappalti/affidamenti o, qualora vi ricorrano che si assoggettino alla comunicazione dei relativi dati per la loro pubblicazione. La certificazione è contraddistinta dalla volontarietà e da un dialogo sociale più avanzato fra le parti interessate, coinvolgendo il sistema paritetico in un ruolo strategico e concreto di sostegno.

L’art. 13 riguarda l’istituzione della Consulta regionale della legalità, strumento di consultazione, proposta, verifica e valutazione per promuovere la legalità e la trasparenza

L’art. 14 riguarda la clausola valutativa utile a porre sotto il controllo delle commissioni consiliari competenti i provvedimenti attuativi della legge e a verificare, a cadenza periodica, gli effetti della stessa.

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