n.424 del 09.12.2020 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto 1981 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a proseguire nel confronto, attivato nei mesi scorsi, con i soggetti gestori degli impianti natatori pubblici riguardo i dati sui disavanzi economico-finanziari causati dalle restrizioni legate alla gestione sanitaria della pandemia per individuare misure di sostegno per le attività e i livelli occupazionali, anche intervenendo con mezzi propri a sostegno del settore sportivo. A firma dei Consiglieri: Costa, Marchetti Francesca, Tarasconi, Mori, Caliandro, Zappa-
terra, Costi, Soncini, Pillati, Mumolo, Sabattini, Bulbi, Fabbri, Rontini, Paruolo, Montalti, Bondavalli, Rossi, Daffadà

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm 6 novembre contenente le nuove misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19;

la misura assunta nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri conferma la sospensione delle attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per quelli con presidio sanitario obbligatorio o che effettuino l’erogazione delle prestazioni rientranti nei Lea;

ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre e il rispetto delle misure di sicurezza, sono consentite: l'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere svolte all'aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati; le attività dei centri di riabilitazione e dei centri di addestramento e delle strutture in uso al Comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico.

Considerato che

il comparto sportivo conta in Italia circa 100.000 impianti tra palestre, piscine e campi sportivi, che rappresentano la forza motrice che alimenta non solo il benessere psicofisico dei cittadini ma anche un volano economico da salvaguardare, in quanto garantisce occupazione a tantissime persone;

i gestori di numerose strutture hanno superato controlli sanitari e amministrativi e le nuove restrizioni rappresentano un ulteriore sacrificio che mette a rischio la tenuta occupazionale del settore;

in Regione Emilia-Romagna da sempre lo sport e la disciplina sportiva sono considerate un pilastro delle nostre politiche, tanto da riconoscerne il valore con la Legge Regionale n. 8 del 31 maggio 2017 - Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive.

Considerato altresì che

in Emilia-Romagna si è sviluppata negli anni una importante presenza di impianti natatori con piscine coperte e scoperte che contribuiscono alla qualità della vita delle nostre comunità in quanto fondamentale servizio alla cittadinanza. Si contano, infatti, ben 130 piscine di proprietà degli Enti Locali del territorio regionale realizzate per garantire questo servizio pubblico che da tempo non viene più erogato con la gestione diretta da parte dei Comuni, ma attraverso la gestione di associazioni e società per lo più di carattere sportivo;

negli anni si è determinata una condizione per cui la gestione di questo servizio è sostenuta soprattutto dall’utenza, in molte situazioni l’intervento pubblico si è azzerato e comunque in generale è andato via via ridimensionandosi sempre più puntando all’autonomia economica e finanziaria degli impianti grazie all’attività aperta al pubblico.

Valutato che

i gestori delle piscine pubbliche hanno mantenuto una politica di tariffe basse con un numero elevato di frequentatori - restando così aderenti alla identità pubblica del servizio -, a fronte di costi fissi molto elevati e non comprimibili e una altrettanto elevata complessità gestionale legata al mantenimento di scrupolosi protocolli sanitari.

Preso atto che

la peculiarità, anche economica, delle piscine rispetto ad altri impianti sportivi sempre pubblici è data proprio dai costi fissi molto alti e che prescindono, se non in minima parte, dal numero di persone che le frequentano;

alla luce delle restrizioni nelle aperture al pubblico causate dalla pandemia in corso si ritiene necessario ed urgente rivedere l’impostazione attuale e considerare la necessità di un maggiore intervento economico pubblico anche se temporaneo;

durante i mesi di chiusura, infatti, pur potendo contare su ammortizzatori sociali e sul blocco di molte delle spese di gestione, le varie realtà hanno dovuto sostenere costi fissi con un impatto economico che comunque ha determinato perdite significative. Gli impianti riaperti già a giugno hanno ripreso a sostenere i normali costi di gestione senza poter accedere a nessuna delle opportunità previste dai vari decreti, se non la sospensione dei mutui.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta regionale

a proseguire nel confronto, attivato nei mesi scorsi, con i soggetti gestori degli impianti natatori pubblici riguardo i dati sui disavanzi economico-finanziari causati dalle restrizioni legate alla gestione sanitaria della pandemia per individuare misure di sostegno per le attività e i livelli occupazionali, anche intervenendo con mezzi propri a sostegno del settore sportivo;

a continuare a sollecitare il Governo nazionale affinché, viste le disposizioni del nuovo Dpcm che confermano la chiusura di palestre, piscine ed impianti sportivi, vengano previste misure di sostegno tempestive a favore del comparto relative alle ASD, SSD, SAS e SRL;

a definire rapidamente modalità e criteri per l’erogazione di quota parte dei 10milioni di euro che la Regione Emilia-Romagna ha aggiunto dal proprio bilancio alle risorse previste sul piano nazionale dal “Decreto Ristoro”, avendo specifica attenzione alle gestioni degli impianti pubblici del nostro territorio;

a mantenere aperto il confronto con i Comuni proprietari nella definizione ed attuazione dei percorsi amministrativi utili al prolungamento delle convenzioni in essere per gli impianti natatori, così come per la ridefinizione degli investimenti che i gestori si obbligavano a realizzare con quelle convenzioni al fine di rendere sostenibile la pianificazione e l’affidabilità finanziaria dei contratti in essere rispetto alle minori entrate dell’annata 2020, migliorando le prospettive di rilancio (da un lato avere più anni di gestione significa avere più tempo per compensare le entrate del 2020, ma anche per ottenere linee di credito dal sistema bancario per gli investimenti che si riterranno utili nella fase del rilancio che tutti speriamo arrivi prima possibile);

ad aprire un tavolo di confronto, sollecitando anche Anci, con gli enti locali affinché si valutino i percorsi amministrativi omogenei ed utili al prolungamento delle convenzioni in essere per gli impianti natatori, così come per la ridefinizione degli investimenti che i gestori si obbligavano a realizzare con quelle convenzioni: avere più anni di gestione significa avere più tempo per compensare le mancate entrate del 2020, ma anche per ottenere linee di credito dal sistema bancario- ricordando che già la Regione ha stanziato 1 milione di euro per favorire l’accesso al credito agevolato - per gli investimenti che si riterranno utili nella fase del rilancio che tutti speriamo arrivi prima possibile.

Approvata a maggioranza dalla Commissione V Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità nella seduta del 19 novembre 2020.

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