n. 61 del 11.04.2012 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2420 - Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Donini, Naldi, Meo, Monari e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni finalizzate al rilascio di un titolo di soggiorno per motivi umanitari ai migranti provenienti dalla Libia e accolti in Italia per l'emergenza umanitaria nazionale
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
Il 12 febbraio 2011 il Governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale per l’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai Paesi del Nord Africa, in particolare a causa del conflitto nel territorio libico.
Il Governo, le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali hanno sottoscritto una intesa per far fronte a tale emergenza. Nel documento ribadiscono che “tutte le istituzioni si impegnano ad affrontare questa emergenza umanitaria con spirito di leale collaborazione e solidarietà. Ciò impegna tutti i livelli della Repubblica ad essere coerenti e conseguenti a questa scelta politica”.
La Protezione Civile nazionale ha predisposto un Piano per la gestione dell’accoglienza dei migranti che prevede per ogni Regione un’equa distribuzione sul territorio nazionale fino a un massimo di cinquantamila persone.
Nei differenti comuni della regione Emilia-Romagna sono state trasferite direttamente da Lampedusa e dal sud Italia 1505 persone, per le quali è stata avviata la procedura di richiesta della domanda di asilo. Ad oggi ancora molte di esse non hanno ancora vista formalizzata la loro posizione giuridica e sono ancora in attesa del rilascio del primo permesso di soggiorno per richiesta asilo, necessario per accedere a servizi e misure di protezione minima.
In Emilia-Romagna come nel resto d’Italia, le condizioni di accoglienza sono molto disomogenee, improntate spesso a provvisorietà, a volte con scarso impegno per il rispetto dei diritti dei migranti e poche attività orientate ad una stabile integrazione sociale.
Considerato che
il consistente numero di dinieghi alle domande di protezione internazionale dei migranti accolti in Italia rischia di alimentare lo spazio d’ombra della clandestinità. In base all’attuale tendenza di risposte negative, è infatti ragionevole pensare che sui circa venticinquemila migranti accolti nel Paese, quindicimila riceveranno un diniego dalle Commissioni territoriali. Sarebbe stato più opportuno valutare le domande di protezione umanitaria con gli stessi criteri adottati per i migranti provenienti dalla Tunisia, ovvero consentire di soggiornare regolarmente e avere da subito l’opportunità di trovarsi un’occupazione lavorativa in attesa di una stabilizzazione della situazione nel Nord Africa e in particolare in Libia.
Alla luce del quadro attuale, se non verranno adottate misure alternative consentendo la regolarità del soggiorno, si corre il rischio di lasciare affogare in terra italiana i migranti sopravvissuti al terribile viaggio sulle carrette del mare fino alle coste della nostra penisola.
Questa preoccupazione viene espressa da un’ampia rete di associazioni, istituzioni laiche e religiose e singoli cittadini, anche emiliano-romagnoli, che recentemente hanno promosso una petizione (www.meltingpot.org). Nel documento si chiede per i migranti provenienti dalla Libia “l’immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l’istituzione della protezione temporanea (art. 20 del Testo Unico sull’immigrazione) o le altre forme previste dall’ordinamento giuridico”.
Impegna la Giunta
a chiedere al Governo italiano
di rilasciare ai migranti provenienti dalla Libia inseriti nel Piano nazionale di accoglienza della Protezione Civile - a prescindere dalla loro nazionalità - un titolo di soggiorno per motivi umanitari almeno fino al 31 dicembre 2012 e comunque finché permarranno le esigenze di protezione e non sarà possibile un volontario rimpatrio delle persone accolte;
di garantire comunque, per coloro che lo vorranno, pieno accesso alle procedure di richiesta di protezione internazionale (asilo);
di programmare interventi per migliorare le condizioni di accoglienza e per un positivo inserimento nella realtà sociale/lavorativa.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 marzo 2012