n.317 del 10.11.2021 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 3972 - Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso la Conferenza Stato-Regioni della situazione delle carceri in Emilia-Romagna, a sostenere la necessità di manutenzione straordinaria di alcuni plessi, a ribadire il principio di territorialità per tutti gli istituti di pena al fine di favorire il reinserimento nella società e a sostenere, anche economicamente, percorsi di esecuzione penale esterna. A firma dei Consiglieri: Amico, Mumolo, Zappaterra, Taruffi, Mori, Caliandro, Fabbri, Costa, Pillati, Rossi, Rontini, Zamboni
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
alla fine di luglio 2021 la ministra della Giustizia Marta Cartabia in un intervento alla Camera ha annunciato nuovi investimenti di edilizia carceraria nell’ambito dei fondi complementari al Pnrr, prevedendo la realizzazione di otto nuovi padiglioni, uno dei quali a Ferrara. Gli altri istituti interessati sono quelli di Santa Maria Capua Vetere, Rovigo, Vigevano, Viterbo, Civitavecchia, Perugia e Reggio Calabria.
Considerato che
attualmente nel carcere di Ferrara, l’Arginone, sono detenute 334 persone, 197 italiani e 137 stranieri (l’ultimo dato ufficiale risale alla fine di giugno). I lavori di costruzione del nuovo padiglione, la cui data di inizio non è stata indicata - per la fine lavori si parla del 2026 - dovrebbero riguardare la realizzazione di nuovi spazi che «saranno intesi sia come camere sia come spazi di trattamento. Nuove carceri, nuovi spazi, non può significare solo posti letto» ha assicurato la ministra Cartabia riferendosi al contesto nazionale.
Secondo il rapporto del Garante per i detenuti della Regione Emilia-Romagna, nella nostra regione si contano, sempre a fine giugno, 3.250 presenze di detenuti in residenza carceraria su 2.996 posti disponibili. Dati confermati dal Rapporto di Antigone 2021 sulle condizioni di detenzione (https://www.rapportoantigone.it/diciassettesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione).
Sottolineato che
la reclusione è soltanto una delle modalità previste per scontare la pena: la nostra Costituzione invita non solo all’esecuzione penale, ma prevede anche misure alternative alla pena detentiva con l’obiettivo di facilitare il reinserimento della persona nella società civile sottraendola all’ambiente carcerario. Fin quando non muteranno le condizioni generali che consentono di attuare le misure alternative alla detenzione, ovvero quelle dirette a realizzare la funzione rieducativa della pena, in ottemperanza all’articolo 27 della Costituzione, il problema del sovraffollamento rimarrà invariato, anche costruendo altre strutture di reclusione.
Secondo i dati di quest'anno, su 3.250 detenuti in Emilia-Romagna, 2.475 sono residenti in regione e quindi scontano la pena vicino alla residenza familiare. Un dato importante per programmare l'esecuzione di pene alternative, perché “importare detenuti” rende impossibile il reinserimento, in assenza di legami e relazioni familiari sul territorio.
Valutato che
esistono già piani di adeguamento e di manutenzione di alcune strutture carcerarie ed un cantiere in essere a Forlì.
Al conclamato problema di sovraffollamento si aggiunge un sottodimensionamento del personale carcerario di polizia e dei servizi educativi, con conseguenze pericolose sia dal punto di vista della diffusione pandemica - come è stato il caso degli elevati contagi da Covid19 nell'ultimo anno - sia sul fronte di episodi di violenze e rivolte avvenute nelle carceri italiane.
Si evidenziano difficoltà per l’alto numero di detenuti con patologie complesse assegnati all’Istituto di Parma, che dispone di un Centro clinico con 30 posti e di 9 posti nella sezione per disabili, e nell’Articolazione per la tutela della salute mentale di Reggio Emilia con 44 ospiti rispetto ai 24 posti disponibili nella sezione ad esclusiva gestione sanitaria.
Impegna la Giunta regionale, per quanto di competenza
a farsi portavoce presso la Conferenza Stato/Regioni della situazione delle carceri in Emilia-Romagna e a perorare il superamento di modelli di gestione eccessivamente centralizzati, ritenendo necessario un maggiore coordinamento con le Regioni anche per le dotazioni penitenziarie.
A chiedere presso il Ministero di Grazia e Giustizia una valutazione di impatto sulla città di Ferrara circa l’insediamento di un eventuale nuovo padiglione e dettagli sulla sua realizzazione.
A promuovere la richiesta di sostegno avanzata dalle carceri emiliano-romagnole per la manutenzione straordinaria dei plessi e la conclusione di cantieri già in essere come il caso di Forlì.
A ribadire il principio di territorialità per tutti gli istituti di pena, compresi quelli minorili, come fattore necessario per il reinserimento delle persone all’interno della società.
A intensificare il sostegno, anche economico, di percorsi di esecuzione penale esterna, ove ne sussistano le condizioni di territorialità e percorso carcerario.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 ottobre 2021