n.101 del 13.04.2023 (Parte Prima)
Oggetto n. 6687 - Ordine del giorno n. 4 collegato all'oggetto 6087 Progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante "Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell'amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva". A firma dei Consiglieri: Maletti, Amico, Pelloni, Mastacchi, Cuoghi, Castaldini, Zappaterra, Bondavalli, Zamboni, Piccinini, Costi, Rontini
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
lo Stato italiano, a partire dalla Legge delega 106/2016 per la riforma del Terzo settore e in particolare con i decreti attuativi successivi, soprattutto con il D.Lgs. 117/2017, ha riconosciuto gli enti di Terzo settore come soggetti dediti allo sviluppo di attività di interesse generale, secondo un principio di sussidiarietà circolare.
La Legge 106/2016 attesta che «per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi».
I soggetti sopra indicati sono, per natura e storia, eterogenei nella forma statutaria e organizzativa, essendo prevista la coesistenza di professioni e volontariato, per cui l'opera di riordino e codificazione effettuata con la Riforma è risultata particolarmente complessa per la quantità di specificità e per la varietà delle attività di interesse generale praticate, classificate in 25 punti all'art. 5 del D.Lgs. 117/2017.
Alla Legge delega 106/2016 sono seguiti numerosi decreti attuativi che nel corso degli anni successivi sono stati adottati non in piena linearità e a tutt'oggi ancora cinque di questi devono essere promulgati, come si evince dalla tabella in allegato del Progetto di Legge "Norme per la promozione ed il sostegno del Terzo settore, dell'Amministrazione condivisa e della Cittadinanza attiva" approvato.
Tra quelli approvati figura il Decreto Ministeriale del 15 settembre 2020, n. 106, che istituisce e regola le modalità di iscrizione e funzionamento del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).
Premesso inoltre che
i dati ISTAT nel corso degli anni hanno rilevato indicazioni relative alle Istituzioni no-profit attraverso un censimento permanente a partire dall'anno 2011, Istituzioni non esattamente sovrapponibili alle fattispecie poi classificate attraverso il Codice del Terzo settore e raccolte nel RUNTS.
ISTAT riscontra per il contesto dell'Emilia-Romagna, particolarmente ricco di istituzioni no-profit, nell'ultima rilevazione che ha per oggetto l'anno 2020, una presenza complessiva di 27.658 istituzioni, che impiegano 82.291 dipendenti, la cui diffusione è piuttosto omogenea nei singoli ambiti provinciali, come si evince dalla tabella allegata al progetto di legge in oggetto.
Di queste ben 23.091 hanno forma di associazione che per il 37,99% hanno come attività prevalente quella della cultura e della ricreazione, così come per il 36,51% le associazioni no profit sono impegnate principalmente nelle attività sportive.
Alla data del 2 aprile 2023 sono 9.580 gli Enti di Terzo Settore con sede in Emilia-Romagna iscritti al RUNTS: 5.654 Associazioni di Promozione Sociale; 2.584 Organizzazioni di Volontariato; 1.130 Imprese sociali, comprese le Cooperative sociali che ne sono parte di diritto; 212 altri Enti di Terzo Settore.
I dati sopra riportati evidenziano quindi che la popolazione del Registro Unico è ben al di sotto dei numeri rilevati complessivamente da ISTAT, ovvero solo il 34,63% dei soggetti no-profit ha conseguito l'iscrizione al RUNTS.
Su base nazionale ISTAT per l'anno 2020 censiva complessivamente 363.499 istituzioni no-profit e, sempre alla data del 2 aprile, risultano iscritte al Registro Unico 100.600 Enti del Terzo Settore, ovvero il 27,67%.
Alla stessa data risultano 10.253 Enti su base nazionale la cui richiesta di iscrizione al RUNTS è ancora pendente.
Evidenziato che
iI cammino della Riforma del Terzo Settore non si è ancora concluso, pur essendo stato lungo e articolato, ha generato in molte istituzioni no-profit incertezza e preoccupazione, avendo come esito la mancata iscrizione di molti di questi soggetti al Registro Unico.
In particolar modo le associazioni a forte presenza di volontariato, anche nelle interlocuzioni avute durante il percorso diffuso e partecipato che ha avuto per oggetto il presente progetto di legge, hanno sistematicamente evidenziato come l'incertezza dei processi e, soprattutto, l'aggravio burocratico richiesto dal Registro Unico ha rallentato, se non dissuaso, la loro iscrizione.
Considerato che
emerge una forte domanda di semplificazione, in particolar modo da parte dei soggetti meno strutturati e che tale semplificazione, per competenza specifica, non può che essere determinata dall'ordinamento nazionale.
il progetto di legge in oggetto introduce elementi di facilitazione per detti soggetti, senza però poter incidere sulle prerogative dell'ordinamento nazionale.
Considerato inoltre che
da una ricerca condotta dalla Fondazione Terzjus, presentata all'interno del Report sul Terzo Settore del 2022 "Dal non profit al Terzo Settore: una riforma in cammino – 2° Rapporto sullo stato e le prospettive del diritto del Terzo Settore" emerge che il 69,20% degli Enti di Terzo Settore censiti presenta un bilancio inferiore o uguale a 60.000 euro e il 60% addirittura minore o uguale a 30.000 euro.
Sottolineato che
il complesso e variegato mondo del no-profit è un patrimonio di attivazione civica che trova nel volontariato e nell'associazionismo forme virtuose di partecipazione alla vita della comunità di riferimento.
L'iscrizione al Registro Unico comporta una serie di obblighi in ragione della necessaria trasparenza che gli Enti di Terzo Settore devono garantire per le misure di favore di cui godono sotto il profilo fiscale e di interazione preferenziale con la pubblica amministrazione.
Valutato che
allo stato attuale gli obblighi di cui sopra sono comuni a tutti gli Enti di Terzo Settore che abbiano un bilancio minore o uguale a 220.000 euro e solo il 13,22% dal medesimo rapporto ha un bilancio tra 60 e 220mila euro.
Tutto ciò considerato, sottolineato e valutato
impegna l'Assemblea legislativa e la Giunta regionale
a promuovere studi e approfondimenti dei dati ora presenti all'interno del Registro Unico, avvalendosi degli organismi che il presente progetto di legge istituisce, per dare una lettura più compiuta della presenza degli Enti di Terzo Settore nel territorio regionale.
A coinvolgere, alla luce delle analisi e rilevazioni sopra indicate, i parlamentari del territorio regionale per predisporre proposte di modifica alla legislazione nazionale in modo da agevolare le attività degli Enti di Terzo Settore il cui dimensionamento risulta essere contenuto.
A valutare di avanzare una proposta di modifica da inviare alle Camere dell'attuale legislatura, perché possa essere semplificata maggiormente l'iscrizione di istituzioni no-profit tra gli Enti di Terzo Settore per non disperdere la ricchezza civica da queste espresse e consolidare il rapporto tra questi e la Pubblica Amministrazione.
Approvato all'unanimità dei votanti nella seduta antimeridiana del 5 aprile 2023