n.216 del 15.07.2016 (Parte Prima)
Oggetto n. 2689 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere e sostenere programmi ed iniziative di sensibilizzazione ed informazione rivolte ai bambini della scuola dell’infanzia, agli studenti, alle loro famiglie ed agli educatori, con particolare attenzione per le fasce sociali deboli ed a rischio, in ordine alla gravità del fenomeno del bullismo ed alle sue conseguenze, anche alla luce delle nuove tecnologie ed ai nuovi mezzi di comunicazione. A firma dei Consiglieri: Ravaioli, Soncini, Marchetti Francesca, Prodi, Zappaterra, Cardinali, Serri, Mori, Bagnari, Zoffoli, Caliandro, Molinari, Mumolo, Sabattini, Iotti, Poli, Boschini, Rossi Nadia, Rontini, Tarasconi, Calvano, Montalti, Campedelli
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
per bullismo si indica generalmente il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei;
tale fenomeno si basa sui principi di intenzionalità, persistenza nel tempo, asimmetria nella relazione ed è individuabile in un’interazione caratterizzata da un comportamento aggressivo, da uno squilibrio di forza/potere nei rapporti e dalla messa in atto di azioni vessatorie di vario genere, comprendenti un ampio spettro di comportamenti che va dalle offese alla derisione, dalle minacce alle aggressioni fisiche, dai ricatti al danneggiamento e alla sottrazione di oggetti di proprietà, dalla diffamazione all’esclusione sistematica dal gruppo;
a queste forme classiche si deve aggiungere il cyberbullismo, che consiste nell’utilizzo intenzionale, sistematico, pianificato e competente degli aspetti tecnici e/o delle dimensioni sociali della rete, per procurare un danno a soggetti individuati come “vittime” e che si caratterizza in maniera specifica per i criteri di anonimato e diffusione pubblica dei dati;
oggi la tecnologia permette ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini e video offensivi, inviati con i video-telefonini o pubblicati su qualche sito con l’ausilio di internet;
la diffusione degli smartphone, con la possibilità di navigare in rete direttamente dal cellulare, ha di fatto amplificato l’esposizione delle fasce giovanili a questo fenomeno;
il mondo digitale e virtuale, pur rappresentando un’enorme opportunità di sviluppo e crescita culturale e sociale, nasconde una serie di insidie e pericoli su cui è indispensabile misurarsi attivando sinergie tra le istituzioni con l’obiettivo di accrescere il senso della legalità e contrastare il fenomeno del bullismo in continua evoluzione.
Considerato che
il report dell’Istat “Il bullismo in Italia: comportamenti offensivi e violenti tra i giovanissimi” rivela che un ragazzino su due (il 52,7%) è stato vittima di bullismo o della nuova modalità della violenza tra under 18, quella che corre online. Sono soprattutto le ragazze, più dei ragazzi, a essere vittime di cyberbullismo: il 7,1% contro il 4,6%;
più del 50% degli intervistati 11-17enni ha dichiarato di essere rimasto vittima, nei 12 mesi precedenti l’intervista, di un qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento. Una percentuale significativa, pari al 19,8%, dichiara di aver subìto azioni tipiche di bullismo una o più volte al mese. Per quasi la metà di questi, si tratta di una ripetizione degli atti decisamente asfissiante, una o più volte a settimana;
un preoccupante studio ha rilevato che la conoscenza di cyberbullismo da parte del caregivers è minima, tanto che il 56% dei genitori dichiara di non essere preoccupato che i propri figli possano essere vittime di bullismo o cyberbullismo, minimizzando l’impatto che questo fenomeno ha nella vita dei ragazzi e il 19% ritiene tali episodi rari e dunque irrilevanti;
la mancanza di percezione della gravità del fenomeno porta ad un’assenza di supervisione e monitoraggio da parte dell’adulto.
Preso atto che
il Senato, a maggio del 2015, ha approvato un disegno di legge in materia di bullismo e cyberbullismo che è attualmente in esame alla Camera, assegnato alle commissioni riunite di Giustizia e Affari Sociali, che ha come finalità quella di prevenire ed educare;
il 2 marzo 2016 la Regione Lazio ha approvato la legge regionale n. 2/2016 in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo, che prevede anche l'istituzione di un fondo attraverso il quale sostenere programmi e progetti che puntino al rispetto della dignità della persona, alla valorizzazione delle diversità e al contrasto di tutte le discriminazioni "come richiamate dall'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea";
le recenti linee guida del ministero dell'Istruzione per la prevenzione e il contrasto al bullismo e al cyberbullismo affidano ai Centri territoriali di supporto le azioni di contrasto al fenomeno e ne prevedono la collaborazione con i Garanti per l’infanzia e l’adolescenza. Su richiesta del garante regionale per l’infanzia, nel giugno 2015 si è svolto un primo incontro presso l’Ufficio scolastico regionale allo scopo di promuovere percorsi formativi per dirigenti scolastici.
Rilevato inoltre che
è fondamentale che la scuola e la famiglia aiutino i ragazzi a sviluppare una consapevolezza sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo e a non sottovalutare gli effetti negativi, talora drammatici, che ne conseguono.
Impegna la Giunta
a promuovere e sostenere programmi ed iniziative di sensibilizzazione ed informazione rivolte ai bambini della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, nonché alle loro famiglie, con particolare attenzione alla creazione di modalità di coinvolgimento e partecipazione per i genitori di fasce sociali deboli e a rischio, e agli insegnanti ed educatori in generale, in ordine alla gravità del fenomeno del bullismo e delle sue conseguenze;
ad attivare un tavolo di confronto permanente al fine di monitorare il problema, creare sinergie tra i vari operatori competenti e poter meglio indirizzare le misure di supporto al contrasto di tale fenomeno;
a supportare la realizzazione di percorsi di carattere culturale, sociale o sportivo sui temi del rispetto delle diversità senza distinzioni, dell’educazione ai sentimenti e all’affettività e alla gestione dei conflitti, della legalità, nonché dell’uso consapevole della rete e dei new media;
a rafforzare percorsi di rete che promuovano forme permanenti di collaborazione con i servizi minorili dell’amministrazione della giustizia, delle prefetture, delle forze dell’ordine, delle aziende sanitarie locali e degli enti locali;
ad attivarsi per la realizzazione di percorsi di formazione rivolti agli educatori, al fine di mettere in atto strategie psico-pedagogiche efficaci, specie sul versante della prevenzione, e di programmi di assistenza e gruppi di supporto ad una genitorialità consapevole, impegnata in un processo di crescita dei ragazzi, improntato alla convivenza civile, al rispetto dell’altro e alla difesa della legalità;
ad avviare una incisiva azione normativa che, intervenendo in rafforzamento del corpus legislativo esistente piuttosto che attraverso l’emanazione di nuove e specifiche disposizioni, promuova e consenta interventi efficaci, con un approccio trasversale ai temi socio-sanitari, dell’educazione e della formazione, della cultura della legalità, considerati, in particolare, in rapporto alle nuove tecnologie ed ai nuovi mezzi di comunicazione.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 13 luglio 2016