n.62 del 13.03.2013 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 3269 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Donini, Meo, Mandini, Alessandrini, Monari, Marani, Montanari, Barbieri, Piva, Luciano Vecchi, Moriconi, Mumolo, Pariani, Fiammenghi, Mori, Bonaccini, Ferrari, Casadei, Grillini, Mazzotti, Paruolo, Cavalli e Bernardini per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a sollecitare il Governo affinché riconosca il ruolo delle Regioni e degli Enti Locali nella programmazione commerciale e nella organizzazione degli orari degli esercizi commerciali

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la manovra finanziaria dell’ultimo Governo Berlusconi, varata con D.L. 98 del 6 luglio 2011, seguita dalla Circolare esplicativa ministeriale (Ministero dello Sviluppo Economico) 28/10/2011, n. 3644/C, ha previsto la liberalizzazione degli esercizi commerciali con effetto dal 2 gennaio 2012 e novanta giorni di tempo per i relativi adeguamenti;

l’attuale Governo Monti ha sostanzialmente confermato la suddetta disciplina normativa all’interno della ''manovra Salva Italia'' varata con Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201;

sulla base della legge vigente i titolari di esercizi commerciali ubicati sul territorio nazionale possono decidere in modo autonomo i giorni e gli orari di apertura e chiusura dei propri esercizi.

Valutato che

la crisi economica che ha colpito anche il nostro Paese dall'autunno del 2008 ha avuto ripercussioni importanti su tutti i principali settori dell'economia, con gravi conseguenze sul piano occupazionale e sociale;

il potere d'acquisto delle famiglie si è sensibilmente ridotto, comportando una contrazione dei consumi pressoché ad ogni livello, e determinando quindi una contrazione significativa nel comparto del Commercio.

Verificato che

a nove mesi dal decreto liberalizzazioni si sono registrati disagi e criticità ed è quindi necessario trovare soluzioni nazionali e locali capaci di tutelare tutti i diritti in campo, quelli dei lavoratori dipendenti, quelli dei consumatori, quelli delle imprese, sia grandi che piccole.

Sottolineato che

i processi di liberalizzazione devono avere al primo posto l’obiettivo di generare crescita e lavoro, ridurre la precarietà (soprattutto per i giovani e le donne), garantire un lavoro di qualità e rendere possibile la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Per farlo occorrono regole, e nel commercio, questa Regione, con la passata programmazione ne ha dimostrato tutta la positività.

Preso atto che

in questa fase di difficoltà del settore del commercio in questo momento si associano tensioni nelle grandi strutture distributive legate alla liberalizzazione degli orari e, in alcuni casi, a difficili rinnovi contrattuali interni, oltre alla difficoltà delle piccole imprese.

Valutato positivamente

l’impegno del Presidente della Conferenza delle Regioni Errani che, con note 20 gennaio 2012 prot. n. 244/C11AP/C11COM e 2 marzo 2012, prot. n. 993/C11AP/C11COM, indirizzate al Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera ha sottolineato la necessità di un confronto urgente per una riflessione comune su alcune misure di liberalizzazione introdotte con il D.L. "Salva Italia" che sono già applicabili e stanno determinando sui territori disagi e criticità;

si riferiva, in particolare, all’art. 31 in relazione alla liberalizzazione degli orari e alle deroghe alle aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali.

Chiede alla Giunta

di sollecitare nuovamente il Governo al fine di riconoscere il ruolo delle Regioni e degli Enti Locali nella programmazione commerciale e nella organizzazione degli orari.

Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 febbraio 2013 

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