n.188 del 12.06.2019 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 8317 - Risoluzione per impegnare la Giunta a verificare, previo confronto con gli organi competenti e alla luce delle necessarie analisi, la fattibilità della realizzazione di piani di abbattimento di cormorani anche al di fuori del comparto produttivo
(itticoltura). A firma dei Consiglieri: Molinari, Zappa-
terra, Caliandro, Cardinali, Poli, Pruccoli, Serri, Rontini

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

il cormorano (Phalacrocorax carbo) è una specie ittiofaga protetta ai sensi della Legge nazionale 157/1992 e della Direttiva 2009/147/ CE del Parlamento europeo e del consiglio del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici che, nel corso degli ultimi decenni, ha conosciuto un notevolissimo incremento demografico a seguito del quale ha ampliato la propria area di diffusione a tutti gli ambiti acquatici regionali spostandosi via via dalle zone costiere e di pianura a quelle collinari e, più recentemente, montane;

la presenza di cormorani rappresenta un concreto pericolo per l’equilibro ambientale e la loro significativa diffusione ha determinato la riduzione di una quota sempre più rilevante degli stock ittici con effetti dannosi sulle produzioni e sulle attività di pesca professionale e sportiva;

fino a qualche decennio fa il predatore era avvistabile occasionalmente mentre oggi è una presenza costante e numerosa in tutti i bacini interni e anche gli allevamenti ittici hanno dovuto predisporre apprestamenti necessari per limitarne i danni;

le acque ferme interne vengono sistematicamente svuotate di ogni forma ittica specialmente in periodi invernali, e capita che i corsi d’acqua a maggiore caratteristica torrentizia vedano stormi di cormorani pronti ad annientare ogni forma di vita;

in considerazione del notevole successo delle iniziative di protezione del cormorano la Commissione pesca del Parlamento europeo ha lavorato, da diversi anni a questa parte, alla redazione di un Piano europeo di gestione della popolazione di questa specie per contenerne il crescente impatto sulle le risorse ittiche e sulle attività di pesca e di acquacoltura;

alcune Regioni italiane si sono attivate per avviare piani di prelievo in deroga che sono stati avviati, in particolare nelle aree e nelle realtà produttive ove si pratica l’attività di vallicoltura, nel rispetto della normativa vigente che prevede la preventiva approvazione di ISPRA - Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale;

le richieste di deroga devono quindi essere adeguatamente motivate e giustificate da una analisi puntuale dei presupposti e delle condizioni oggettive con particolare riferimento alla valutazione sull'assenza di alternative soddisfacenti per limitare i danni, alle specie che ne formano oggetto, ai mezzi, gli impianti e i metodi di prelievo autorizzati, alle condizioni di rischio, le circostanze di tempo e di luogo del prelievo, al numero dei capi giornalmente e complessivamente prelevabili nel periodo di deroga, ai controlli ed alle particolari forme di vigilanza cui il prelievo è soggetto e gli organi incaricati di svolgere la vigilanza medesima;

l’iter necessario per la concessione della deroga è quindi particolarmente complesso e richiede un intenso ed accurato lavoro preliminare che, in molte realtà, è stato affidato a strutture scientifiche ed a professionisti esperti della materia in grado di fornire informazioni attendibili sulla effettiva consistenza delle popolazioni di cormorani e sui danni da esse arrecati alle specie ittiche di maggior pregio che caratterizzano le acque regionali.

Impegna la Giunta regionale

A verificare, previo confronto con gli organi competenti e alla luce delle analisi accurate necessarie sopraccitate, la fattibilità della realizzazione di piani di abbattimento di cormorani anche al di fuori del comparto produttivo (itticoltura).

Approvata a maggioranza dalla Commissione II Politiche economiche nella seduta del 22 maggio 2019

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